I luoghi della vendita4 5 6la tenuta dei volumi si fa più difficile.In Simply la promozionalità è la leva piùimmediata e pesa per oltre 30%. Laseconda leva è l'assortimento,continuamente ribilanciato con unaselezione dei produttori chegarantiscono il giusto rapportoqualità-prezzo. 4Coop Italia segnala nel 2012 unacrescita del 3,7% nelle venditecomplessive a volume per i viniin bottiglia, +4,3% per i vini adenominazione, mentre i dati finoa maggio 2013 sono di pari valoree segnalano una leggera flessione neiprezzi (-0,2%), che si spiega almenoin parte con una promozione di Pasquacostruita più sul valore che sul volume.L'andamento 2013 per Coop conferma,quindi, la tendenza 2012. È il primoanno che si registra un calo del mercatodel vino a volume, sempre in crescitaanche grazie alla crisi della ristorazioneche aveva portato i clienti nei puntidi vendita Coop. L’insegna è cresciutaperché ha arricchito l’assortimento conla propria marca fantasia. Il dato piùpositivo riguarda la fascia da 2 a 4euro, quella più consistente; sofferenzanella fascia da 4 a 6 euro e stabilitàin quella sopra i 6 euro. I vini sottoi 2 euro sono prevalentementein promozione, e sono in crescitanonostante pesino ancora pocosul totale. La catena registra unaumento della promozionalità parial 35% a valore del vendutoe al 50% a volume. 5Chi non ha una linea a marchio, comeSigma, preferisce dare maggiorevisibilità sul punto di vendita alle propriescelte avvicinandosi a un consumatoreche accorda la propria fiducia senzacedere eccessivamente sui prezzi, comespiegano in Realco. Con strutture dimedie dimensioni e prossimità, Realcoha tagliato i prezzi più alti e con unapolitica promozionale ha massificato lacomunicazione e l'investimento sullafascia dai 3 ai 5 euro, con sconti dal 20al 40%, facendo attenzione agliabbinamenti sul volantino attraversoquelli che chiamano "temi qualità",ovvero offerte a tema. L'incidenzapromozionale è cresciuta di un punto emezzo dal 2011 al 2012 superando il40% di vendite in promozione. A valoreil 2012 ha segnato +9% per i vini, conuna perdita di marginalità, recuperataattraverso le maggiori vendite e unaumento del margine del punto divendita. L'obiettivo del 2013 è ridurre levendite in promozione lavorando conl'assortimento e le iniziative instore, perdare visibilità al reparto e fidelizzare ilcliente. 648 vino, futuri possibili - rapporto di filiera
<strong>l'opinione</strong>Ettore NicolettoOccorre tornare a un’ideadi valore più ampiaParlare di “valore” per il vino italianorichiede più di un approfondimentoe più di una distinzione. Seusiamo questa parola in riferimentoalla formazione, poi, del prezzo finaledi un prodotto è chiaro che in discussioneviene posta la scelta di ogni singoloimprenditore nel “quotare” - oltrealla somma dei costi industriali - tantialtri fattori immateriali, non ultima lasua stessa capacità. Non è opacità: ciascunvino, come qualsiasi altro benesul mercato, ha delle caratteristicheproprie, uniche. E non sempre questecaratteristiche possono venir esplicitatechiaramente in un foglio di calcolo.Ad esempio, e faccio riferimento alvissuto del Gruppo Vinicolo SantaMargherita: come valutiamo il forteimpegno per la sostenibilità che implicaun importante lavoro tanto nei vignetiche nelle procedure e nelle tecnologiedi vinificazione? Come quantifichiamola nostra ricerca interna perabbattere l’utilizzo dei solfiti, ad esempio,nella spumantistica d’eccellenza?Soltanto con un criterio economico?Come valutiamo i vantaggi per la salutedei consumatori? E quelli per l’ambiente?Non voglio buttare la palla intribuna, ma dobbiamo per forza tornarea un concetto di “valore” per il vinoitaliano più ampio. Vini attenti allasalute dei consumatori come mai inpassato, che sono testimonial del lavorodi un vignaiolo, dell’alta qualità cheviene garantita e del suo rapporto ottimalecol prezzo di vendita. Un pregio,questo, essenzialmente italiano. Tradottoin cifre, vediamo come il prezzomedio del vino imbottigliato italianosia cresciuto all’estero del 14,5% a gennaio,su base annua; quello del vinosfuso del 38% (ma siamo in presenzadi una contrazione dell’offerta globaleche spinge all’insù le quotazioni) e del6,1% quello degli spumanti. Bene, diretevoi. Non abbastanza, dico io: perchésiamo ancora alla metà di quantoi mercati riconoscono al vino francese.Quindi c’è un “valore” Francia fatto diforza della tradizione e di salda immagineancora premiante sul “valore”Italia. Per noi imprenditori del compartovino - e qui porto il mio impegno alvertice di Italia del Vino - l’impegno èquello di trasmettere al meglio il nostro“valore” che è fatto di passione per idettagli, di innovazione tecnologica, disostenibilità vera, di uomini e donneinnamorati del proprio lavoro, di qualitàdella vita e del lifestyle italiano.Vuol dire rinnovare la nostra narrazioneche dev’essere fatta di forti contenutitecnici, inattaccabili, di serietà e dicontinuità.Ad di Santa MargheritaLaureato in Economia all'UniversitàCa' Foscari di Venezia, intraprendenel 1993 la sua avventura nelmondo del vino, prima in CasaVinicola Zonin S.p.A. nella qualericoprirà vari ruoli, da AreaManager Export fino alla nominaa Direttore Export.Nel 2004 entra in SantaMargherita - Gruppo Vinicolo,dapprima come DirettoreCommerciale, nel 2005 vienenominato Direttore Generaleed infine dall'aprile 2008 ad oggiricopre il ruolo di AmministratoreDelegato del Gruppo. È presidentedel Consorzio Italia del Vino.49