10.07.2015 Views

l'opinione

l'opinione

l'opinione

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Il biologico? Un affareanche per i grandi marchiIl paradosso di rinascere a 20 anni.Se il vino biologico, quello che prevedeprecise limitazioni per il contenuto disolfiti e per alcune pratiche enologiche,è un’assoluta novità, il vino daagricoltura biologica esiste invece daiprimi anni ’90. Siamo così di fronteall’unico caso di prodotto "new entry"con alle spalle una solida serie di datida valutare e confrontare. Dati chetestimoniano la crescita delle superficiinvestite a vite biologica (+67% trail 2003 e il 2012) e le buoneperformance nell’export soprattuttoverso Germania e Stati Uniti, dovel’Italia è il terzo player nel segmentodei vini bio con una quota del 13%sui vini importati. Numeri che hannoconvinto anche i grandi marchidell’enologia nazionale a puntaresul bio. Come il gruppo Sartori, cheha acquisito già nel 2008 la cantinaMontalbano, azienda bio leader situatain Friuli. O come Giv (Gruppo ItalianoVini) che attraverso la divisionedel Gruppo Coltiva ha già presentein catalogo da anni questo tipodi produzioni.Baroni Pizzini, aziendapioniera che fa rete«Il vino bio si può fare - testimoniaSilvano Brescianini (nella foto) -.Quindici anni fa quando abbiamoiniziato c’era molto scetticismo, oggiin molti vogliono imparare. Ma nonè un punto di arrivo, bensì di partenza,perché l’assenza di trattamenti chimicipotrebbe diventare presto un prerequisito».Brescianini, un passatoda cuoco alle spalle, è l’enologodell’azienda Baroni Pizzini, una dellecantine storiche della Franciacorta.Ai tempi della loro conversione nessunopensava fosse possibile applicarei dettami di questo metodo diproduzione alle doppie fermentazionidi un Metodo Classico. Oggi invecela ricetta bio più filiera locale è stataapplicata anche alle altre aziende chenel frattempo sono entrate a far partedella rete di Barone Pizzini, coninvestimenti nella zona dei Castellidi Jesi (An), del Chianti, della Maremmae della Puglia. Piccole aziende agricolein cui le strutture di vinificazionee la cantina fanno parte di piccolicorpus organici autosufficienti. Tuttii vigneti certificati secondo ildisciplinare della viticoltura biologicae, nel caso dei vigneti marchigiani,secondo le rigorose norme dellacertificazione biodinamica Demeter.Quando il bio innescail ritorno alla tradizioneIl mondo bio è quello che denotai fermenti più innovativi, ma è ancheinterprete felice del ritorno allatradizione. Per proporre il suo vinobiodinamico a prezzi equi, FedericoOrsi, giovane patron di Orsi VignetoSan Vito (nella foto), voleva qualcosadi diverso dalle scomode damigiane.Suo è il Biofiasco: il consumatorecompra i vuoti (uno o più fiaschi),con tanto di pompetta. E ogni voltava in azienda a farseli riempire di unrosso (affinato in legno) della stessapartita del vino che andrà in bottiglia.In questo modo si abbatte l’incidenzaambientale del vetro, e sulla tavolasi ha il piacere di un contenitore praticoe tradizionale per un vino quotidianodi altissima qualità. Il bello è cheil Biofiasco, nato soprattutto peri privati, ha preso piede fra i ristoratori,che vi servono il vino della casa,fornito ovviamente da Vigneto San Vito(in questo caso come sfusotradizionale in piccoli bag in box). F.B.35

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!