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<strong>l'opinione</strong>Eugenio SartoriNuovi vitigni rivoluzionari:meno costi e più salubritàdifferenza della Francia, l’ItaliaA ha consentito da tempo a istitutidi ricerca pubblici e soggetti privatidi fare ricerche nel campo del miglioramentogenetico in viticoltura:una pluralità di soggetti, tra cui i VivaiCooperativi Rauscedo, si sonocimentati fin dal 1965 in ampi programmidi selezione clonale. L’effettosulla filiera vitivinicola è statomolto positivo: oggi i viticoltori possonodisporre di oltre 1.000 clonidelle varietà di vite più diffusamentecoltivate. La realizzazione di vigneticostituiti con varietà selezionate ecloni di pregio negli ultimi decenniha migliorato sensibilmente la qualitàdel vino. Oggi utilizzare materialeclonale è un dato assodato. Ma per ilfuturo c’è l’esigenza di una viticolturaa elevata sostenibilità ambientale.La coltivazione della vite necessita diun alto numero di interventi fitosanitari:nella Ue, assorbe il 65% dei presidisanitari del settore agricolo. Lepossibilità attuali di implementarevigneti a basso impatto ambientalesono modeste: i vitigni utilizzati e iloro cloni sono tutti sensibili alle piùcomuni ampelopatie e quindi vannoprotetti con i relativi interventi fitosanitari.Ma noi dei Vivai CooperativiRauscedo, in collaborazione conl’Università di Udine e l’Istituto diGenomica Applicata, oggi disponiamodi vitigni di nuova generazioneresistenti alle malattie, paragonabilia tutti gli effetti, dal punto di vista delpotenziale agronomico ed enologico,alle varietà più diffusamente coltivate,avendo una limitata introgressioneda parte di specie non vinifera (~10%). È una vera rivoluzione: i nuovivitigni presentano come parentaliTocai Friulano, Sauvignon, Merlot,Cabernet Sauvignon e Sangiovese, ei relativi vini li ricordano nel profiloaromatico e polifenolico in manierasignificativa. L’introduzione di questinuovi vitigni nella base ampelograficadelle diverse aree viticole italiane,seppur per ora limitatamente alla produzionedi vini da tavola, permetterebbedi raggiungere più obiettivi:• la netta riduzione di interventi crittogamicicontro peronospora e oidio(occorrono al massimo due trattamentiiniziali e solo per alcune varietà);• il forte taglio dei costi fitosanitari;• la riduzione del consumo di acqua,energia, ore/uomo;• la maggiore salubrità del prodotto;• la maggiore competitività delle impresevitivinicole sui mercati internazionali,grazie a nuovi prodotti amigliore rapporto prezzo/qualità.Direttore dei VivaiCooperativi RauscedoAgronomo, classe 1953, ha iniziatoil percorso formativo in vivaismoviticolo già durante l’Universitànel 1976, lavorando nel periodoestivo presso i Vivai CooperativiRauscedo. Inseritosi stabilmentein azienda nel 1978, dieci annidopo (nel 1987) ne è diventatodirettore, carica che ricopretutt’ora. Attualmente è ancheVice-presidente del Cip (ComitéeInternational de Pepinieriste),e consigliere di amministrazionedi I.G.A. (Istituto di GenomicaApplicata), I.G.A. TecnologyServices, Agromillora Catalana(Spagna) e Vitrohellas (Grecia).Dal 1990 è inoltre membrocorrispondente dell’Accademiaitaliana della vite e del vino edell’Accademia internazionaledi viti-vinicoltura di Mosca.41

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