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LEADER e distretti rurali - Inea

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ca rispetto agli strumenti di programmazione comunitaria, nazionale e regionale e finanziandone le azionipreviste. Il Lazio si limita a prevedere, nell’ambito del Piano di distretto, la descrizione della forma organizzativa,del soggetto gestore e delle sue funzioni.Basilicata e Liguria prevedono l’istituzione di un Comitato di distretto composto da imprenditori, sindacati,rappresentanti degli Enti locali e rappresentanti delle Camere di commercio (solo Basilicata) e da espertidel settore (solo Liguria).Le legislazioni di Veneto e Abruzzo non specificano né gli elementi per il riconoscimento dei <strong>distretti</strong>, né irelativi organi di gestione, rimandando tali materie ad ulteriore provvedimento normativo.2. I <strong>distretti</strong> riconosciutiA sei anni di distanza dall’emanazione del d.lgs. 228/01 è possibile tracciare una prima mappa dei<strong>distretti</strong> agro-alimentari e <strong>rurali</strong> italiani 8 (tab. 2 e fig. 1).Ad oggi, sono stati ufficialmente riconosciuti sette <strong>distretti</strong> agro-alimentari e quattro <strong>rurali</strong> (tre in Toscana euno nel Lazio).Atto di riconoscimento e denominazione ufficiale <strong>distretti</strong>Regione Riferimento normativo denominazioneBasilicata DGR n. 1444 del 28/07/03 distretto agroindustriale del VultureDGR n. 855 del 12/10/04 distretto agro-alimentare del Metapontino e dei Fondovalle irriguiCalabria LR n .21/05 distretto agro-alimentare di qualità di SibariLazio LR n. 3/06 distretto rurale Monti CiminiLiguria LR 42/01 distretto agricolo florovivaistico del Ponente LigurePiemonte DGR n. 18-12449 del 10/05/04 distretto floricolo del Lago MaggioreDGR n. 35-6184 del 18/06/07 distretto del risoDGR n. 35-6184 del 18/06/08 distretto agro-alimentare orticoloToscana DGR n. 549 del 3/06/03 distretto rurale della MaremmaDec.ass. n. 5001 del 26/10/06 distretto rurale Vivaistico-ornamentale Provincia di PistoiaDec.ass. n. 5002 del 26/10/06 distretto floricolo interprovinciale Lucca-PistoiaGli elementi che hanno portato all’individuazione e al riconoscimento dei <strong>distretti</strong> sono estremamente differentitra Regioni, in quanto non esiste ancora una metodologia univoca di identificazione delle caratteristichedistrettuali. Infatti, se i <strong>distretti</strong> <strong>rurali</strong> toscani nascono per creare occasioni di sviluppo del territoriodelle Province a forte vocazione rurale, nel Lazio risponde ad esigenze di sviluppo di un territorio ricco distoria e tradizione.8 Come si evince dal presente quaderno, non sempre l’istituzione di un distretto agro-alimentare è dipesa dall’emanazione di una specifica disciplina giuridicaregionale, questo a sottolineare il carattere indipendente e spontaneo del sistema organizzativo in oggetto.42 RETE<strong>LEADER</strong>

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