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LEADER e distretti rurali - Inea

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Manifatturiero, il Tavolo Turismo-commercio-servizi, il Tavolo Servizi Pubblici e il Forum Sociale.Il Comitato di distretto (Cabina di regia), presieduto dal Presidente della Provincia, svolge funzioni di coordinamentoe orientamento generale, di elaborazione, di indirizzo e di gestione, tra cui:- coordinare lo svolgimento della concertazione;- modulare gli obiettivi e le azioni rivolte allo sviluppo qualificato del territorio;- individuare le forme di integrazione e le modalità di coordinamento dei programmi e degli interventi,al fine di garantire il massimo di efficienza e di efficacia;- indirizzare prioritariamente verso gli obiettivi e le azioni adottate le risorse disponibilità dei soggettilocali e quelle provenienti dagli strumenti di programma e di sostegno di carattere regionale, nazionalee comunitario;- sviluppare in modo coordinato assistenza e servizi qualificati verso gli attori e la comunità provinciale,per favorire l’incremento della progettualità ed allargare la base produttiva;- individuare programmi ed azioni rivolti alla diffusione di conoscenza ed innovazione e a valorizzare lerisorse umane;- svolgere le iniziative più adeguate di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti della comunitàlocale, rivolte a favorire la conoscenza degli obiettivi e delle attività del distretto e ad alimentare ilprocesso di partecipazione di vari livelli;- svolgere le iniziative occorrenti per la promozione del territorio e del distretto sul piano nazionale einternazionale.Il Comitato tecnico-scientifico, composto da idonei soggetti di carattere scientifico e tecnico, svolge funzionidi consulenza, assistenza e collaborazione al Comitato di distretto e approfondisce i temi dello sviluppodistrettuale, nonché le azioni rivolte all’integrazione settoriale e territoriale e dell’attuazione del programmadi distretto.La “formalizzazione” del distretto mediante il suo riconoscimento in base alla nuova normativa regionalerappresenta il consolidamento di una esperienza positiva, ma presenta il rischio del prevalere degli aspettiprocedurali e burocratici su quelli di sostanza. Inoltre la logica del distretto Rurale della Maremma, cosìcome concepito e definito nel corso degli anni ’90 (prima dunque della legge nazionale di orientamento),viene ad essere in parte “piegata” all’interpretazione della legge regionale, che di fatto non accoglie lavalenza di momento di coordinamento e concertazione delle politiche per lo sviluppo rurale, se non limitatamentead un certo numero di azioni da prevedere all’interno del PET (Belletti et alii, 2007).A livello locale invece, l’allargamento della logica del distretto rurale all’intero sistema economico provinciale,che traspare dal Piano economico territoriale, in particolare dalla estensione degli obiettivi e degliassi strategici e dal coinvolgimento di una pluralità di settori produttivi, rappresenta il riconoscimento dellapositività dell’esperienza condotta fino ad ora e conferma l’importanza che l’agricoltura e il mondo ruraleancora giocano per la Maremma e per le sue strategie di sviluppo.Allo stesso tempo l’allargamento apre numerose sfide per il Comitato di distretto, legate prima di tutto alla94 RETE<strong>LEADER</strong>

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