di delineare un distretto e la sua operatività è sembrata una “richiesta” proveniente dall’alto alla quale sideve rispondere.Analizzando le leggi regionali esistenti, emergono degli elementi comuni per la delineazione del distrettorurale che sono ispirati senza dubbio dalla definizione di distretto del decreto e che evidenziano quali sonogli aspetti ritenuti “caratteristici” di un’area distrettuale:a) la specificità delle produzioni locali (omogeneità di produzioni o filiere, certificazioni, tutele) e lorocoerenza con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali.b) l’integrazione tra attività agricole e altre attività economiche.c) la presenza di un sistema consolidato di relazioni tra imprese agricole e non e altri soggetti, quali istituzionilocali, finalizzate alla valorizzazione delle produzioni agricole, del turismo rurale, alla tuteladel territorio e del paesaggio rurale.Oltre a ciò, ciascuna Regione si è poi distinta per dei requisiti specifici sui quali si focalizza l’attenzione,come ad esempio:- la presenza di una offerta locale di servizi (assistenza tecnica e servizi di sviluppo) per soddisfare leesigenze di innovazione tecnologica e di formazione professionale per la valorizzazione del patrimonioagricolo e rurale (Calabria, Lazio, Piemonte);- il possesso, da parte delle imprese agricole, di risorse aziendali per attività di valorizzazione dei prodottiagricoli e del patrimonio rurale e forestale nonché di tutela del territorio e del paesaggio rurale(Calabria);- l’impatto sulle condizioni ambientali, sulla qualità della vita e del lavoro, sulla vitalità economica delterritorio (Toscana);- la memoria storica comune, l’identità storica e la paesaggistica omogenea (Toscana, Lazio).Nel processo di individuazione dei <strong>distretti</strong>, quindi, oltre ai requisiti di base, vengono delineati, da un lato,alcuni strumenti di cui il territorio deve dotarsi, sia di tipo economico che organizzativo, di accompagnamentoal percorso che porta alla costituzione dell’area distretto; dall’altro lato, viene sottolineata l’importanzadella tutela degli elementi ambientali e sociali del territorio.Nel complesso, comunque, la normativa regionale in tema di metodologia di individuazione dei <strong>distretti</strong> forniscetutt’al più un processo logico per le delimitazione dei caratteri del distretto, ma nella gran parte dei casirestano criteri molto generali. Restano perciò dei forti dubbi sulla dotazione, da parte delle regioni, di adeguatistrumenti per valutare le proposte di riconoscimento dei <strong>distretti</strong> provenienti dai singoli territori.In qualche caso le Regioni si sono dotate di una metodologia ben precisa con la quale i territori che si propongonocome distretto devono presentare le domande e di un sistema di indicatori per valutare tali domande.4.1 Il caso del distretto florovivaistico della Regione ToscanaLa delibera della Giunta Regionale Toscana n. 1269 del 13/12/2004 per il riconoscimento dei <strong>distretti</strong><strong>rurali</strong> stabilisce che il riconoscimento dei <strong>distretti</strong> <strong>rurali</strong> è condizionato al possesso. da parte dei territoriRETE<strong>LEADER</strong> 55
candidati, di specifici requisiti distinti in 3 tipologie: necessari, qualificanti, ovvero quei requisiti la cui mancanzadeve essere o giustificata o compensata, e aggiuntivi, ovvero requisiti a supporto della domanda. Lacondizione fondamentale, inoltre, è la presentazione di un programma di lavoro dal quale emerga il progettoeconomico-territoriale sottostante al distretto.Il programma di lavoro deve contenere:a) una diagnosi territoriale, da cui emergano i punti di forza e i punti di debolezza nello sviluppo del territorio,e dalla quale vengano messi in evidenza il condizionamento dall’esterno (dinamiche del territoriocircostante – interazione), il condizionamento dall’interno (dinamiche interne), le componentiambientali e territoriali, economiche, sociali, culturali, politico-istituzionali, la performance del territorioin base ad una analisi SWOT delle componenti e alla valutazione dell’efficacia delle politiche;b) l'indicazione degli obiettivi da raggiungere attraverso l'operato del distretto, definiti sulla base dell'analisieffettuata;c) l'illustrazione del piano di azioni necessarie per il raggiungimento dei suddetti obiettivi (piano pluriennalecon articolazione annuale). L’idea forza alla base è che il piano dovrà contenere le caratteristichedifferenziali del territorio e indicare i principi generali intorno a cui concentrare le azioni progettuali.Inoltre, particolare attenzione è dedicata alla definizione delle priorità, che si traduce nella selezionedel numero di obiettivi e di azioni previste (massimo otto) in modo da garantire la concentrazionedelle azioni e un loro ordinamento secondo la priorità;d) la verifica della coerenza e della integrazione/complementarietà (misure di altri strumenti di programmazionee altri ambiti: sanità, scuola, formazione e lavoro, recupero ambientale, sviluppo economico,turismo, infrastrutture, cultura, sociale, ecc.);e) la descrizione dell'impatto ambientale, economico e sociale delle azioni previste (indicatori specifici).Sebbene progettato ed applicato ad un settore specifico, quello florovivaistico, per cui si configurerebbe unmodello di distretto intermedio tra quello rurale e quello agro-alimentare, ciò che colpisce di questa deliberaè la volontà sottostante di strutturazione di un percorso che supporti la presentazione delle domande diriconoscimento e faciliti allo stesso tempo la valutazione da parte delle amministrazioni. Oltre alla specificadei requisiti iniziali, lo sforzo metodologico compiuto dalla Regione Toscana si traduce in un programma dilavoro articolato su livelli differenti: per ciascuna sezione del piano di lavoro vengono individuati degliaspetti rilevanti che devono essere descritti e per ciascun aspetto sono proposti degli indicatori di tipoquantitativo e qualitativo. Mentre gli indicatori quantitativi sono proposti esplicitamente, quelli qualitativisono suggeriti tramite domande che stimolano l’approfondimento. Inoltre essi nel complesso toccano tuttele componenti del territorio, da quelle fisiche a quelle economiche a quelle socio-culturali a quelle politicoistituzionali.Il valore aggiunto di un processo metodologico simile risiede nell’accurata fase di analisi delle caratteristichee delle esigenze di un territorio, punto di partenza essenziale per valutare l’utilità di costituire undistretto, ma anche nel guidare la costruzione progressiva di una strategia di sviluppo e di valorizzazione,56 RETE<strong>LEADER</strong>
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Rete Nazionale per lo Sviluppo Rura
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