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LEADER e distretti rurali - Inea

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aperta una nuova fase di rilancio della Progettazione Integrata.A seguito di questa revisione un gruppo di operatori pubblici e privati dell’area ha aperto una fase di concertazionea livello locale che ha portato alla presentazione e approvazione da parte della RegioneSardegna del Progetto Integrato “ Progetto pilota distretto sostenibile dell’Alto Oristanese.Questa esperienza ha evidenziato l’importanza:- di avere un quadro di riferimento per la programmazione delle azioni locali che lasci al territorio lapossibilità di definire il percorso strategico da perseguire;- della caratterizzazione culturale, geografica e identitaria che ha rafforzato la convinzione nel gruppodi partenariato che esistessero le precondizioni perché l’Alto-Oristanese-Sinis potesse “essere riconosciuto”come territorio dove sperimentare un percorso di distretto rurale sostenibile e condiviso;- di creare una struttura organizzativa capace di rendere permanenti processi partecipativi fra gli attorilocali;- di individuare una struttura operativa con forti competenze nella gestione di progetti di sviluppo integratocofinanziati e nelle attività di animazione territoriale (in questo caso è stato individuato il GALMontiferru Barigadu Sinis);- del ruolo che potrebbe essere svolto dal distretto nel coordinare attorno ad obiettivi generali di sviluppocondivisi i diversi progetti/azioni a favore del territorio realizzati da diversi soggetti pubblici/istituzionalie privati (il distretto si propone come cabina di regia delle politiche di sviluppo a livello locale).La terza esperienza, presentata in occasione del seminario da Catia Segnini (direttore del GAL FarMaremma) si differenzia notevolmente dalle precedenti. A differenza di tutta una serie di modelli e strumentitesi ad organizzare ed accompagnare i processi di sviluppo locale nati nell’ambito di politiche comunitarie,il modello distrettuale della Maremma ha seguito un iter inverso. In questa area le caratteristichedel sistema produttivo fortemente organizzato e ancorato al territorio, l’esperienza maturata con i <strong>distretti</strong>industriali, le esigenze di organizzazione di alcuni comparti agro-alimentari, hanno sviluppato, a fine anni’90, un forte dibattito scientifico intorno alla possibilità di “distrettualizzare” il settore agricolo. Nello stessoperiodo, la Provincia di Grosseto decideva di sperimentare il modello organizzando il distretto Ruraledella Maremma.Questa esperienza è particolarmente significativa perché è nata spontaneamente nel territorio e quinditrae la sua forza e si “scontra” anche con le difficoltà date dall’assenza di una quadro finanziario certoentro il quale programmare le proprie attività.Se consideriamo il progressivo processo di decentramento delle competenze per l’attuazione delle politicheche si sta realizzando nelle Regioni italiane verso unità amministrative più vicine al territorio. I territori<strong>rurali</strong> sembrano ancora incontrare difficoltà nel gestire processi di governance al di fuori dei confini disegnatidalle politiche comunitarie, nazionali e regionali per lo sviluppo dei territori <strong>rurali</strong>.64 RETE<strong>LEADER</strong>

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