- favorire e rafforzare il dialogo e il confronto tra i diversi soggetti inseriti nel tessuto produttivo, creandocondizioni favorevoli all'integrazione e alla sinergia sul piano operativo;- promuovere, sostenere e coordinare le iniziative di promozione commerciale e l'immagine del territorio;- promuovere attività conoscitive e informative finalizzate allo studio e al monitoraggio di problematichedi carattere economico, sociale, culturale, territoriale, ambientale;- favorire l'aggregazione e il confronto dei diversi interessi locali, gestendo momenti di riflessione e didiscussione, con il coinvolgimento di tutti i soggetti;- promuovere, in una logica di massima valorizzazione delle risorse disponibili e di ampio coinvolgimentodei soggetti e delle aree del distretto, il coordinamento della varie politiche di gestione e di sviluppodel territorio;- favorire un effettivo contributo distrettuale alla formazione dei documenti di programmazione economica,di pianificazione territoriale e agro-ambientale;- favorire le iniziative di programmazione negoziata e di patti d’area interessanti il territorio di competenza.La Regione Toscana ha dunque dato al distretto rurale un forte connotato di strumento di concertazione ecoordinamento per lo sviluppo integrato sostenibile delle aree <strong>rurali</strong>, basato per la sua costituzione su unprocesso di coordinamento dal basso. Esso – perfettamente in linea con la logica seguita in Maremmanella sua esperienza sul campo – non si configura come un'ulteriore sovrastruttura istituzionale, ma comeluogo di promozione permanente dell’integrazione tra soggetti diversi, pubblici e privati, agendo comecatalizzatore di iniziative a carattere cooperativo.Sia pure deputato a svolgere anche attività di comunicazione all’esterno, il distretto rurale non è dunqueun soggetto cui sono semplicemente demandate iniziative di marketing territoriale, e neppure una modalitàprivilegiata di accesso a specifiche risorse finanziarie aggiuntive. Il valore aggiunto derivante dallacostituzione di un distretto è rappresentato invece dai benefici indiretti legati ad un maggiore coordinamentodegli attori locali intorno a idee forza ben definite e strategie di riqualificazione e sviluppo con essecoerenti, che mediante il riconoscimento regionale ottengono una maggiore visibilità sociale e politica.Possibili effetti indotti per le imprese sono la fruizione di un insieme di servizi specifici in grado di aumentarela capacità competitiva territoriale e individuale, ma anche una maggiore capacità del territorio stessodi intercettare flussi di risorse sia nazionali che comunitarie.Relativamente agli aspetti di funzionamento, la LR 21 prevede che con l’accordo venga individuato uncoordinatore con compiti di referente (“di norma in una Provincia”), il quale svolgerà funzioni di ordineorganizzativo avvalendosi delle strutture degli stessi soggetti aderenti, e dunque senza che il distrettocostituisca una sua propria struttura organizzativa.RETE<strong>LEADER</strong> 91
La “formalizzazione” del distretto rurale della Maremma in base alla legge regionaleA seguito della legge regionale, la Provincia di Grosseto – in qualità di soggetto coordinatore – ha avanzatol’istanza di riconoscimento del distretto rurale della Maremma redigendo il relativo Progetto economico-territoriale(PET) in conformità del dettato della LR 21/2004 e della DGR 1269/2004.L’accordo per la costituzione del distretto, che interessa tutto il territorio provinciale, è stato sottoscrittodalla Provincia stessa, dai 28 Comuni e dalle tre Comunità montane in essa presenti oltre che da numerosisoggetti privati 13 .Come specificato nel PET approvato dal Consiglio provinciale il 30.03.2006, “l’obiettivo generale deldistretto Rurale della Maremma consiste nell’assumere il modello dello sviluppo rurale di qualità qualeleva per favorire lo sviluppo economico e sociale sostenibile della provincia di Grosseto, attraverso unincremento dei processi di qualità e innovazione, crescita e integrazione dei diversi motori produttivi,ammodernamento infrastrutturale, aumento dell’occupazione e valorizzazione delle risorse umane,miglioramento del welfare locale. Il distretto rurale è pertanto rivolto alla integrazione dei diversi settorieconomici in una logica di sistema territoriale e investe i problemi complessivi dello sviluppo economicosociale,ponendosi come sede e metodo di una governance che coinvolge tutti gli attori locali”.Il PET si prefigge una estensione dell’ambito di operatività del distretto assumendo lo sviluppo rurale diqualità come strategia generale per lo sviluppo socio-economico della provincia, ampliandone la portata aldi là del settore agricolo e delle attività ad esso maggiormente collegate e identificandolo come asse portantedello sviluppo locale in stretta relazione con il PASL provinciale, di cui il Progetto stesso viene intesocome un momento di attuazione in quanto ne ricomprende alcuni ambiti significativi.Il PET individua tre assi strategici di intervento:- infrastrutture e difesa dell’ambiente;- innovazione e competitività, espansione produttiva, qualità del territorio, dei prodotti, dei servizi evalorizzazione dei beni culturali ed ambientali;- occupazione, orientamento al lavoro, formazione, inclusione sociale, welfare locale.4.3 Le attività previste, risultati attesi e conseguitiGli obiettivi specifici prioritari del distretto e le relative azioni (vedi tabella successiva) sono individuati nell’otticadi privilegiare gli aspetti di tipo trasversale e l’integrazione tra le attività nel territorio nella pro-13 I soggetti privati che hanno sottoscritto l'accordo per il riconoscimento del distretto rurale della Maremma sono i seguenti: Camera di Commercio diGrosseto, Consorzio dell'acquedotto del Fiora, Consorzio di bonifica grossetana, Consorzio di bonifica Osa Albegna, Cgil, Cisl, Uil, Lega regionale Coop.comitato di Grosseto, Confederazione cooperative unione provinciale, Confederazione italiana agricoltori, Unione provinciale agricoltori, Federazioneprovinciale coltivatori diretti, Consorzio agrario provinciale, Confederazione nazionale artigianato, Confesecenti, Confcommercio, Associazione industriali,Associazione albergatori, Associazione imprese edili, Sps consortile a.r.l. F.A.R. Maremma, Associazione esercizi macchine agricole e frantoi.92 RETE<strong>LEADER</strong>
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Rete Nazionale per lo Sviluppo Rura
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INDICEINTRODUZIONE: Leader e distre
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integrate e interdipendenti, indivi
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patrimonio di relazioni, competenze
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CAPITOLO IIL DISTRETTO COME STRUMEN
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scarsa qualità delle risorse ambie
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che prevede la sollecitazione delle
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alimentari localizzati che dei sist
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petenze e risorse altrove non utili
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delle risorse locali di tipo umano,
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Orientamento stabilisce inoltre che
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Quanto più al distretto sono ricon
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5.3. Distretti rurali e Leader: alc
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BibliografiaBagnasco, A. (1999), Tr
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Iacoponi L. (1990), Distretto indus
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CAPITOLO IILA NORMATIVA DI RIFERIME
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