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IL NUOVO SAGGIATORE - Società Italiana di Fisica - If

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<strong>IL</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>SAGGIATORE</strong>30più importanti <strong>di</strong> tutta la storia della fisica,buon modello anche per la costruzione delleinterazioni deboli: non a caso era stato un attentoseguace <strong>di</strong> Wolfgang Pauli sin dagli annidella gioventù (e fu in casa <strong>di</strong> Bruno cheebbi occasione <strong>di</strong> incontrare Pauli e <strong>di</strong> provareuna soggezione in<strong>di</strong>cibile). Il concetto <strong>di</strong>simmetria <strong>di</strong>screta è poi un altro dei leitmotivdel suo modo <strong>di</strong> pensare, e ne troviamoimportanti manifestazioni in lavori degli anni’50 in cui introduce sia la simmetria chirale(la non conservazione della parità era stataappena scoperta) che le speculazioni più importantisul problema dell’inversione temporale.È <strong>di</strong> quegli anni un sodalizio con LuigiRa<strong>di</strong>cati e Giacomo Morpurgo, nonché conMarcello Cini: alcuni <strong>di</strong> noi più anziani ricordanoancora la vivacità delle <strong>di</strong>scussioni al secondopiano dell’e<strong>di</strong>ficio Marconi all’università<strong>di</strong> Roma. Molta della fisica teorica <strong>di</strong> alloraveniva concepita e sviluppata in corridoio, nelbraccio che andava dalla stanza <strong>di</strong> EdoardoAmal<strong>di</strong> a quella <strong>di</strong> Enrico Persico che, ognitanto, facevano capolino incuriositi e venivanocatturati ed edotti (con Marcello Conversi,che era in posizione me<strong>di</strong>ana).A quel tempo, la fisica italiana delle particelleelementari si stava affrancando dai raggicosmici: a Frascati, era in via <strong>di</strong> completamentoun sincrotrone per elettroni, sotto la<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Giorgio Salvini. Disporre <strong>di</strong> unfascio <strong>di</strong> particelle <strong>di</strong> alta energia era quanto<strong>di</strong> meglio si potesse desiderare. Le interazioniforti affascinavano Touschek ma, come hodetto, l’elettro<strong>di</strong>namica era il suo modellopre<strong>di</strong>letto, sicché arrivare alle interazioniforti attraverso l’elettro<strong>di</strong>namica era il suomodello pre<strong>di</strong>letto, sicché arrivare alle interazioniforti attraverso l’elettro<strong>di</strong>namica glisembrava la strada naturale: urti fra adroni,<strong>di</strong>ceva, fanno troppo «rumore»; molto megliola gentilezza degli elettroni. Gli adroni, <strong>di</strong>ceva,sono hooligans, teppisti e vanno bene peril CERN... Intanto, faceva modelli per risonanzeadroniche, convinto che nella nozione<strong>di</strong> risonanza fosse la chiave <strong>di</strong> volta per lacomprensione della materia nucleare. Questaconvinzione era un’altra delle sue rappresentazionipreferite, ora cercherò <strong>di</strong> spiegareperché. Intanto, scuoteva il capo scontentoper gli acceleratori <strong>di</strong> quell’epoca: certo, meglio,molto meglio dei raggi cosmici; ma chespreco! Un elettrone relativistico contro unbersaglio pesante, sia pure un protone, sprecaquasi tutta la sua energia nel moto finaledel centro <strong>di</strong> massa piuttosto che per produrre«reazioni», cioè stati finali interessanti connuove particelle (risonanze). Lentamente, sifece strada nella sua mente l’idea che si potessefare molto meglio e molto <strong>di</strong> più. Brunoimmaginava il vuoto fisico come un magazzino<strong>di</strong> «pezzi fondamentali», che si sarebberomanifestati come mo<strong>di</strong> normali del vuoto (risonanze,masse/frequenze caratteristiche ––il suo modo <strong>di</strong> ragionare era intrinsecamenterelativistico). Il problema era quello <strong>di</strong> «depositare»nel vuoto una ragionevole quantità<strong>di</strong> energia, qualificata con numeri quanticiappropriati, per eccitare questi mo<strong>di</strong> normalie portarli allo scoperto. Certo, non c’era daaspettarsi molto da stati iniziali carichi, o connumeri barionici o leptonici non nulli; dunquegli stati iniziali preve<strong>di</strong>bilmente più interessantinon potevano essere che stati <strong>di</strong> particella-antiparticella;in particolare, nel casoelettrone-positrone, i numeri quantici del sistemaavrebbero potuto essere quelli <strong>di</strong> unfotone, l’interme<strong>di</strong>ario pre<strong>di</strong>letto <strong>di</strong> ogniscambio energetico! Insomma, Bruno avevain mente una rappresentazione <strong>di</strong>elettrica delvuoto fisico: effettivamente, tra i suoi appuntimanoscritti si ritrovano alcuni tentativi <strong>di</strong> lavorarecon una costante <strong>di</strong>elettrica adronicadefinita in modo semiclassico. A quel tempo,ricordo, uno dei problemi era quello <strong>di</strong> qualeuso fare delle relazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione per loscattering: con gli acceleratori convenzionali,per esempio il Linac <strong>di</strong> Stanford (elettroni da500 MeV), Robert Hofstadter aveva misuratoi fattori <strong>di</strong> forma <strong>di</strong> nucleoni e nuclei, avevacioè ricostruito la geometria degli oggetti adronicia partire dalle figure <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione(formula <strong>di</strong> Rosenbluth) corrispondenti alloscattering elastico, cioè a momenti trasferitispace-like. Si trattava <strong>di</strong> estendere le misureal settore time-like! Il trasferimento <strong>di</strong> momentoavveniva per l’interme<strong>di</strong>ario <strong>di</strong> un fotone(virtuale, fuori del mass-shell) in entrambii casi: dunque, il prolungamento analiticodello scattering era l’annichilazione. Annichilazione<strong>di</strong> positroni su elettroni fermi,nemmeno a parlarne: energie <strong>di</strong>sponibili nelcentro <strong>di</strong> massa per produrre adroni, ri<strong>di</strong>cole.Ma si poteva pensare <strong>di</strong> sparare elettronicontro positroni in un anello magnetico, inmodo che il centro <strong>di</strong> massa fosse fermo. Il 7marzo 1960 Bruno fa un seminario ai LaboratoriNazionali <strong>di</strong> Frascati e propone <strong>di</strong> realiz-

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