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IL NUOVO SAGGIATORE - Società Italiana di Fisica - If

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<strong>IL</strong> <strong>NUOVO</strong> <strong>SAGGIATORE</strong>52rati da una seconda MOT e finalmente trasferitinella trappola magnetica. Il trasferimentonella trappola magnetica viene fatto in duepassi. La trappola a 4 bobine utilizzata ha infattiil minimo <strong>di</strong> campo a 5 mm dallo zero delquadrupolo (dove si forma la MOT). Per avereun efficiente trasferimento dalla MOT allatrappola magnetica, gli atomi vengono primaintrappolati nella trappola <strong>di</strong> quadrupolo equin<strong>di</strong> trasferiti a<strong>di</strong>abaticamente nella trappolaarmonica. A questo punto può cominciareil raffreddamento evaporativo.Temperatura, <strong>di</strong>mensioni e densità dellanuvola atomica durante il raffreddamento finoalla formazione del condensato <strong>di</strong> Bose-Einstein, vengono misurate facendo un’immaginein assorbimento del campione. Gli atomivengono illuminati da un breve impulso(A 50 ms) <strong>di</strong> luce risonante e l’ombra dellanube viene raccolta su una telecamera CCD.A causa dell’elevata densità ottica, per faremisure quantitative è preferibile, ultimata lafase <strong>di</strong> raffreddamento evaporativo, spegnerei campi <strong>di</strong> trappola ed attendere che il campioneespanda per alcuni millisecon<strong>di</strong>. L’aumentodelle <strong>di</strong>mensioni del campione durantel’espansione riduce anche un po’ le richieste<strong>di</strong> risoluzione spaziale per il sistema otticoche restano comunque stringenti trattandosi,alla fine, <strong>di</strong> «fotografare» circa un milione <strong>di</strong>atomi in una nube con <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> alcunecentinaia <strong>di</strong> mm. La fig. 5 si riferisce ad immaginiprese dopo il raffreddamento evaporativo,con valori sempre più bassi del valore<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofrequenza a cui si arresta la rampa.Nella prima immagine in alto a sinistra nonsi sono ancora fatti evaporare atomi a sufficienzaed il campione è ancora al <strong>di</strong> sopradella temperatura critica. In tutte le altreimmagini il «taglio» con la ra<strong>di</strong>ofrequenzaviene spinto sempre più in basso e semprepiù evidente <strong>di</strong>venta la componente <strong>di</strong> condensatoal centro. Un’importante osservazioneè che il condensato, a partire da una trappolaa simmetria cilindrica, espande in manieraasimmetrica, mentre la nube <strong>di</strong> atomiancora in fase gassosa segue un’espansioneisotropa (queste immagini sono state presecon un tempo <strong>di</strong> espansione <strong>di</strong> 20 ms). In fig. 6vengono riportate una sezione dell’immaginesulla CCD ed il fit del profilo <strong>di</strong> densità chevien fatto assumendo una <strong>di</strong>stribuzione gaussianaper il gas termico mentre per la componentecondensata il profilo <strong>di</strong> densità è unaFig. 6. – Sezione dell’immagine in assorbimento <strong>di</strong>una nuvola atomica che presenta sia una parte condensata(picco al centro) che una componente termica.La linea tratteggiata rappresenta il fit del profilo<strong>di</strong> densità che viene fatto con una gaussiana per lacomponente termica e con una parabola invertita perquella condensata. Dal fit vengono ricavati numero edensità <strong>di</strong> atomi nella frazione condensata (N A 10 4 ,n A 10 13 cm 23 ), numero <strong>di</strong> atomi e loro densità nellacomponente termica (N A 10 5 , n A 10 12 cm 23 ) e latemperatura della nuvola termica T A 200 nK.parabola invertita. Dalle <strong>di</strong>mensioni della nubetermica espansa si risale alle <strong>di</strong>mensionidella nube nella trappola armonica e quin<strong>di</strong>alla sua temperatura. La temperatura <strong>di</strong>transizione stimata è <strong>di</strong> A 200 nK. Una suggestivaricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale del profilo<strong>di</strong> densità attraverso la transizione dacampione termico a condensato puro è mostratain fig. 7.Si è già detto che il fenomeno della BEC,dopo le pioneristiche osservazioni al J<strong>IL</strong>A, alMIT ed alla Rice University, è stato riprodottosolo in un numero ancora limitato <strong>di</strong> laboratori,tutti molto avanzati tecnologicamente,che includono Stanford, Austin, Harvard, Yale,NIST-Gaithersburg negli USA, Tokyo eKyoto in Giappone, Otago in Nuova Zelanda,oltre ad un numero esiguo in Germania (adesempio il Max Planck <strong>di</strong> Monaco), Francia(Ecole Normale Superieure e Orsay) e GranBretagna (ad esempio Oxford) per quanto riguardal’Europa. In Italia, con finanziamentiCNR, INFM e MURST, si è svolto un programmanazionale sia teorico che sperimentaleche coinvolgeva anche le Università <strong>di</strong>Trento, Milano, Pisa e la Scuola Normale eche prevedeva la realizzare <strong>di</strong> un condensato

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