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Ecoideare Maggio Giugno N29

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COSMETICA BIO E NATURALE:<br />

SENZA INGANNI<br />

E PER TUTTE LE TASCHE<br />

di A. Spadoni e R.Anouchinsky<br />

rispettivamente responsabile sviluppo Eco Bio Cosmesi ICEA e BDIH - Milan Liaison Office<br />

L’evoluzione della Cosmesi naturale e biologica in Italia,<br />

come nel resto del mondo, non ha subito battute d’arresto<br />

nonostante la crisi e la conseguente brusca diminuzione<br />

dei consumi di massa, che pur non ha risparmiato la cosmetica.<br />

Il marketing strategico di praticamente tutte le aziende<br />

cosmetiche, dalle più grandi alle più piccole, dalla metà degli<br />

anni 2000 ha utilizzato in modo massiccio rivendicazioni legate<br />

alla naturalità, al biologico, al verde, all’ecologico, cercando di<br />

inseguire i consumatori di tutto il mondo che mostravano sempre<br />

più di voler utilizzare principi attivi e componenti realmente naturali<br />

nei loro shampoo, bagnoschiuma, creme e makeups. Prima<br />

consumatrice tra tutte le nazioni europee è la Germania, che<br />

guida il ranking di fatturato con 920m di EUR e una quota di<br />

mercato che si avvicina al 10% (2013), poi la Francia che segue<br />

con circa 400m di EUR e una quota di mercato pari al 3% - 4% e<br />

poi tutti gli altri stati che hanno un gran numero di consumatori<br />

affini alla cosmesi naturale: la Gran Bretagna, l’Italia, i Paesi<br />

Bassi, l’Austria, la Svizzera, la Scandinavia e oggi anche Russia,<br />

India e Cina.<br />

STILI DI VITA<br />

Il mondo della cosmetica se possibile è sempre più “natural<br />

inspired”, per usare una terminologia da addetti ai lavori e di<br />

facile traduzione, ma sprovvisto di regolamentazioni a livello<br />

internazionale che limitino l’uso indiscriminato di rivendicazioni<br />

assolutamente ingannevoli per il consumatore, dove vengono<br />

conclamati come naturali e biologici prodotti che non lo sono affatto.<br />

A questo proposito ricordiamoci sempre di leggere la lista<br />

INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients)<br />

degli ingredienti, obbligatoriamente stampata sul packaging del<br />

prodotto che vorremmo acquistare. In questo elenco i nomi delle<br />

sostanze sono posizionati in ordine decrescente per peso, e se è<br />

ben vero che ci vuole un occhio esperto per decrittare una nomenclatura<br />

spesso molto “chimica”, è altrettanto vero che molta<br />

informazione è accessibile oggi nell’era di internet dove i consumatori<br />

di tutto il mondo sono sempre più preparati ed attenti.<br />

L’olio di argan era praticamente sconosciuto nel 2008 mentre<br />

oggi (vedi figura 1) è il più presente nei prodotti per capelli e<br />

non solo per le sue qualità riconosciute, ma certamente anche per<br />

un effetto di marketing molto spinto che si è propagato agli altri<br />

oli e burri naturali (basti pensare al karitè).<br />

La frase “non contiene parabeni”, nonostante questi discussi<br />

conservanti siano ancora oggi i più presenti nei cosmetici e il<br />

loro impiego sia giudicato sicuro dagli esperti della Comunità<br />

Europea (1), è diventata la rivendicazione più utilizzata nel<br />

packaging cosmetico a comprova dei “desiderata” dei consumatori,<br />

mentre al contrario conclamare un prodotto come “tutto<br />

naturale” non viene più creduto dai consumatori stessi (figura<br />

2), che si sono fatti più avveduti e ricercano una certificazione e<br />

un logo affidabile sulla confezione del prodotto che acquistano a<br />

comprova di un contenuto realmente bio e naturale.<br />

La prima motivazione che ha decretato la crescente confidenza<br />

mostrata per i cosmetici naturali e bio è certamente una maggiore<br />

attenzione per ciò che mettiamo sulla nostra pelle, e ancor di<br />

più su quella dei nostri bambini. In numero sempre più crescente<br />

i consumatori, divenuti anch’essi globali, si tengono alla larga<br />

dai prodotti che contengano conservanti quali i suddetti parabeni,<br />

il fenossietanolo o i tioazolinoni, o antiossidanti quali il<br />

BHA o il BHT, i glicoli, i filtri solari chimici o nanoparticellari, i<br />

siliconi, i complessanti ad alto impatto ambientale come l’Edta,<br />

le fragranze e i coloranti sintetici, le molecole di derivazione<br />

petrolchimica, solo per citare alcuni dei componenti spesso presenti<br />

nei cosmetici convenzionali e che dovrebbero essere assenti<br />

in quelli certificati. Secondo fattore alla base di una continua<br />

crescita nel mercato dei prodotti certificati è la loro crescente<br />

varietà e disponibilità, dovuta sia all’estensione della rete com<br />

merciale che dalle erboristerie inizia oramai ad arrivare anche in<br />

Italia alla grande distribuzione, sia al crescente numero di aziende<br />

cosmetiche che lanciano continuamente nuovi brands e linee<br />

di prodotti certificati per presentarsi in modo onesto e trasparente<br />

ai consumatori che vogliono il bio e il naturale.<br />

La cosmetica naturale e biologica è infine avvantaggiata da una<br />

naturale propensione ad apprezzare e ricercare componenti quali<br />

gli estratti di piante, i burri, gli oli, i preziosi oli essenziali, ottenuti<br />

perlopiù con semplici metodologie fisiche di estrazione<br />

e purificazione e con processi sostenibili che non facciano uso<br />

di solventi derivati dal petrolio. Gli impieghi cosmetici degli<br />

estratti naturali sono difatti radicati nella cultura e tradizione<br />

popolare di tutto il mondo, dove la biodiversità con cui si esprime<br />

il pianeta ha determinato lo sviluppo di ingredienti e prodotti<br />

unici e diversificati che, nel corso dei secoli, hanno riflesso le<br />

storie stesse e le differenze fra i popoli.<br />

E se l’olio di argan era come dicevamo sconosciuto prima del<br />

2008, in Marocco le sue virtù e le sue proprietà così indicate per<br />

la cura dei capelli erano cosa nota fin dai tempi più antichi; così<br />

come in Siberia e nelle terre altaiche è da sempre noto l’utilizzo<br />

degli estratti di rodiola rosea, radice dai grandi poteri energizzanti<br />

e tonificanti che i guerrieri di Tamerlano consumavano regolarmente,<br />

e che oggi ritroviamo in molti dei cosmetici che ci<br />

vengono proposti dalle varie case. In questo contesto di sviluppo<br />

del naturale e del bio, destinato a durare negli anni, sempre più<br />

assume importanza la certificazione cosmetica volontaria come<br />

unica forma di trasparenza e tutela dei produttori specializzati e<br />

dei consumatori.<br />

Per restare nel tema del numero della rivista, che vuole focalizzare<br />

proposte e idee per migliorare, alcuni spunti interessanti che<br />

nascono dall’esperienza di questi ultimi anni possono rivelarsi<br />

molto importanti:<br />

La compiuta armonizzazione dei processi di certificazione:<br />

il settore non è normato come dicevamo poc’anzi, e molte e<br />

diverse sono le certificazioni di prodotto su base volontaria in<br />

osservanza di uno dei tanti standard e disciplinari che affollano<br />

il mercato della cosmetica bio e naturale in tutto il mondo, contribuendo<br />

a creare enorme confusione fra i produttori e i consumatori.<br />

Il cosmetico è difatti un prodotto complesso, e definire<br />

bio una crema non è esattamente la stessa cosa che definire bio<br />

una pera presa direttamente da un albero.<br />

Nel cosmetico sono presenti diverse famiglie di ingredienti<br />

(l’acqua, le sostanze minerali e inorganiche che possono essere<br />

naturali o di sintesi, gli estratti e gli oli e gli altri ingredienti ottenuti<br />

con metodologie fisiche di estrazione, l’estesissima categoria<br />

degli ingredienti ottenuti per sintesi chimica, i conservanti), e<br />

regole condivise devono poter definire criteri credibili e rigorosi<br />

per tutte le tipologie possibili di materie prime e prodotti cosmetici.<br />

Non è certo un compito facile, ma il primo gennaio 2017 si<br />

avvicina a grandi passi quando si completerà il lavoro di armonizzazione<br />

che i principali attori del settore hanno intrapreso nel<br />

lontano 2003, e lo Standard COSMOS (2) sostituirà definitivamente<br />

i principali disciplinari cosmetici che oggi regolamentano<br />

il settore. Scompariranno gli standard ECOCERT francese e<br />

BDIH tedesco, i principali e più seguiti con oltre 1000 aziende<br />

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ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2015<br />

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