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Ecoideare Maggio Giugno N29

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Quali piante?<br />

Spiegato il metodo è necessario ora fornire indicazioni in merito<br />

alle piante da utilizzare:<br />

● chrysalidocarpus lutescens;<br />

● sansevieria trifasciata - lingua di suocera;<br />

● epipremnum aureum - scindapso.<br />

Ognuna di queste ha proprietà tali da essere impiegata in ambienti<br />

specifici:<br />

● la prima all'interno delle zone a giorno trasforma l'anidride<br />

carbonica in ossigeno e servono quattro di queste piante per<br />

ogni persona presente;<br />

● la seconda nelle camere da letto in quanto trasforma CO2 in<br />

ossigeno la notte e servono 6 piccole piante a persona, mentre<br />

la terza è una pianta ad attività specifica;<br />

● la terza rimuove formaldeide ed altri inquinanti dall'aria.<br />

La ricerca è stata condotta in un edificio per quindici anni in<br />

cui ci sono circa 300 occupanti con 1200 piante, con risultati<br />

sorprendenti: il 42% dei residenti ha visto aumentare la quantità<br />

di ossigeno nel sangue dell'uno per cento, risiedendo nell'edificio<br />

per 10 ore. L'edificio è il più salubre di tutta l'India, ha una<br />

minore incidenza delle seguenti patologie:<br />

● irritazione agli occhi – 52%;<br />

● problemi respiratori – 34%;<br />

● cefalea – 24%;<br />

● insufficienza polmonare – 12%;<br />

● asma – 9%.<br />

Ovvia conseguenza è che la produttività delle persone che lavorano<br />

nell'edificio è aumentata del 20%.<br />

Questa ricerca deve farci riflettere anche sui risvolti della vita<br />

quotidiana delle nostre case: quante ore trascorriamo? Quali sorgenti<br />

di inquinanti ci sono all'interno? E che tipo di aria mi entra<br />

dall'esterno? Che tipo di vita conduciamo?<br />

Se per gli uffici si può pensare di progettare attraverso dati statistici,<br />

nel caso di abitazioni è necessario un progetto che risponda<br />

perfettamente ed in modo flessibile alle esigenze dei residenti.<br />

Questo sforzo di confronto e di comprensione reciproca fra<br />

progettista e committente porta sempre a risultati di efficienza<br />

dell'involucro, di maggior comfort, di minori costi dell'edificio<br />

e della gestione dello stesso, ma soprattutto di migliore qualità<br />

della vita.<br />

Conclusioni<br />

Il 60% della popolazione mondiale trascorre il 90% del proprio<br />

tempo in ambienti chiusi in città con più di un milione di abitanti,<br />

spesso “obbligando” progettisti e costruttori all'impiego di<br />

impianti meccanici complessi ed energivori.<br />

L'impiego di sistemi naturali di purificazione dell'aria, consente<br />

di migliorare il rendimento delle soluzioni passive per riscaldare<br />

gli edifici, garantendo risultati di efficienza energetica maggiore<br />

ed un migliore comfort ambientale con una riduzione nel<br />

consumo di materiali da costruzione.<br />

E molte delle nuove generazioni trascorrerà ancora maggiore<br />

tempo all'interno degli edifici scolastici, che molti vorrebbero<br />

“impoverire” con impianti di condizionamento. Di fronte a questa<br />

crescente tendenza di uso degli impianti, dobbiamo contrapporre<br />

il desiderio di usare la conoscenza per risolvere i problemi<br />

del nostro abitare. Vi sono molte ricerche in questo ambito, pochi<br />

testi a carattere informativo e ancor meno leggi. Se comprensibile<br />

in territori con periodi freddi molto prolungati, non si<br />

comprende questo silenzio in Italia, dove applicando le tecnologie<br />

esistenti e le conoscenze storiche del costruito la stagione di<br />

riscaldamento potrebbe ridursi a soli tre mesi (contro gli attuali<br />

6 della pianura padana). ■<br />

RINNOVABILI<br />

ED EFFICIENZA ENERGETICA,<br />

ACCOPPIATA SOSTENIBILE<br />

di Silvano Benitti<br />

ECOABITARE<br />

Kamal Meattle<br />

Ingegnere ambientalista indiano, ricercatore, fondatore del<br />

Paharpur Business&Software Technology Park a New Dehli,<br />

ha iniziato nel 1992 le sue ricerche per non cedere all’alto<br />

inquinamento dell’aria della sua città che gli aveva ridotto del<br />

70% la capacità polmonare. Divese testate di settore e non si<br />

sono occupate delle sue ricerche, riscontrandone i risultati.<br />

Bibliografia<br />

J.M. Mauskar, Epidemiological Study on effect of air pollution<br />

on human health in Delhi, Parivesh Bhawan C.B.D.<br />

Dati inquinanti in Lombardia, Arpalombardia.it<br />

Hassan Fathy, Architecture for the poor, Univerity of Chicago Press.<br />

J. Girman, T. Phillips, H. Levin, Critical Review: How well<br />

do house plants perform as indoor Air Cleaners?<br />

AA.VV. Zero and Net-Zero Energy Buildings + Home<br />

K.Meattle, How to grow fresh air, ted.com<br />

Processo storico e filosofie di vita sostenibile<br />

Nel 1968 frequentavo il terzo anno del Politecnico di<br />

Torino: fuori le contestazioni studentesche, dentro la<br />

fatica di dover frequentare otto ore al giorno e di studiare<br />

nelle ore rimanenti e nel fine settimana. Conflitto tra il giusto<br />

(laurearsi in tempo per iniziare a lavorare, per la propria dignità<br />

e per aiutare la famiglia) e l’ideale (manifestare per le strade,<br />

sull’onda delle idee sul new age che si propagavano da fuori).<br />

Conflitto tra il modello fordista della FIAT (il controllo dei tempi<br />

all’interno della fabbrica era lo spirito imperante) e il modello<br />

di vita consumistico che era ormai entrato nello spirito di tutti e<br />

che faceva dimenticare le interminabili code nella città e l’aria<br />

resa irrespirabile dalle ciminiere e dai motori inquinanti. Si stava<br />

in quei tempi creando quasi inconsciamente il mondo di oggi:<br />

produrre-consumare-sprecare, senza limiti. Qualcuno tra noi,<br />

più intuitivo o più idealista, tracciava nuove strade che avrebbero<br />

portato da lì a poco al biologico ed alla bioarchitettura; ma<br />

molti di questi, finito il boom dell’idealismo, si ritrovano oggi a<br />

programmare con amici l’apericena di turno o la pizza di turno,<br />

senza preoccuparsi se il grano che mangia è OGM e se l’acqua<br />

che beve è “gestita” in bottiglie di plastica dalla stessa multinazionale<br />

che 30 anni prima era nel mirino della contestazione.<br />

Che cosa è rimasto del vecchio idealismo?<br />

Poco, molto poco. La parola comunista è abolita, il pensiero liberale<br />

è sostituito dal liberalismo sfrenato con la concentrazione<br />

del potere mondiale in poche mani di finanzieri spregiudicati, il<br />

pensiero religioso è inquinato da scandali materialistici.<br />

Eppure c’è un filo conduttore che non si è spento e che ha permesso<br />

di costruire qualcosa che avevamo in programma: l’utilizzo<br />

scientifico delle energie rinnovabili, l’applicazione di<br />

sistemi costruttivi orientati al risparmio energetico, le produzioni<br />

crescenti di cibi biologici. Il tutto in quantità ancora troppo<br />

ristrette rispetto ai bisogni della società e dell’ambiente. Ma<br />

la speranza di una crescita “giusta” della comunità mondiale è<br />

nell’aria, anche e persino nei corridoi del Parlamento.<br />

Crescita giusta: per me è ancora nel rinnovare e nell’estendere<br />

i princìpi della macrobiotica e dell’antroposofia (vorrei stimolare<br />

chi non sa ad approfondire i criteri e le qualità dell’agricoltura biodinamica)<br />

e nell’applicare uno stile di vita orientato alla “decrescita”<br />

inteso a considerare i beni comuni, il libero pensiero, la cultura<br />

come strumenti basilari su cui costruire la felicità ed i rapporti<br />

sociali. Non solo PIL dunque, non solo finanza o finanza creativa.<br />

Il 1968 rappresentò il culmine delle contestazioni sociali in<br />

Francia contro il consumismo ed il capitalismo, contestazioni<br />

iniziate negli USA all’inizio degli anni ’60. Fatti storici giudicati<br />

oggi con luci ed ombre secondo l’ottica e l’obiettivo di chi<br />

analizza, ma indubbiamente fatti che hanno creato i presupposti<br />

di un mondo migliore. I decenni successivi al ’68 furono caratterizzati<br />

da eventi mondiali con la partecipazione di Associazioni,<br />

Governi, tecnici e scienziati, organizzati nell’ambito dell’ONU<br />

con l’obiettivo di fissare principi legali per la protezione ambientale<br />

e per lo sviluppo sostenibile.<br />

Tappe significative:<br />

● Summit della Terra, con la Dichiarazione di RIO sullo sviluppo<br />

sostenibile (15 giugno 1992) e il Programma di Azioni per il<br />

21° secolo (Agenda 21)<br />

● Rapporto Brundtland sullo sviluppo sostenibile (4 agosto 1987)<br />

● Protocollo di Kyoto (16 marzo 1998)<br />

30 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2015<br />

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