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Nutrire la vita.<br />
Ecco alcune proposte (su carta e a convegno)<br />
Editoriale<br />
Sostenibilmente<br />
a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />
Come i lettori più attenti avranno<br />
intuito, negli ultimi numeri di <strong>Ecoideare</strong><br />
abbiamo deciso di affrontare<br />
il tema proposto da Expo 2015 a<br />
modo nostro, invertendo i termini:<br />
“Nutrire la vita. Energia per il pianeta”.<br />
Abbiamo cioè deciso di vedere<br />
le cose così: solo un “uomo nuovo”<br />
può salvare il pianeta (o, meglio, la<br />
nostra casa: il pianeta infatti continuerà<br />
a vivere tranquillamente<br />
anche dopo l’eventuale estinzione<br />
umana).<br />
Dopo aver indicato i punti di partenza,<br />
ci siamo soffermati sull’importanza<br />
della consapevolezza. Ora<br />
lanciamo delle proposte: abbiamo<br />
chiesto agli esperti che ci accompagnano<br />
di “aprire” ai nostri lettori<br />
delle finestre su come potrebbe essere<br />
il mondo in cui viviamo se a governarci<br />
ci fossero creatività, intelligenza<br />
e sapienza. Abbiamo chiesto<br />
il loro punto di vista sulle azioni da<br />
intraprendere per accelerare il cambiamento,<br />
per rendere più sostenibile<br />
la nostra permanenza su questa<br />
terra e non continuare a devastarla.<br />
I risultati ci paiono interessanti.<br />
Marco Cagelli, nella sua proposta<br />
“Respirare meglio senza impianti”,<br />
ci indica 3 piante per rendere salubre<br />
l’aria nelle abitazioni. Gianni<br />
Cavinato, illustrandoci la proposta<br />
sul “mangiare sano”, ci ricorda la<br />
funzione dell’orto familiare come<br />
emblema delle nostre radici alla Terra.<br />
Rodrigo Rodriguez, nel rispondere<br />
al quesito su quale sarà l’uomo<br />
nuovo che può salvare il pianeta, ci<br />
racconta il bell’aneddoto dei 617<br />
studenti in Tanzania che giurano il<br />
loro impegno ecologico. Dario Sonetti,<br />
intervistando il presidente del<br />
biodistretto Vallecamonica, ci parla<br />
de “La scommessa dei Biodistretti”.<br />
A proposito di Sonetti: nel bellissimo<br />
pezzo “Vivir bien o vivir mejor”<br />
risponde da biologo alla domanda<br />
«Dobbiamo trovare<br />
le idee e i mezzi per riuscire a creare<br />
un equilibrio sostenibile tra le dimensioni<br />
demografiche economiche globali e la concreta<br />
possibilità che la terra riesca a reggerle.»<br />
(A. Peccei)<br />
che tutti ci poniamo: perché una<br />
specie autocosciente, forse l’unica<br />
sul nostro pianeta, non è in grado<br />
prevedere e agire conseguentemente<br />
per evitare alcuni esiti nefasti delle<br />
sue azioni?<br />
Non ci fermiamo qui. Le proposte<br />
che leggete su questo numero sono<br />
la partenza per una discussione e<br />
“chiacchierata” che faremo a breve.<br />
Alla Libreria Popolare di Via Tadino<br />
a Milano, il 27 maggio, dalle<br />
18.45 alle 21 ci “accapiglieremo”<br />
sulle “Proposte fuori Expo per Nutrire<br />
la vita”. L’invito è aperto a tutti<br />
coloro che hanno voglia di contribuire<br />
e/o ascoltare: per raccogliere<br />
e scambiarci pareri sui temi della<br />
biodiversità, della consapevolezza,<br />
dell’alimentazione, del territorio,<br />
dell’utilizzo delle rinnovabili.<br />
Stiamo lavorando per crescere. Siamo<br />
soddisfatti perché, anche se non<br />
a frotte, gli abbonati di <strong>Ecoideare</strong><br />
aumentano. E questo è un buon segno.<br />
Grazie!<br />
Buona lettura!<br />
Edgar Meyer<br />
opera di Renato Giananti<br />
Serenella Sala<br />
Dottore di ricerca in ecologia<br />
applicata, è ricercatore<br />
nell’ambito della scienza della<br />
sostenibilità.<br />
LE ESPOSIZIONI UNIVERSALI E LA<br />
SOSTENIBILITÀ<br />
Il 1 maggio ha finalmente aperto l’esposizione<br />
universale 2015, con sede a<br />
Milano. Come tutti sappiamo, il tema di<br />
EXPO 2015 è Nutrire il pianeta, energia<br />
per la vita.<br />
La scelta di questo tema ha dato impulso<br />
all’avvio di numerose iniziative correlate<br />
alle grandi sfide del nostro millennio, già<br />
evidenziate ampiamente dalle Nazioni<br />
Unite tramite la definizione dei Millennium<br />
Development Goals (www.un.org/<br />
millenniumgoals/), ovvero gli obiettivi di<br />
sviluppo per il nostro millennio: la lotta<br />
alla povertà, la garanzia di accesso al cibo<br />
e all’acqua per tutta la popolazione mondiale,<br />
la tutela degli ecosistemi e della loro<br />
funzionalità, ecc.<br />
La sostenibilità, in tutti i suoi aspetti, sarà<br />
quindi il fil rouge di tutti i padiglioni, delle<br />
installazioni e degli eventi che avranno<br />
luogo durante i sei mesi dell’esposizione.<br />
L’impatto dell’uomo sull’ambiente, e la<br />
necessità di ottimizzare l’uso delle risorse<br />
è stato introdotto per la prima volta<br />
nell’esposizione universale di Montreal<br />
del 1967, dedicata a “L’uomo e il suo<br />
mondo”.<br />
In occasione di EXPO 1967 R. Buckminster<br />
Fuller realizzò per il padiglione<br />
americano una cupola geodetica, ovvero<br />
una struttura in grado di ottimizzare l’uso<br />
degli spazi mettendo a disposizione il<br />
massimo volume possibile con la minima<br />
superficie.<br />
Analogamente, il nuovo quartiere di Montreal,<br />
Habitat 67, costruito in occasione<br />
dell’esposizione e ancora oggi abitato, costituiva<br />
un progetto architettonico innovativo,<br />
ideato dall’architetto Moshe Safdie,<br />
finalizzato alla ricerca di nuove prospettive<br />
di occupazione dello spazio urbano e<br />
di creazione di un ambiente abitativo più<br />
sostenibile.<br />
Anche per l’esposizione di Hannover del<br />
2000 fu scelto un tema che metteva in relazione<br />
uomo e ambiente: “Umanità, Natura,<br />
Tecnologia”.<br />
A partire da questa edizione dell’esposizione<br />
universale, è stata posta sempre<br />
maggiore attenzione non più solo ai progressi<br />
tecnologici, ma più in generale allo<br />
sviluppo futuro della società.<br />
EXPO 2015 si inserisce dunque in questo<br />
contesto, partendo da un tema che è alla<br />
base di qualsiasi discussione sulla sostenibilità.<br />
Per questo motivo, è stata più volte<br />
sottolineata la necessità di garantire la sostenibilità<br />
anche nell’organizzazione della<br />
manifestazione stessa, dalla pianificazione,<br />
alla realizzazione (i sei mesi di apertura)<br />
alla gestione della fase post-evento.<br />
In merito a questo aspetto sono state mosse<br />
numerose critiche, ad esempio per quanto<br />
riguarda la costruzione delle infrastrutture<br />
Dottore di ricerca in scienze<br />
ambientali, è ricercatore<br />
nell’ambito della scienza della<br />
sostenibilità.<br />
e del sito espositivo, che ha comportato<br />
la conversione di un’area semi-rurale in<br />
un’area urbanizzata, con l’impermeabilizzazione<br />
del suolo in tutta l’area espositiva,<br />
che difficilmente potrà essere riconvertita<br />
in area non urbanizzata alla fine dell’evento.<br />
D’altra parte, per la prima volta<br />
sono stati inseriti criteri di sostenibilità<br />
nelle gare per la progettazione degli spazi<br />
espositivi direttamente gestiti dalla società<br />
Expo 2015 S.p.A, responsabile della gestione<br />
dell’evento.<br />
Inoltre, EXPO 2015 sarà la prima esposizione<br />
universale (ed il secondo evento<br />
mondiale, oltre alle Olimpiadi di Londra<br />
2012) ad ottenere la certificazione del proprio<br />
Sistema di Gestione Ambientale secondo<br />
la norma ISO 20121.<br />
Il quesito rimane dunque aperto, soprattutto<br />
perché non è ancora stato definito nei<br />
dettagli il piano di riconversione del sito<br />
espositivo e la destinazione dell’area alla<br />
fine della manifestazione.<br />
In attesa di una risposta, auguriamoci di<br />
poter trarre dall’esposizione e da tutti gli<br />
eventi correlati, tutti gli spunti possibili<br />
per costruire una società più sostenibile! ■<br />
Serenella Sala e<br />
Valentina Castellani<br />
Valentina Castellani<br />
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