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RESPIRARE<br />
MEGLIO<br />
ECOABITARE<br />
SENZA<br />
IMPIANTI<br />
di Marco Cagelli<br />
Sansevieria trifasciata<br />
Sostenibilità è una parola molto usata in questi anni. Ha<br />
sostituito altre parole, altre abitudini. Il costante cambio<br />
di parole per descrivere un modo di progettare o un<br />
comportamento, mi fa sempre pensare che in realtà si<br />
voglia evitare di comprendere il significato profondo di quella<br />
parola.<br />
Accade lo stesso con le molte case sostenibili, net zero energy<br />
building, case passive... che sembrano uscite da un film di fantascienza:<br />
impianti di ventilazione ovunque, descrizione di un<br />
comfort ideale, sottolineatura dell'avanzamento tecnologico.<br />
Hassan Fathy aveva ragione: gli architetti (e gli ingegneri dico io)<br />
sono come dei calciatori che per fare gol facilmente usano il cannone.<br />
Per usare un tormentone, vogliono vincere facile. Ma come<br />
il tormentone, tale atteggiamento sottolinea una dipendenza: gli<br />
impianti diventano centrali nel raggiungimento degli obiettivi di<br />
comfort ambientale, lasciando al professionista la libertà di fare<br />
quello che desidera, senza comprendere, capire, fare proprio il<br />
senso della parola sostenibilità. L'importante è realizzare un bel<br />
rendering, condividerlo in rete ed attendere che diventi un successo.<br />
Se questo è il messaggio dominante, fortunatamente nel<br />
mondo si stanno facendo progressi per dare una cornice scientifica<br />
a conoscenze storiche, entrate anche nella cultura popolare.<br />
E' il caso del lavoro svolto, fra gli altri, dal prof. Kamal Meattle.<br />
Già la NASA negli anni 80 aveva provveduto a ricercare le<br />
piante perfette per bonificare l'aria, nell'ottica di migliorare la<br />
presenza umana nello spazio senza ricorrere unicamente agli impianti.<br />
Ma il prof. Meattle ha spinto tale ricerca nella direzione di<br />
dimostrare come alcune tipologie di piante possano consentire di<br />
mantenere elevati standard di qualità dell'aria. Colpito da allergia<br />
agli inquinanti presenti nell'aria di New Dheli, ed informato<br />
della possibilità che tale fenomeno fosse per lui letale, si è dedicato<br />
ad individuare metodi naturali che risolvessero il problema.<br />
Dopo anni di prove e studi ha così individuato tre tipologie<br />
di piante che possono essere adottate nelle nostre abitazioni e<br />
dei nostri uffici per migliorare l'aria interna. Questa soluzione<br />
consente di ridurre i VOC e la concentrazione di CO2, con la<br />
possibilità di riduzione dei ricambi d'aria richiesti e conseguente<br />
riduzione dei consumi energetici. Non è cosa da poco!<br />
Si deve infatti considerare che le possibilità di realizzare involucri<br />
che non disperdono energia, ha portato gli scambi per<br />
ventilazione a divenire quota significativa degli ulteriori margini<br />
di miglioramento del bilancio energetico dell'edificio. Per tale<br />
ragione, in tutti i testi sugli edifici che tendono ad energia netta<br />
zero, si trovano indicazioni per la realizzazione di impianti meccanici<br />
di ventilazione.<br />
Ma se riuscissimo a garantire una qualità dell'aria adeguata senza<br />
tali impianti? Quali sarebbero i benefici?<br />
1) riduzione del costo di costruzione, in quanto avremmo<br />
meno impianti meccanici;<br />
2) riduzione del costo di gestione, in quanto gli impianti di<br />
ventilazione devono essere mantenuti efficienti e puliti per<br />
tutta la vita;<br />
3) maggiore possibilità di integrazione di altri sistemi passivi<br />
(serre bioclimatiche, muri di Trombe...), che consentono<br />
preriscaldamento dell'aria o riscaldamento passivo degli spazi<br />
abitativi;<br />
4) minore dipendenza energetica in quanto anche quella parte<br />
di energia per il funzionamento degli impianti verrebbe meno<br />
e la riduzione dei ricambi d'aria riduce i consumi energetici<br />
anche del 15%;<br />
5) maggiore varianza dei parametri termici, a parità di<br />
comfort, con indubbio vantaggio per la nostra salute.<br />
Certo un modo meno istantaneo di risolvere i progetti, ma che richiede<br />
l'impiego dell'unica vera fonte rinnovabile: il nostro cervello.<br />
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ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2015<br />
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