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Ecoideare Maggio Giugno N29

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AGRICOLTURA, PAESAGGIO,<br />

AMBIENTE: DESTINO COMUNE.<br />

IL RUOLO STRATEGICO DELL’ AGRICOLTURA PERIURBANA<br />

di Paola Santeramo<br />

Presidente ISTVAP<br />

“Non c’è nulla di più fragile dell’equilibrio dei bei luoghi…<br />

Il minimo restauro imprudente inflitto alle pietre,una strada asfaltata<br />

che contamina un campo dove da secoli l’erba spuntava in pace creano l’irreparabile.<br />

La bellezza si allontana, l’autenticità pure”(Margherite Yourcenar).<br />

Queste parole riaffiorano nella memoria ogni qualvolta<br />

mi lascio alle spalle la città per inoltrarmi nella campagna.<br />

Si percorrono aree che sono prossime alla città ma che non sono<br />

ancora campagna aperta, in cui il territorio urbano e quello agricolo<br />

si compenetrano, e si uniscono in maniera non felice e non<br />

risolta. Occorre, invece, che si mantenga un tessuto consolidato<br />

di connessione tra la città e la campagna, attraverso il contributo<br />

di un’agricoltura sostenibile e fortemente relazionata con il<br />

territorio urbano, affinché si soddisfi un ‘bisogno’ in termini di<br />

qualità del vivere sotto forma di bellezza del paesaggio, qualità<br />

dell’aria e dell’alimentazione, prevenzione del dissesto idrogeologico,<br />

tutela della biodiversità, che per lo meno pari titolo rispetto<br />

ad altri bisogni come i trasporti, la casa… Esso può offrire<br />

opportunità importanti alle aziende agricole legate alla domanda<br />

di un potenziale mercato che richiede: qualità e sicurezza dei<br />

prodotti alimentari, fruizione del territorio e servizi di qualità<br />

ambientale. Altrettante opportunità possono essere offerte partendo<br />

dal concetto di città-parco, ossia un sistema periurbano<br />

costituito da aree urbanizzate, aree naturali, aree agricole, vie<br />

di comunicazione, con lo sviluppo di un bilancio di sostenibilità<br />

socio-ambientale applicato a questo sistema.<br />

L’idea di un modello di bilancio di sostenibilità per le aree periurbane<br />

a rilevante attività agricola, si inserisce nel percorso<br />

scientifico di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza delle<br />

politiche di promozione dello sviluppo sostenibile attraverso<br />

metodi della contabilità ambientale e della rendicontazione sociale.<br />

E’ il passaggio dalla one bottom line alla triple bottom<br />

line, che considera e valuta contemporaneamente dimensione<br />

economica, sociale ed ambientale.<br />

Nel dibattito sulla metropoli le aree periurbane sono considerate<br />

della massima importanza per la sperimentazione di nuove forme<br />

di urbanità complessa. Se il territorio periurbano è stato<br />

considerato come prolungamento di servizio della città, in cui<br />

trasferire poli di attrazione e di incontro di grande dominanza,<br />

ospitando centri commerciali, aeroporti e nuovi insediamenti,<br />

oggi appare opportuno trovare un modello che consenta di valutare<br />

l’effetto complessivo di sistema degli insediamenti urbani<br />

e periubani, e di poter avviare una riflessione sul percorso di<br />

sviluppo di queste aree. Intorno alle parti più dense della città<br />

esistono zone di raccordo dove la città si destruttura, annettendo<br />

spazi agricoli sempre più ampi all’allontanarsi da essa, fino a<br />

che l’ambiente diventa proprio della campagna. Queste sono le<br />

zone in cui col tempo la campagna ha ceduto e cede spazio alla<br />

città, con un elevato impatto ambientale, culturale e produttivo<br />

diretto sui territori urbanizzati, e indiretto sui suoli rimasti<br />

agricoli ma ormai dispersi come residuo delle attività del passato.<br />

Il ruolo dell’agricoltura di prossimità delle aree urbane può<br />

essere assai rilevante e ancora di più potrebbe esserlo attraverso<br />

politiche mirate. I servizi e le funzioni che la caratterizzano e che<br />

possono contraddistinguerla riguardano la possibilità di offrire<br />

prodotti alimentari di qualità, l’agricoltura sociale, l’agrienergia,<br />

la creazioni e la fruizione di aree boschive, la conservazione<br />

del paesaggio, l’agriturismo, la gestione del verde pubblico. Si<br />

tratta quindi di un ruolo tutt’altro che caratterizzato da attività<br />

residuali in attesa di approfittare dell’espansione urbana, mentre<br />

oggi c’è il rischio che esso venga poco compreso a causa di un<br />

approccio parziale e spesso focalizzato solo sui problemi delle<br />

pressioni ambientali indotte e sulla discontinuità che i territori<br />

agricoli realizzano rispetto agli “abituali” luoghi dell’urbanizzato.<br />

E’ necessario aumentare la consapevolezza dei cittadini circa<br />

l’importanza dell’agricoltura sulla qualità della vita attraverso<br />

l’approviggionamento di prodotti alimentari freschi, la riduzione<br />

dell’inquinamento, il miglioramento del bilancio energetico e la<br />

preservazione dell’alternanza di spazi aperti e verdi tra i tessuti<br />

insediativi.<br />

Le politiche nazionali e regionali anche attraverso la pianificazione<br />

territoriale “ordinaria” possono integrare specificandole,<br />

le misure di politica agraria comunitaria promuovendo:<br />

● l ‘accorciamento della filiera delle intermediazioni tra produttori<br />

e consumatori<br />

● il sostegno di reti e distretti e di cicli produttivi tendenzialmente<br />

completi<br />

● la realizzazione di servizi e di attività industriali per la conservazione,<br />

trasformazione e la commercializzazione dei prodotti.<br />

La città-parco deve assumere il significato di un bene patrimoniale<br />

della città: un “giardino” dove possiamo accedere a prodotti<br />

freschi, come un tempo il giardino della cascina lombarda<br />

dove possiamo comunicare, contemplare, incontrare, ascoltare.<br />

Crediamo fortemente in una nuova ”missione” dell’agricoltura,<br />

cioè l’importanza dell’azione degli agricoltori non solo per creare<br />

ricchezza nella produzione di alimenti di qualità, ma anche<br />

di servizi ambientali, territoriali, culturali a beneficio di tutta<br />

la società. Si tratta di una differente visione dell’agricoltura e<br />

dell’imprenditore agricolo più adeguato alle trasformazioni della<br />

società e del sistema economico.<br />

L’attività agricola rappresenta nei territori rurali e non il nucleo<br />

attorno al quale si realizzano processi in grado di valorizzare<br />

numerose attività economiche: dal terziario all’industria, dall’agriturismo<br />

all’artigianato alimentare. Il segno più evidente di<br />

questo fenomeno e’ che il territorio rurale mantiene la sua identità<br />

fatta di tradizione, beni culturali, paesaggio e la trasforma in<br />

opportunità economiche ed in una forza antagonista ai processi<br />

di marginazione.<br />

Il tema di expo “nutrire il pianeta, energia per la vita” deve<br />

vedere protagonista l’agricoltura. Nutrire il pianeta significa<br />

anche nutrire città cambiate strutturalmente per la presenza<br />

di differenti etnie con tradizioni alimentari diverse da soddisfare.<br />

Alcuni produttori agricoli in Lombardia stanno sperimentando<br />

nuove colture tipiche dei paesi di origine dei nuovi cittadini,<br />

all’interno del progetto “Nutrire la Città che Cambia” realizzato<br />

da ASeS, CIA, e Fondazione Cariplo.<br />

In conclusione è necessario che gli orientamenti strategici pongano<br />

attenzione: alla biodiversità, alla preservazione dell’attività<br />

agricola e dei sistemi forestali ad elevata valenza naturale, al<br />

regime delle acque e al cambiamento climatico. La polifunzionalità<br />

dell’agricoltura ha tra le sue componenti anche la produzione<br />

di beni pubblici e cioè le esternalità positive multiple dei<br />

processi agricoli e zootecnici legati ad una diversa visione dei<br />

percorsi di creazione di benessere collettivo. Si tratta di mettere<br />

a punto modelli produttivi in cui la produzione di un alimento e<br />

la creazione di un servizio sociale sono un tutt’uno intendendo<br />

con ciò paesaggio, riduzione dell’inquinamento, conservazione<br />

delle risorse ambientali e e biodiversità, ma anche azioni terapeutiche,<br />

riabilitative, educative e di inserimento lavorativo tese<br />

a fornire servizi della vita quotidiana dedicate alle fasce della<br />

popolazione più esposte al rischio di emarginazione ed esclusione.<br />

Significa cioè recuperare una coscienza semplice ma fin<br />

ora perduta, e cioè che la terra e l’agricoltura sono da sempre il<br />

miglior modo che l’uomo si è dato per includere le persone.<br />

“La terra rimbomba sotto gli zoccoli, scricchiola sotto i cingoli<br />

dei carri armati, si affossa sotto i colpi delle bombe. Eppure<br />

genera, moltiplica le spighe, produce frutti. Le guerre passano<br />

e la linfa della terra continua a circolare. La terra accoglie la<br />

pioggia calda e il concime maleodorante, i friabili fosfati e il<br />

sangue secco. Accoglie tutto e restituisce sempre la stessa cosa<br />

il seme…” (Rjszard Kapuscinski) ■<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

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ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2015

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