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Il rapporto Brundtland, elaborato dalla Commissione mondiale<br />
sull’ambiente e lo sviluppo e conosciuto nel termine inglese come<br />
“Our Common Future”, così definisce lo sviluppo sostenibile:<br />
«lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni<br />
del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni<br />
future di soddisfare i propri bisogni».<br />
Tale definizione non era riferita al solo ambiente, ma in generale<br />
al benessere delle persone che si voleva individuare nell’applicazione<br />
di un principio etico basato sul concetto di RESPONSA-<br />
BILITA’. Responsabilità di ogni generazione nei confronti delle<br />
generazioni future per il mantenimento delle risorse e per l’equilibrio<br />
ambientale del pianeta. Interessante ed utile per le nostre<br />
considerazioni riportare tre spunti del rapporto ripresi dal sito del<br />
Ministero dell’Ambiente (URL di origine www.minambiente.it/<br />
pagina/il-percorso-dello-sviluppo-sostenibile-1987)<br />
Il Percorso dello Sviluppo Sostenibile dal 1987 - Rapporto<br />
Brundtland Il Nostro Futuro Comune<br />
I parte: preoccupazioni comuni<br />
“La sostenibilità richiede una considerazione dei bisogni e del<br />
benessere umani tale da comprendere variabili non economiche<br />
come l’istruzione e la salute, valide di per sé, l’acqua e l’aria<br />
pulite e la protezione delle bellezze naturali…”<br />
II parte: sfide collettive<br />
“… Nella pianificazione e nei processi decisionali di governi e<br />
industrie devono essere inserite considerazioni relative a risorse<br />
e ambiente, in modo da permettere una continua riduzione della<br />
parte che energie e risorse hanno nella crescita, incrementando<br />
l’efficienza nell’uso delle seconde, incoraggiandone la riduzione<br />
e il riciclaggio dei rifiuti …”<br />
III parte: sforzi comuni<br />
“… La protezione ambientale e lo sviluppo sostenibile devono<br />
diventare parte integrante dei mandati di tutti gli enti governativi,<br />
organizzazioni internazionali e grandi istituzioni del settore<br />
privato; a essi va attribuita la responsabilità di garantire che<br />
le loro politiche, programmi e bilanci favoriscano e sostengano<br />
attività economicamente ed ecologicamente accettabili a breve<br />
e a lungo termine …”<br />
Siamo in linea come Paese, collettivamente, sui princìpi enunciati?<br />
Sì, ma non sempre con fermezza e linearità di comportamento.<br />
La politica negli ultimi dieci anni ha sì applicato le Direttive<br />
Europee sul clima, sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili,<br />
ma spesso con ritardi e su linee strategiche di breve respiro,<br />
quasi sempre condizionata da interessi contrapposti. Nella<br />
pratica operativa invece gli Italiani hanno reagito in modo vigoroso<br />
alle opportunità offerte dalla tecnologia nei settori delle<br />
energie rinnovabili e del risparmio energetico nelle costruzioni,<br />
a questo stimolati dagli incentivi fiscali ed economici.<br />
Rinnovabili e Risparmio Energetico: esistono e sono fattibili<br />
Nonostante rimangano sacche di ignoranza e di malafede distribuite<br />
nelle comunicazioni di massa e tese a dimostrare che in<br />
fondo il picco del petrolio non esiste e che il costo delle rinnovabili<br />
pesa troppo sulla bolletta degli utenti (!!), esiste ormai<br />
un mercato consolidato di applicazioni pratiche di impianti ed<br />
edilizia “sostenibili e virtuose”, passibili solo di sviluppo.<br />
Che cosa sono le rinnovabili<br />
Una fonte energetica è rinnovabile quando il suo sfruttamento<br />
avviene in un tempo confrontabile con quello necessario per la<br />
sua rigenerazione: il sole, il vento, l’energia idraulica, le risorse<br />
geotermiche, le maree ed il moto ondoso sono rinnovabili per<br />
eccellenza. Le biomasse (legna, cippato, pellet) lo sono se vengono<br />
gestite in modo appropriato, cioè facendo sì che il loro<br />
tempo di utilizzo sia compatibile con quello di ripristino. Nel<br />
loro insieme a livello mondiale le rinnovabili si sono sviluppate<br />
in modo consistente: nel 2013 la potenza installata ha addirittura<br />
superato quella basata sui combustibili fossili (143 GW contro<br />
141 GW) e si stima che essa nel 2050 potrà essere quattro volte<br />
tanto quella tradizionale. Ciò può essere la conseguenza della<br />
percezione del rischio di esaurimento del petrolio, dell’aumento<br />
dei consumi energetici da parte dei Paesi emergenti, ed anche<br />
dell’accresciuta sensibilità verso le tematiche ambientali.<br />
Il Solare nelle versioni fotovoltaica e termica, e l’eolico hanno<br />
contribuito maggiormente finora alla crescita del sistema. Solare<br />
fotovoltaico ed eolico per la produzione di energia elettrica, solare<br />
termico, biomassa e geotermia per la produzione di calore<br />
sono oggi tecnologie evolute ed affidabili dalla resa energetica ed<br />
economica predeterminabili. Anche in Italia abbiamo sviluppato<br />
molto a partire dal 2005, e moltissimo si potrà sviluppare in futuro<br />
puntando soprattutto sul risparmio energetico ottenibile con<br />
la ristrutturazione del parco immobiliare nazionale. L’immobile<br />
riqualificato energeticamente è l’opzione ottimale da integrare<br />
con l’installazione degli impianti di generazione elettrica e termica<br />
da fonte rinnovabile.<br />
Che cosa vuol dire efficienza energetica delle costruzioni<br />
Le costruzioni italiane consumano un terzo del fabbisogno di<br />
energia complessivo del paese. L’ immenso parco immobiliare,<br />
stimato in 14 milioni di edifici, può rappresentare un serbatoio di<br />
lavoro e di risparmio energetico per i prossimi decenni con beneficio<br />
per alcune generazioni. Direttive europee e normative nazionali<br />
danno l’indirizzo e stabiliscono gli obblighi da rispettare<br />
nei casi di ristrutturazioni globali e/o di nuove costruzioni. Con<br />
le riqualificazioni energetiche si possono risparmiare milioni di<br />
tonnellate di petrolio, molto di più di quanto si otterrebbe con<br />
l’espansione massiccia di nuovi impianti di produzione energetica<br />
da fonti rinnovabili. Ad esempio, un intervento di miglioramento<br />
energetico sulla propria abitazione che la faccia passare<br />
dalla Classe G (fabbisogno annuo di energia di 160 kWh/m2)<br />
alla classe B (fabbisogno annuo di 50 kWh/m2) corrisponde ad<br />
un risparmio di quasi il 70 % sul consumo iniziale!<br />
Questa è un’immensa ricchezza annidata nel nostro patrimonio<br />
immobiliare sotto forma di potenziale sviluppabile. Se questo è<br />
vero, se è vero che vogliamo continuare a praticare un modello<br />
di vita con le comodità di oggi (riscaldamento confortevole,<br />
raffrescamento estivo, acqua calda sanitaria), se è vero che rischiamo<br />
nel puntare ottimisticamente sulle risorse petrolifere,<br />
allora diamoci da fare nel “risistemare” energeticamente i nostri<br />
ambienti abitativi e di lavoro.<br />
Ritornando ai miei studi di ingegneria e di economia dei tempi<br />
giovanili, ricordo molto chiaramente il postulato trasmesso da<br />
onesti insegnanti: “l’edilizia muove tutta l’economia, in tutti i<br />
settori che la costituiscono”. Peccato che nei decenni passati tale<br />
principio sia stato applicato male, costruendo case nuove energeticamente<br />
scadenti e distruggendo il territorio. Riprendiamo<br />
questi concetti, stimoliamo i nostri referenti politici, documentiamo<br />
chi vive intorno a noi sulla necessità e sull’obbligo morale<br />
di risparmiare energia, di mangiare sano, di risanare l’ambiente.<br />
L’accoppiata rinnovabili-efficienza energetica è sostenibile,<br />
perchè:<br />
● in una costruzione che richiede poca energia per farmi vivere<br />
al caldo, perché già costruita o ristrutturata con criteri rigorosi di<br />
risparmio energetico, l’impianto di riscaldamento sarà di conseguenza<br />
più piccolo, di potenza minore, e molto risparmioso per<br />
gli anni futuri<br />
● produce lavoro e ricchezza per più generazioni<br />
● recupera risorse dall’interno, senza doverle a tutti i costi “pagare”<br />
all’esterno<br />
● ripristina la sanità dell’ambiente<br />
● rende più consapevole l’individuo sul valore inalienabile dei<br />
beni primari, acqua, aria, territorio, energie, cibo<br />
● l’installazione poi di impianti per la produzione di energia elettrica<br />
e termica utilizzanti le risorse rinnovabili portano ulteriori vantaggi<br />
al sistema casa-ambiente, e contribuiscono a pieno titolo alla<br />
realizzazione dei vecchi sogni di un mondo migliore e sostenibile.<br />
Sogni di una vecchia generazione che non deve scomparire lasciando<br />
solo distruzione e caos; sogno per i giovani di avere di<br />
fronte a sé opportunità immense nel ricostruire il degrado, con<br />
uno spirito nuovo che sappia sfruttare la bontà delle tecnologie<br />
disponibili con il rispetto per le relazioni sociali, la storia, la<br />
cultura e il territorio. ■<br />
ECOABITARE<br />
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ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2015<br />
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