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Le grida della Fenice

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cui si verificarono e perché dobbiamo temere questi tempi finali dell’Era e del<br />

Ciclo, legati al nuovo Passaggio di quel pianeta vicino alla Terra, che sono<br />

probabilmente anche quelli finali dell’Eone.<br />

In queste pagine ci occuperemo quindi maggiormente di comprendere il racconto<br />

contenuto nel mosaico di Otranto. Il monaco, per quanto possa sembrare assurdo<br />

poiché l’opera è stata realizzata nel XII secolo, epoca nella quale gli astronomi non<br />

avevano ancora potuto fare ipotesi in merito all’esistenza di altri pianeti e tanto<br />

meno ipotesi se il nostro sole potesse avere o no un gemello, racconta proprio di<br />

questo corpo celeste oggi ancora sconosciuto.<br />

Pantaleone, o chi egli realmente fosse o rappresentasse, racchiude il suo racconto<br />

all’interno di una croce; simbolo che non rappresenta la croce che da oltre due<br />

millenni la Chiesa ha abituato a collegare a Gesù, ma vuole facilmente richiamare<br />

la Croce del Sud, e di conseguenza, la Dea Madre che a quella Croce è collegata.<br />

Dea Madre che nella più lontana antichità era quella che guidava il cammino di<br />

crescita degli esseri umani sulla Terra ma che, a causa di un grave errore di questi,<br />

divenne Nemesi. Ed è perche sulla Terra Nemesi può inviare croce o delizia, la<br />

ragione per cui secondo me il monaco racchiude il suo racconto proprio all’interno<br />

di questo importante simbolo che rimanda a lei.<br />

Nemesi raffigurata da Albrecht Dürer (21 maggio 1471 – 6 aprile 1528)<br />

La Gran Madre di Torino

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