Le grida della Fenice

affigura davanti ai rispettivi gruppi mancherebbe quello ebreo ed anche perché,
quelle Chiavi che lui ha in mano, simboleggiano secondo me il codice astronomico
che permetteva di conoscere il tempo del ritorno di Marduk/Nibiru,
ossia di quel Pianeta che da qualche anno a questa parte si sta ipotizzando
l’esistenza, che come emerge dalle ricerche legate al mosaico di Pantaleone
facilmente trovarono quei nove Cavalieri Crociati, poi divenuti Cavalieri Templari,
nel 1099 sotto il suo tempio. Chiavi astronomiche che erano probabilmente insieme
alla documentazione dove c’era scritta anche la storia dell’umanità che il monaco
Pantaleone racconta nel suo mosaico.
Nella rappresentazione sembra Salomone stia guardando il Cristo e gli mostri
quanto ha in mano come a dirgli: guarda, io ho le Chiavi che mi dicono che non è
ancora il tempo della resurrezione. Il personaggio con l’abito rosso che
Michelangelo mette vicino a Salomone potrebbe voler raffigurare invece
l’architetto Hiram, che come aveva fatto il monaco per Isacco per dirci del DNA
ibrido in lui, Michelangelo fa con capelli rossi e barba bianca.
Per quanto ne possiamo sapere non era davvero ancora il tempo della resurrezione;
resurrezione che non è quella che siamo stati abituati a credere da due millenni, ma
riguarda l’uscita da questo mondo di dolore dove siamo stati gettati per il grande
errore probabilmente fatto quando eravamo anime di Atlantide. Infatti anche
Nostradamus in una quartina scrive: Al compimento del grande numero settimo
(quindi risaliti i sette Livelli) apparirà al tempo dei giochi d’Ecatombe, non
lontano dalla grande età del millennio (quindi adesso) che gli entrati usciranno
dalle loro tombe.
Dalla parte opposta al Cristo risorto, cioè alla destra di Maria, Michelangelo
dipinge un gruppetto di persone; senz’altro la donna con l’abito verde e la kefiah
bianca raffigura Maria, lo si deduce da quell’uomo col compasso di legno - che
simboleggia il disegno divino - che con una mano la prende per il braccio.