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LA PROVA SUL CAMPO<br />
Anche per le boutique specializzate di abbigliamento<br />
intimo e beachwear le cose stanno cambiando. Shopping<br />
virtuale e negozio fisico viaggiano su binari che tendono<br />
sempre <strong>più</strong> a incrociarsi, lavorando insieme.<br />
1. Giacomo Bramucci<br />
(Casa del Costume, Senigallia)<br />
Il rapporto tra online e offline nel retail indipendente non<br />
può <strong>più</strong> essere oggi considerato come un fattore accessorio<br />
della gestione aziendale. I due aspetti si intersecano come<br />
elementi dello stesso sistema d'impresa. Non esiste <strong>più</strong> l'uno<br />
senza l'altro e non possiamo quindi parlare di arginare<br />
nel negozio tradizionale i comportamenti dei nostri clienti<br />
che sono nativi digitali. Dobbiamo al contrario cercare di<br />
interpretarli a nostro favore, rendendo l'esperienza nel<br />
punto vendita fisico il <strong>più</strong> allineata possibile con tutte le<br />
esigenze del cliente, anche quelle che nascono online. Ben<br />
vengano quindi tutte quelle manovre atte ad abbattere i<br />
confini tra ciò che è fisico e ciò che è virtuale. Possiamo ad<br />
esempio far ritirare la merce ordinata online nel negozio<br />
fisico (click&collect) o avere dei quarcode sui prodotti che<br />
permettano a chi è in negozio di vedere sullo smartphone<br />
le schede prodotto di ciò che sta toccando. Possiamo fornire<br />
l'assistenza di una personal shopper a chi sta navigando<br />
sul nostro sito per capire meglio vestibilità ed esigenze, o<br />
fornire servizi post-vendita anche a chi acquista online.<br />
L'importante è non smettere mai di reinventarsi. Casa del<br />
Costume è online dal 2006 e durante questi anni le sfide<br />
del mercato digitale si sono fatte sempre <strong>più</strong> impegnative,<br />
in termini organizzativi ed economici. Il mercato online<br />
non è <strong>più</strong> un settore a bassa intensità di capitale. Al contrario<br />
richiede sempre <strong>più</strong> professionalità e investimenti.<br />
Per questo mi sento di dire che ognuno può scegliere cosa<br />
fare e cosa non fare, se avere un e-commerce o non averlo,<br />
se avere un blog o non averlo. L'importante è che queste<br />
scelte siano frutto di una consapevole interpretazione del<br />
fatto che lo stile di acquisto dei nostri clienti è sempre <strong>più</strong><br />
trasversale e frutto di esperienze online e offline.<br />
2. Elena Raviola (Marchisio, Torino)<br />
In effetti lo shopping online è sempre <strong>più</strong> diffuso,ma nel<br />
nostro settore dell'intimo, con taglie e coppe differenziate<br />
dove siamo specializzati, la richiesta delle nostre clienti è<br />
quella di essere seguite e consigliate da persone competenti<br />
anche per la paura di comprare un prodotto che non<br />
abbia la vestibilità perfetta. Le consumatrici <strong>più</strong> giovani<br />
si lasciano tentare e ordinano via internet anche prodotti<br />
prima provati in negozio, ma per loro stessa ammissione<br />
a volte l'acquisto non va a buon fine e tenuto conto a volte<br />
delle spese di spedizione e del rischio di dover mandare<br />
indietro il capo per vari motivi, ritornano poi da noi per gli<br />
acquisti successivi. Magari anche dopo aver controllato<br />
sul web fantasie, modelli e colori disponibili. Inoltre la<br />
nostra clientela di media età è abituata a essere servita<br />
e al fatto che noi ci prendiamo la responsabilità del capo<br />
venduto. Abbiamo incrementato il nostro lavoro tramite<br />
un sito molto ben posizionato e affidabile, tramite il quale<br />
riceviamo molte richieste e visite nel nostro punto vendita,<br />
ovviamente circoscritto a un chilometraggio limitato, ma<br />
comunque abbiamo appurato che i clienti si muovono vo-