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SALUTE<br />
©Chinnapong/www.shutterstock.com<br />
si sono tanto più gravi quanto più efficace è<br />
il farmaco. <strong>Il</strong> decorso della sclerosi multipla<br />
è estremamente variabile da soggetto a soggetto<br />
e non è possibile prevederlo in modo<br />
affidabile. Una predizione precoce del decorso<br />
invece consentirebbe di differenziare<br />
il trattamento in base<br />
La predizione precoce<br />
dell’evoluzione della malattia<br />
può aiutare a differenziare<br />
le cure in base alle necessità<br />
© Gorodenkoff/www.shutterstock.com<br />
alla aggressività prevista<br />
della patologia,<br />
riservando le terapie<br />
ad alto impatto solo ai<br />
pazienti a maggior rischio<br />
di progressione<br />
della malattia.<br />
Quello condotto<br />
dai dipartimenti della Sapienza non è il primo<br />
studio che sfrutta l’Intelligenza artificiale<br />
per tentare di aumentare la capacità di<br />
predizione della prognosi. In particolare, si<br />
stanno utilizzando approcci basati su algoritmi<br />
di machine learning (o apprendimento<br />
automatico), che però non hanno ancora<br />
raggiunto livelli di affidabilità adeguati<br />
all’uso clinico. Inoltre, la maggior parte<br />
degli studi effettuati fino ad oggi fa ricorso<br />
a dati altamente specializzati, non usati<br />
nella normale pratica clinica, per cui anche<br />
migliorando l’efficacia predittiva degli algoritmi,<br />
difficilmente<br />
essi diverrebbero uno<br />
strumento utilizzabile<br />
in modo diffuso.<br />
<strong>Il</strong> merito di questo<br />
ultimo lavoro è<br />
quello di indicare le<br />
strategie da seguire<br />
per migliorare i risultati<br />
dell’analisi e di aprire la strada alla<br />
possibilità di utilizzare i modelli di apprendimento<br />
automatico che possano essere<br />
messi a punto in qualunque ospedale,<br />
anche se al momento la capacità predittiva<br />
<strong>dei</strong> modelli necessita di ulteriori miglioramenti.<br />
Malattia invalidante, specie<br />
per i giovani<br />
La sclerosi multipla è una patologia<br />
neurodegenerativa che colpisce il<br />
sistema nervoso centrale. Nei pazienti<br />
si scatena un processo infiammatorio<br />
su base autoimmune che causa le cosiddette<br />
placche in cui viene danneggiata<br />
la mielina, il rivestimento che circonda<br />
le fibre nervose. Le lesioni provocate<br />
possono evolvere in una fase cronica,<br />
in cui assumono caratteristiche simili<br />
a cicatrici, con indurimento (sclerosi)<br />
del tessuto cerebrale. Nel mondo si<br />
contano circa 3 milioni di pazienti, di<br />
cui 600mila in Europa e circa 122mila<br />
in Italia. L’esordio può avvenire a qualsiasi<br />
età, ma più di frequente tra i 20<br />
e i 40 anni con costi umani e sociali<br />
molto elevati. I sintomi possono essere<br />
svariati: neurite ottica (infiammazione<br />
del nervo ottico), appannamento della<br />
vista, disturbi dell’equilibrio e visione<br />
doppia, formicolii persistenti e diffusi<br />
alle braccia o alle gambe. Altre manifestazioni<br />
sono i disturbi urinari, sessuali<br />
e cognitivi, come la difficoltà di concentrazione<br />
o l’incapacità ad eseguire<br />
più compiti.<br />
<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Marzo 2020<br />
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