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Il Giornale dei Biologi - N. 3

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SALUTE<br />

©Chinnapong/www.shutterstock.com<br />

si sono tanto più gravi quanto più efficace è<br />

il farmaco. <strong>Il</strong> decorso della sclerosi multipla<br />

è estremamente variabile da soggetto a soggetto<br />

e non è possibile prevederlo in modo<br />

affidabile. Una predizione precoce del decorso<br />

invece consentirebbe di differenziare<br />

il trattamento in base<br />

La predizione precoce<br />

dell’evoluzione della malattia<br />

può aiutare a differenziare<br />

le cure in base alle necessità<br />

© Gorodenkoff/www.shutterstock.com<br />

alla aggressività prevista<br />

della patologia,<br />

riservando le terapie<br />

ad alto impatto solo ai<br />

pazienti a maggior rischio<br />

di progressione<br />

della malattia.<br />

Quello condotto<br />

dai dipartimenti della Sapienza non è il primo<br />

studio che sfrutta l’Intelligenza artificiale<br />

per tentare di aumentare la capacità di<br />

predizione della prognosi. In particolare, si<br />

stanno utilizzando approcci basati su algoritmi<br />

di machine learning (o apprendimento<br />

automatico), che però non hanno ancora<br />

raggiunto livelli di affidabilità adeguati<br />

all’uso clinico. Inoltre, la maggior parte<br />

degli studi effettuati fino ad oggi fa ricorso<br />

a dati altamente specializzati, non usati<br />

nella normale pratica clinica, per cui anche<br />

migliorando l’efficacia predittiva degli algoritmi,<br />

difficilmente<br />

essi diverrebbero uno<br />

strumento utilizzabile<br />

in modo diffuso.<br />

<strong>Il</strong> merito di questo<br />

ultimo lavoro è<br />

quello di indicare le<br />

strategie da seguire<br />

per migliorare i risultati<br />

dell’analisi e di aprire la strada alla<br />

possibilità di utilizzare i modelli di apprendimento<br />

automatico che possano essere<br />

messi a punto in qualunque ospedale,<br />

anche se al momento la capacità predittiva<br />

<strong>dei</strong> modelli necessita di ulteriori miglioramenti.<br />

Malattia invalidante, specie<br />

per i giovani<br />

La sclerosi multipla è una patologia<br />

neurodegenerativa che colpisce il<br />

sistema nervoso centrale. Nei pazienti<br />

si scatena un processo infiammatorio<br />

su base autoimmune che causa le cosiddette<br />

placche in cui viene danneggiata<br />

la mielina, il rivestimento che circonda<br />

le fibre nervose. Le lesioni provocate<br />

possono evolvere in una fase cronica,<br />

in cui assumono caratteristiche simili<br />

a cicatrici, con indurimento (sclerosi)<br />

del tessuto cerebrale. Nel mondo si<br />

contano circa 3 milioni di pazienti, di<br />

cui 600mila in Europa e circa 122mila<br />

in Italia. L’esordio può avvenire a qualsiasi<br />

età, ma più di frequente tra i 20<br />

e i 40 anni con costi umani e sociali<br />

molto elevati. I sintomi possono essere<br />

svariati: neurite ottica (infiammazione<br />

del nervo ottico), appannamento della<br />

vista, disturbi dell’equilibrio e visione<br />

doppia, formicolii persistenti e diffusi<br />

alle braccia o alle gambe. Altre manifestazioni<br />

sono i disturbi urinari, sessuali<br />

e cognitivi, come la difficoltà di concentrazione<br />

o l’incapacità ad eseguire<br />

più compiti.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Marzo 2020<br />

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