10.04.2020 Views

Il Giornale dei Biologi - N. 3

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

INNOVAZIONE<br />

© antoniodiaz/www.shutterstock.com<br />

La tutela della salute con lo smart working<br />

Lavorare da casa per combattere l’emergenza sanitaria<br />

di Felicia Frisi<br />

Con la non certo felice diffusione del Coronavirus, i decreti<br />

emanati dal Governo per tutelare la salute pubblica hanno<br />

introdotto, per la prima volta in maniera massiccia, il ricorso<br />

al lavoro agile o smart working.<br />

Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico<br />

di Milano, nel 2019 i lavoratori agili erano 570mila, in netta crescita<br />

rispetto all’anno precedente, quando erano 480mila. Nelle ultime settimane<br />

il Ministero del Lavoro ha fatto sapere che altri 550 lavoratori<br />

sono stati mandati a lavorare da casa. Mentre, con gli ultimi decreti, si<br />

è andati verso una chiusura progressiva <strong>dei</strong> luoghi di lavoro. Una situazione<br />

che rientrerà quando i numeri del virus<br />

lo consentiranno.<br />

Secondo un’inchiesta di Milena Gabanelli<br />

per il Corriere della Sera, con dati <strong>dei</strong> consulenti<br />

del lavoro, sarebbero 8,2 milioni gli italiani che<br />

si trovano nelle condizioni di poter fare telelavoro.<br />

Se fino a poco tempo fa i nostri connazionali<br />

che lavoravano da remoto erano il 2% del totale<br />

degli occupati, nel Regno Unito erano il 20,2%,<br />

in Francia il 16,6% e in Germania l’8,6%.<br />

In tempi “normali”, il telelavorolavoro può produrre benefici<br />

all’ambiente con meno traffico e, di conseguenza, meno inquinamento.<br />

Ma anche alla sfera sociale, per far conciliare la vita privata<br />

con quella lavorativa. Naturalmente, non tutti i mestieri possono<br />

essere svolti con postazioni da remoto. <strong>Il</strong> settore manifatturiero,<br />

l’artigianato e la stessa sanità hanno bisogno della presenza fisica di<br />

addetti e professionisti.<br />

Se, invece, ci si trova di fronte a delle restrizioni della mobilità<br />

dovute a un’epidemia, anzi, a una pandemia, ecco che lo smart working<br />

può risolvere molti problemi si pubblica sicurezza sia nel settore<br />

Nel 2019 erano 570mila gli<br />

italiani in telelavoro. Dieci<br />

volte di meno, in percentuale,<br />

del Regno Unito<br />

pubblico, dove c’è una regolamentazione ad hoc, sia nel settore privato,<br />

dove le normative prospettano degli orientamenti del legislatore<br />

che non possono necessariamente tradursi in obblighi per le imprese.<br />

Come spiega il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali,<br />

nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e<br />

la gestione dell’epidemia da Coronavirus Covid-19 , il Presidente del<br />

Consiglio <strong>dei</strong> ministri ha emanato il 1° marzo 2020 un nuovo Decreto<br />

che interviene sulle modalità di accesso allo smart working, confermate<br />

anche dal Decreto del 4 marzo 2020.<br />

Nel Decreto dell’11 marzo 2020, si raccomanda venga attuato il<br />

massimo utilizzo, da parte delle imprese, di modalità di lavoro agile<br />

per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in<br />

modalità a distanza. La definizione di smart working, contenuta nella<br />

Legge n. 81/2017, pone l’accento sulla flessibilità<br />

organizzativa, sulla volontarietà delle parti<br />

che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo<br />

di strumentazioni che consentano di lavorare<br />

da remoto (come ad esempio: pc portatili,<br />

tablet e smartphone).<br />

Ai lavoratori agili viene garantita la parità di<br />

trattamento - economico e normativo - rispetto<br />

ai loro colleghi che eseguono la prestazione con<br />

modalità ordinarie. È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni<br />

e malattie professionali, secondo le modalità illustrate dall’Inail nella<br />

Circolare n. 48/2017. A partire dal 15 novembre 2017, le aziende<br />

sottoscrittrici di accordi individuali di smart working possono procedere<br />

al loro invio attraverso l’apposita piattaforma del Ministero<br />

del Lavoro e delle Politiche Sociali.<br />

<strong>Il</strong> Coronavirus ha reso tutto ciò di grande attualità. È possibile<br />

che, quando l’emergenza sarà rientrata, la pubblica amministrazione<br />

e le aziende private, che ancora non avevano ricorso al telelavoro, potranno<br />

giudicare i risultati di questa sperimentazione forzata e chissà<br />

che non ritengano di farvi ricorso anche in tempi “normali”.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Marzo 2020<br />

57

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!