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Il Giornale dei Biologi - N. 3

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AMBIENTE<br />

SE LA NATURA TORNA<br />

A PRENDERSI I SUOI SPAZI<br />

L’isolamento forzato della popolazione ha permesso<br />

all’ambiente e agli animali di recuperare il terreno perso<br />

di Giacomo Talignani<br />

Mai, come in questi ultimi<br />

giorni, tutto appare collegato.<br />

L’anomalia, nella normalità<br />

conquistata dall’uomo,<br />

ai tempi della pandemia del coronavirus<br />

sta nell’impossibilità nell’uscire di casa.<br />

Ma anche di utilizzare mezzi di trasporto,<br />

dall’auto all’aereo, per i propri spostamenti,<br />

per i propri viaggi, per il proprio<br />

commercio. Oppure semplicemente per<br />

invadere, come è abituato a fare da secoli,<br />

<strong>dei</strong> precisi spazi naturali, habitat che<br />

appartengono ad altre specie.<br />

Così accade che in questi giorni il<br />

collegamento uomo-natura diventi lampante,<br />

non solo per le immagini satellitari<br />

di Copernicus che ci mostrano il miglioramento<br />

della nostra qualità dell’aria, ma<br />

anche per gli animali che in tutto il mondo<br />

si stanno riprendendo habitat, territori,<br />

zone sottratte dall’uomo per i suoi<br />

scopi. O al contrario, tornando al collegamento,<br />

degli animali che ormai troppo<br />

strettamente dipendenti dall’uomo oggi<br />

soffrono - dopo nemmeno un mese - della<br />

nostra anomala assenza.<br />

Le storie sono tante e spesso ci fanno<br />

strizzare l’occhio alla natura, a quei<br />

mammiferi che in sessantanni abbiamo<br />

praticamente dimezzato, a quegli insetti<br />

che abbiamo ucciso con pesticidi e agricoltura<br />

intensiva, a quei cetacei che abbiamo<br />

mandato in confusione fra plastica,<br />

pesca e inquinamento acustico.<br />

Così accade, nei porti di Cagliari e<br />

Trieste, fra il traffico di natanti abbattuto<br />

a causa del Covid-19,<br />

che tornino<br />

i delfini, proprio lì,<br />

vicino alla banchina,<br />

dove non si vedevano<br />

da anni.<br />

Oppure in Laguna,<br />

o meglio a Burano,<br />

che le acque<br />

senza più gondole e<br />

orde di turisti, senza il via vai di barche<br />

e vaporetti, siano decisamente più chiare,<br />

trasparenti, tanto da mostrare pesci e organismi<br />

viventi che sembravano dimenticati.<br />

O ancora, scena a cui a Roma si è<br />

A Burano, le acque senza<br />

più il via vai di vaporetti<br />

e barche, sono decisamente<br />

più limpide<br />

abituati da un po’, vedere i cinghiali che<br />

invadono le strade ad esempio di Sassari,<br />

a cercar qualcosa da mangiare. O a Venezia<br />

vedere il Germano reale che torna<br />

a nidificare lungo i canali e via dicendo,<br />

dalle volpi avvistate a Milano ai cigni immortalati<br />

nei centri delle città dove non si<br />

osservavano da tempo.<br />

Per certi aspetti, va detto, potrebbe<br />

essere anche solo un caso, qualche animale<br />

che si è spinto un po’ più in là del<br />

solito a cercare approvvigionamento.<br />

Ma se come racconta<br />

uno studio<br />

pubblicato su Science<br />

nel 2018 gli animali<br />

che vivono in<br />

ambienti antropizzati<br />

percorrono delle<br />

distanze inferiori<br />

di due o tre volte<br />

rispetto a quelli che<br />

vivono in aree incontaminate, adesso per<br />

loro sembra quasi un momento di rivalsa,<br />

di esplorazione possibile grazie all’assenza<br />

dell’uomo. Anche se questi tematiche<br />

saranno probabilmente oggetto di<br />

48 <strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Marzo 2020

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