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Waste n. 17 settembre 2021

Nuova rubrica! Competenze e ricercatori: ref dice la sua Legno, materia prima bio-economica per il riuso e riutilizzo degli imballaggi

Nuova rubrica!
Competenze e ricercatori: ref dice la sua

Legno, materia prima bio-economica per il riuso e riutilizzo degli imballaggi

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64 BIOWASTE SCARTI ALIMENTARI E IDROGENO<br />

La sperimentazione<br />

Un nuovo impianto su scala ridotta (digestore<br />

di un metro cubo) - installato da ENEA presso<br />

il suo Centro Ricerche di Casaccia - punta a<br />

risolvere i problemi di rendimento utilizzando<br />

un dispositivo innovativo a campi elettrici pulsati,<br />

che incrementano la resa di conversione<br />

in biogas, accelerando la degradazione della<br />

cellulosa, componente più rilevante delle biomasse<br />

utilizzate.<br />

Il sistema genera campi elettrici pulsati ad<br />

alta tensione e bassa intensità di corrente<br />

(BioCrack), che aprono dei varchi nella membrana<br />

cellulare per effettuare il pre trattamento<br />

delle biomasse ad alto contenuto di componenti<br />

lignocellulosiche con cui viene alimentato<br />

il digestore. Dall’analisi dei dati ottenuti in via<br />

sperimentale, il pretrattamento produce gli effetti<br />

attesi sulle matrici con un alto contenuto<br />

cellulosico. Infatti, il BioCrack danneggia soprattutto<br />

la struttura tridimensionale di cellulosa<br />

ed emicellulosa, riducendo la reticolazione<br />

delle catene polisaccaridi (“cristallinità”). Ciò<br />

fa sì che, aumentando la superficie disponibile<br />

per l’azione dei microrganismi, venga incrementata<br />

la solubilità della materia organica e<br />

anche il potenziale di generazione di metano<br />

delle biomasse.<br />

Grazie a questo accorgimento, l’impianto sperimentale<br />

è in grado di produrre biogas con<br />

contenuto di metano maggiore del 70%; riducendo<br />

volumi, tempi e costi di produzione rispetto<br />

agli impianti “tradizionali”.<br />

L’impianto biogas<br />

sperimentale ad alta<br />

efficienza di ENEA.<br />

Cosa ci aspetta<br />

Ma non finisce qui. Nel prossimo futuro, l’impianto<br />

verrà ampliato e dotato di una copertura<br />

con pannelli fotovoltaici, che serviranno sia<br />

per alimentare le utenze dell’impianto stesso<br />

che per produrre - mediante elettrolisi dell’acqua<br />

- una corrente di idrogeno da impiegare<br />

in processi innovativi di bioconversione<br />

della CO 2 , contenuta nel biogas, in metano.<br />

Attraverso questa modalità, la percentuale di<br />

metano potrà crescere ancora, riducendo parallelamente<br />

l’impegno e gli investimenti fissi,<br />

necessari per estrarre il biometano dal biogas.<br />

L’intero processo di produzione nell’impianto<br />

sperimentale è inoltre gestito da un sistema<br />

di controllo basato su un software dedicato,<br />

che consente di programmare le operazioni,<br />

misurare “in continuo” il volume e la composizione<br />

del biogas prodotto e i principali parametri<br />

di processo quali temperatura, pH e livelli.<br />

Ma le ricerche di ENEA nel campo delle<br />

biomasse e della loro conversione non si fermano<br />

qui. Stanno per esempio lavorando sull’impiego<br />

di miscele selezionate di funghi e<br />

batteri, e sulla separazione dei diversi stadi<br />

del processo di digestione anaerobica in due<br />

diversi reattori (processo bistadio).<br />

Ciò consente, oltre ad aumentare le rese di<br />

conversione di biomasse povere, anche di<br />

prevenire perdite di produttività: infatti nel<br />

caso si verificasse un problema nel primo<br />

reattore, mentre si interviene su questo, il<br />

secondo continuerebbe a produrre metano<br />

regolarmente.<br />

l<br />

Settembre <strong>2021</strong>

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