05.10.2022 Views

La Toscana Nuova - ottobre 2022

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Spunti di critica fotografica

A cura di Nicola Crisci

Philippe Halsman

Un punto di vista sul mondo visionario e sorprendente

di Nicola Crisci / foto Philippe Halsman

Nato nel 1906 a Riga da una ricca

famiglia ebrea, a 15 anni Philippe

Halsman si appassiona alla

fotografia. Espulso dall’Austria, passa

un periodo a Parigi, dove entra in contatto

con i fotografi surrealisti che lo influenzano

notevolmente. Abbandona gli

studi di ingegneria e si dedica completamente

alla fotografia, privilegiando

soprattutto il ritratto. A questo proposito

dice: «Ai miei occhi il soggetto più

interessante della fotografia era il volto

umano, speravo di poterlo scoprire

proprio come i miei autori preferiti,

Tolstoj e Dostoevskij, avevano indagato

la natura umana, con la stessa profondità

psicologica». Realizza i ritratti di

molti personaggi famosi, tra cui il duca

e la duchessa di Windsor, Marilyn Monroe

e Richard Nixon, e lavora per Vogue.

Le sue foto sono dirette, incise, con luci

sorprendenti e angolazioni particolari.

Dopo l’invasione nazista, si rifugia negli

Stati Uniti, dove diventa famoso realizzando foto pubblicitarie

tra cui Un profilo americano. Nel 1941 inizia a collaborare

con l’artista surrealista Salvador Dalì, un sodalizio che

Cocteau (1949)

Dalì Atomicus (1948)

dura trentasette anni producendo opere immaginifiche, tra

cui spiccano Voluptas mors (1951) e Dalì Atomicus (1948).

Negli anni Cinquanta viene incaricato di fotografare le donne

più belle del mondo fra le quali diverse dive italiane come

Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Sofia Loren e Claudia

Cardinale. «Non esistono limiti all’invenzione – afferma

–, nessuno scrittore si vergogna per avere scritto di cose

che esistono solo nella sua immaginazione e nessun fotografo

dovrebbe essere biasimato quando, invece di catturare

la realtà, cerca di mostrare cose che ha visto solo

nella sua immaginazione. La fotografia ha smesso di imitare

le altre arti, il suo scopo è documentare nel modo essenziale,

con chiarezza e precisione, e tuttavia essere più

di una registrazione, di essere

un’opera d’arte proprio in virtù

della verità e della bellezza

delle sue immagini». Di fondamentale

importanza, per conoscere

meglio il suo lavoro, è il

libro del 1961 da lui pubblicato

con il titolo Halsman on the

Creation of Photographic Ideas.

Nel 1958 una giuria di fotografi

lo colloca tra i dieci più grandi

fotografi di tutti i tempi. Muore

a New York nel 1979.

PHILIPPE HALSMAN

17

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!