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La Toscana Nuova - ottobre 2022

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che lei per prima si è posta, ovvero capire in che modo

si manifestino oggi i vizi capitali, in quali contesti

e con quali protagonisti. Per quanto riguarda la

superbia, ad esempio, lo scenario in cui questo peccato

più facilmente attecchisce sono i regimi dittatoriali.

Non a caso, Putin – qui insieme alla presidente

argentina Cristina Fernandez de Kirchner – e Nerone

vestono i panni dei superbi al centro della scena,

mentre intorno a loro si muovono come pedine altre

forme di potere a loro volta colpevoli: il sistema economico,

la corruzione e persino la Chiesa. Non c’è superbia

peggiore di chi pensa di potersi sostituire a

Dio, e nessuno può dirsi esente da questo peccato,

neanche gli uomini di fede. Nel collage con l’avarizia,

il senso del possesso riguarda non solo il denaro

– con le monete applicate direttamente sul supporto

– ma anche vari “preziosi” – gioielli, gemme e orologi

– dal quale mai l’avaro si separerebbe. “Solo il denaro

è importante” recita una scritta, interpretando il

pensiero di chi sarebbe pronto a compiere qualunque

scelleratezza pur di accaparrarsi ricchezze; lo sanno

bene gli “avari” della finanza mondiale, quelli che nel

caveau della banca hanno rinchiuso, insieme ai soldi,

anche la propria anima. Facile chiedersi quanti tra

questi “campioni” del vizio siano inclini alla lussuria,

la quale, del resto, – ci ricorda l’artista – non riguarda

soltanto i piaceri della carne, ma qualunque azione

smodata e priva di ritegno. Quello che conta per i

lussuriosi è possedere “l’oscuro oggetto del desiderio”,

il frutto proibito di Adamo ed Eva, senza mai appagarsi

di una conquista alimentata dall’ossessione

del piacere. Se domani scoccasse l’ora del giudizio

universale, l’ira di Dio saprebbe con certezza chi colpire.

A questo proposito l’artista immagina una scena

apocalittica, con al centro lampi e fuoco dell’ira divina

pronti a scagliarsi contro chi calpesta la sua legge.

È una lotta tra il bene e il male, tra il volere di Dio e

il diavolo, quest’ultimo incarnato non solo dalla figura

di Lucifero ma anche dai potenti del mondo dispensatori

di guerra e morte. Diventare “verdi di invidia” è

molto facile in una società che giudica il valore delle

persone in base a ricchezza e successo. L’invidia

ha origine da questa errata percezione sia del proprio

“valore” che di quello altrui: gli specchi applicati

in superficie sottolineano l’interscambiabilità delle

due posizioni, l’invidioso e l’invidiato, lasciando a chi

guarda il compito di capire da quale parte stare. La

“gola” è un tripudio di piatti succulenti e bevande con

le quali inebriarsi, calandosi nei panni della strana figura

al centro – una sorta di Bacco o di Pantagruel

– dallo sguardo minaccioso e l’aria famelica. Quello

dell’accidia è un tempo fermo, immobile, congelato;

un tempo che gli orologi non possono misurare

– nell’opera infatti le lancette sono bloccate – perché

esiste soltanto nella mente dell’accidioso, che giace

inerte in fondo alla scena schiacciato dal peso della

sua inguaribile inconcludenza.

Gola

Accidia

ADRIANA SETTER

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