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La Toscana Nuova - ottobre 2022

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Cornfield flower, tecnica mista su tela, cm 100x100

Crystal stones, tecnica mista su tela, cm 80x100

inessenziale è infatti il legame o, come l’artista

stessa ama dire, la connessione fra tutti

gli elementi compositivi, la rete di rapporti

che viene a crearsi tra forme e colori, stesure

piane e rilievi materici, ma anche tra i vari

passaggi che lo sguardo compie nel procedere

dalla visione d’insieme, che lo rimanda

ad un soggetto realistico, alla visione di un

singolo particolare che, osservato da solo,

diventa invece del tutto astratto. In questa

ambiguità percettiva risiede la doppia anima

di una pittura che non si propone di rappresentare

qualcosa, un paesaggio, una figura

o altro, o per lo meno, non ha questa come

unica finalità. L’atto del “rappresentare” viene

dopo, non è scopo ma conseguenza di un

iter creativo che si propone anzitutto di indagare

la vita “organica” del colore, la maniera

in cui questo si combina con la carta e

con il segno, il modo in cui genera e fa dialogare

tra di loro le forme creando una rete

che tutte le collega. Opere come Homeland

fanno leva proprio su questa duplice natura

dell’immagine proponendo un paesaggio

che, osservato da vicino e nel dettaglio, rivela

al suo interno la presenza di altri paesaggi,

questa volta però astratti e non reali:

un insieme armonico di segni e macchie di

colore che fanno pensare alla superficie di

un vecchio muro, alle nervature di una foglia,

agli atomi in una molecola. Allo stesso modo,

le opere con i fiori – si pensi ad esempio

a Cornfield flower e Magic flowers – trasformano

l’elemento vegetale in un tripudio di

forme astratte che, a loro volta, richiamano

la natura: fondali marini, venature del marmo,

impronte fossili sul terreno. Una chiave

di lettura valida anche in opere che, sebbene

concepite come astratte – la serie Crystal

stone ne è un esempio –, nascono dall’osservazione

di un sasso e si traducono nella

resa pittorica in un collage di forme che ricordano

la trasparenza di un cristallo o le ossidazioni

di un minerale. Queste immagini,

quindi, non hanno una sola chiave di lettura

ma tante quante è in grado di attribuirgliene

la sensibilità del singolo osservatore; occorre

avere uno sguardo vivace, dinamico, curioso,

pronto a “navigare” la superficie del

dipinto come si fa con un’onda. E, per tramite

di questa esperienza, rivivere la stessa

sensazione che l’artista per prima ha sperimentato,

la meraviglia che sempre si accompagna

alla nascita di un’opera: il gusto di una

scoperta ogni volta nuova grazie al colore.

www.letiziapecci.com

LETIZIA PECCI

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