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leStrade n. 1585 marzo 2023

STRADE Certificazione Envision per il progetto del Passante di Bologna PONTI I papers presentati da Ansfisa durante i convegni ANIDIS

STRADE
Certificazione Envision per il progetto del Passante di Bologna

PONTI
I papers presentati da Ansfisa durante i convegni ANIDIS

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Sicurezza<br />

Solo un’informazione<br />

adeguata ci salverà<br />

La Comunicazione può essere corresponsabile delle morti<br />

sulle strade? Linee guida da UK per la comunicazione ai media<br />

delle collisioni stradali<br />

Gran parte dei resoconti di questi incidenti ritraggono<br />

le collisioni come inevitabili, oscurano la presenza<br />

di alcuni attori o omettono un contesto cruciale<br />

sul perché gli incidenti avvengono e su cosa<br />

possiamo fare per prevenirli. Un resoconto accurato<br />

di questi decessi e lesioni è importante. È sempre<br />

più evidente che un'informazione inadeguata<br />

può confondere o sviare le preoccupazioni, oscurare<br />

le soluzioni e persino scatenare l'aggressività.<br />

Una buona informazione può aiutarci a comprendere<br />

meglio i problemi e le potenziali soluzioni. I<br />

trasporti possono sia aggravare che affrontare alcune<br />

delle sfide più urgenti della società, dall'accesso<br />

al lavoro, all'istruzione, al tempo libero e<br />

alle opportunità sociali, ai cambiamenti climatici,<br />

alla salute fisica e mentale e all'inquinamento<br />

atmosferico. Attraverso la copertura di questioni<br />

come le collisioni stradali, il buon giornalismo<br />

fa luce su di esse, migliorando l'accuratezza e la<br />

chiarezza senza sacrificare il numero di parole.<br />

Sebbene molti giornalisti seguano già le buone<br />

pratiche, c'è sempre spazio per i miglioramenti.<br />

Ciò potrebbe significare descrivere tutti gli attori<br />

umani nelle collisioni in modo neutro, come<br />

ad esempio "conducente e pedone in collisione",<br />

piuttosto che, ad esempio, "pedone investito da<br />

un'auto", che, secondo le ricerche, sposta involontariamente<br />

l'attenzione sull'unico attore umano<br />

nominato, attribuendogli implicitamente un<br />

certo grado di colpa.<br />

Potrebbe significare fornire un contesto cruciale<br />

nella copertura delle collisioni stradali, che secon-<br />

Leonardo Annese<br />

Technical Committee<br />

Road Safety PIARC<br />

Vicepresidente Comitato<br />

tecnico Italiano Politiche<br />

e programmi di sicurezza<br />

stradale<br />

[1] Lo studio è scaricabile qui: Editorial<br />

Patterns in Bicyclist and Pedestrian<br />

Crash Reporting [Journal of Transportation<br />

Research Board].<br />

[2] David Fevyer & Rachel Aldred (2022)<br />

Rogue drivers, typical cyclists, and tragic<br />

pedestrians: a Critical Discourse Analysis<br />

of media reporting of fatal road traffic<br />

collisions, Mobilities.<br />

do le ricerche è fondamentale per aiutarci a comprendere<br />

questioni e tendenze più ampie. Includendo<br />

le statistiche locali o nazionali sugli incidenti,<br />

ad esempio, gli editori possono evitare di trattare<br />

gli incidenti come incidenti isolati. Le ricerche suggeriscono<br />

che ritrarre gli incidenti in questo modo<br />

blocca il dibattito sulle possibili cause più ampie,<br />

come le caratteristiche di progettazione delle strade<br />

che tendono a mettere i pedoni a maggior rischio.<br />

Potrebbe anche significare evitare l'uso del<br />

termine "incidente", che rischia di far sembrare gli<br />

incidenti inevitabili e ineluttabili, o evitare di "raggruppare"<br />

gli utenti della strada in base a caratteristiche<br />

negative, per proteggere questi ultimi dal<br />

diventare bersaglio di aggressioni.<br />

La maggior parte delle collisioni<br />

stradali è evitabile<br />

Dopo sforzi concertati a partire dal 1997, nel 2009<br />

la Svezia ha dimezzato i morti sulle strade grazie a<br />

una migliore progettazione delle strade, alla polizia<br />

e alla legislazione, proteggendo i più vulnerabili<br />

sulle strade; un processo noto come Vision Zero.<br />

La cronaca tende a spostare le responsabilità verso<br />

gli utenti deboli, sollevandone gli automobilisti.<br />

Gli articoli quasi sempre trattano gli scontri come<br />

incidenti isolati, offuscando la natura epidemica<br />

del problema. Questo schema probabilmente contribuisce<br />

allo scarso allarme sociale del pubblico a<br />

proposito delle uccisioni di pedoni e ciclisti. I giornalisti<br />

possono modificare questo schema cambiando<br />

il loro modo di descrivere gli incidenti. Questi<br />

cambiamenti potrebbero aiutare il pubblico a<br />

identificare i collegamenti fra incidenti apparentemente<br />

isolati, aumentando la pressione pubblica<br />

per ridurre le morti da incidente stradale.<br />

Una corretta rappresentazione dell’impatto e la responsabilizzazione<br />

del conducente e il suo comportamento<br />

avrebbero sicuramente l’effetto di<br />

costruire consapevolezza sulle conseguenze dei<br />

comportamenti pericolosi alla guida e prevenire<br />

tutti le drammatiche conseguenze degli impatti.<br />

Diversi studi 1 hanno dimostrato la parzialità dei<br />

giornalisti quando descrivono gli incidenti stradali.<br />

L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera<br />

le morti da incidente stradale un’epidemia che si<br />

può prevenire. Nonostante le dimensioni del problema,<br />

questo non ha portato a iniziative efficaci.<br />

L’analisi dei media offre possibili spiegazioni:<br />

non solo la copertura mediatica influenza le priorità<br />

della politica, ma determina anche il modo<br />

in cui vengono inquadrate.<br />

Come i giornalisti descrivono<br />

gli incidenti stradali<br />

I giornalisti di cronaca, consapevolmente o inconsapevolmente,<br />

quando descrivono gli incidenti<br />

stradali tendono ad animare le automobili<br />

e a deresponsabilizzare gli automobilisti, secondo<br />

questo schema molto frequente:<br />

• auto animata o a guida autonoma: spesso l’auto<br />

perde il controllo o impazzisce, e qualche volta<br />

è addirittura l’auto che ‘fugge’ o ‘non si ferma a<br />

soccorrere la vittima’. Ci sono articoli in cui l’automobilista<br />

come attore e potenziale responsabile<br />

dell’incidente non viene neppure nominato;<br />

• cause attribuite a condizioni esterne: l’asfalto<br />

viscido, il sole abbagliante, la nebbia, la curva<br />

killer, eccetera;<br />

• spettacolarizzazione dell’incidente, in base ad<br />

eventi fortuiti o non controllabili: carambola, auto<br />

impazzita, perdita del controllo, eccetera;<br />

• quando l’automobilista fa un incidente da solo<br />

(capita circa nel 30% dei casi), l’ipotesi è spesso<br />

il malore, causa che però risulta molto poco frequente<br />

nelle statistiche;<br />

• quando la vittima è un utente debole, un pedone<br />

o un ciclista, allora la vittima diventa il protagonista<br />

principale dell’incidente, tipo ‘Investito<br />

dall’auto impazzita’; anche in questi casi spesso<br />

l’automobilista non viene neppure nominato o citato<br />

solo di passaggio;<br />

• la velocità dell’automobile quasi mai è un problema<br />

o ha un ruolo nell’incidente. Quando si<br />

parla di velocità è perché è stato determinato che<br />

il veicolo andava molto oltre i limiti, altrimenti è<br />

un argomento tabù, mai citato; questo avviene<br />

nonostante, per esempio, dalle foto siano evidentissimi<br />

gravi danni alle auto coinvolte;<br />

• il concetto che in prossimità degli incroci e delle<br />

strisce pedonali si dovrebbe rallentare non viene<br />

praticamente mai ricordato;<br />

• anche il concetto che in presenza di pedoni o<br />

ciclisti è sempre obbligatorio rallentare non viene<br />

mai rammentato.<br />

Attori sociali 2<br />

Ci sono diverse distinzioni sostanzialmente coerenti<br />

tra la rappresentazione dei diversi attori sociali<br />

nelle prime tre categorie. I pedoni non sono<br />

mai esclusi. Nemmeno i ciclisti, indipendentemente<br />

dal fatto che siano o meno la vittima. Al<br />

contrario, i conducenti di auto sono sempre parzialmente<br />

esclusi (in secondo piano) nelle frasi<br />

che introducono l'evento della collisione, in linea<br />

con i risultati di precedenti ricerche sull'analisi dei<br />

contenuti come Ralph et al. Allo stesso modo, né<br />

i pedoni né i ciclisti sono impersonalizzati, indipendentemente<br />

dal fatto che questi ultimi siano<br />

la vittima. Ad esempio, le vittime di una collisione<br />

bicicletta- pedone sono state colpite da "un ciclista"<br />

e non da "una bicicletta", mentre le vittime<br />

di veicolo- bicicletta e veicolo - Pedone sono<br />

state generalmente colpite da "un'auto" e non da<br />

"un conducente". I conducenti di auto sono altamente<br />

impersonalizzati.<br />

Sicurezza&Innovazione<br />

80 3/<strong>2023</strong> <strong>leStrade</strong><br />

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