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leStrade n. 1585 marzo 2023

STRADE Certificazione Envision per il progetto del Passante di Bologna PONTI I papers presentati da Ansfisa durante i convegni ANIDIS

STRADE
Certificazione Envision per il progetto del Passante di Bologna

PONTI
I papers presentati da Ansfisa durante i convegni ANIDIS

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▪ Ragazzina investita ma l'auto non c'è<br />

▪ https://benzinazero.wordpress.com/2022/12/03/<br />

come-i-giornali-descrivono-gli-incidenti-stradali-ragazzina-investita-da-sola-a-saronno-due-auto-a-guida-autonoma-si-scontrano-a-lazzate-automobilisti-invisibili-il-saronno/<br />

La situazione italiana<br />

Anche in Italia, secondo dati della Polizia Stradale,<br />

oltre il 50% dei pedoni uccisi attraversando<br />

la strada sono anziani con più di 65 anni, perché<br />

una volta investiti è più probabile che subiscano<br />

gravi ferite. È quindi difficile ipotizzare che i pedoni<br />

italiani arrivino a 65 anni senza saper attraversare<br />

la strada. Più ovvio ipotizzare che vengono<br />

più facilmente uccisi i pedoni che, anche<br />

sulle strisce, non hanno i riflessi pronti o calcolano<br />

male la velocità del veicolo in arrivo.<br />

Il problema è che in molte amministrazioni locali<br />

i vigili e gli assessori, come i giornalisti, tendono<br />

ad identificarsi con gli automobilisti, e non vedono<br />

in modo adeguato i problemi – e i veri rischi –<br />

dei pedoni e degli altri utenti deboli.<br />

Qui di seguito lo schema che evidenzia la differente<br />

lunghezza dello spazio di arresto (tempo di<br />

reazione più spazio di frenata) e le diverse probabilità<br />

di sopravvivenza dei pedoni se investiti<br />

alle diverse velocità, da 30 a 70 km/h. Questo<br />

schema rende evidente il fatto che sia la velocità<br />

del veicolo in arrivo il principale fattore di pericolo,<br />

soprattutto negli incidenti che riguardano<br />

pedoni e ciclisti.<br />

Secondo i dati Eurostat 5 , in Europa ci sono circa<br />

26.000 morti per incidenti stradali, di cui il 39%<br />

sono pedoni. La gran parte dei pedoni vengono<br />

uccisi in ambito urbano, dove il limite di velocità<br />

è spesso 50 km/h, un limite che è chiaramente<br />

troppo pericoloso per l’incolumità dei pedoni<br />

e dei ciclisti. In Europa si sta diffondendo sempre<br />

di più il limite a 30 km/h nelle aree urbane,<br />

proprio per tutelare gli utenti deboli. In Spagna<br />

dall’11 maggio 2021 limite di velocità a 20 e 30<br />

km/h su tutte le strade urbane in tutto il territorio<br />

nazionale, eccetto vie di scorrimento. È quindi<br />

evidente che, quando viene ucciso un pedone<br />

o un ciclista, è molto probabile che l’automobilista<br />

andasse troppo veloce, anche quando era formalmente<br />

nei limiti legali della strada, o magari<br />

solo poco sopra questi limiti.<br />

L’atteggiamento culturale di molti automobilisti<br />

italiani per cui se c’è il limite a 50 andare a 60<br />

‘non è grave’ è responsabile di molti morti sulle<br />

strade. E anche l’implicita indulgenza di molti<br />

giornalisti su questo comportamento non aiuta<br />

a ridurre morti e incidenti.<br />

Qui di seguito lo schema che evidenzia la differente<br />

lunghezza dello spazio di arresto (tempo di<br />

reazione più spazio di frenata) e le diverse probabilità<br />

di sopravvivenza dei pedoni se investiti<br />

alle diverse velocità, da 0 a 70 km/h:<br />

Questo schema rende evidente il fatto che sia la<br />

velocità del veicolo in arrivo il principale fattore<br />

di pericolo, soprattutto nel caso di incidenti che<br />

riguardano pedoni e ciclisti. nn<br />

[5]<br />

Sicurezza&Innovazione<br />

86 3/<strong>2023</strong> <strong>leStrade</strong>

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