In Fonderia 6 2023

ARTE E FONDERIA
scita esponenziale di una grande industria che si
pose poi al servizio della Navigazione Generale
Italiana, retta dai Florio e dai Rubattino.
Purtroppo, il declino dei Florio condusse alla
chiusura l’Oreta nel 1911 con la dispersione del
suo importantissimo archivio, e questa è la ragione
per cui oggi rimangono in evidenza principalmente
le sue opere legate al decoro urbano,
dalle inferriate e balaustre alle ringhiere delle
scale condominiali e dei balconi in ghisa, fino alle
luminarie stradali cittadine.
Parallelamente, però, si era e si sarebbe sviluppato
un tessuto di imprese metallurgiche e di
fonderie legate, per esempio, alla tipica produzione
di letti in lega metallica di derivazione inglese,
che avrebbero caratterizzato la tipologia
dell’abitare borghese in Sicilia fin dalla produzione
della ditta di Giuseppe Naccari a Palermo
nel 1833.
Proprio nello stesso 1841 era stata creata a Palermo
un’altra fonderia di ferro dai fratelli Angelo
e Luigi Gallo, che ebbe però breve vita, seppur
gloriosa. Oltre alle cronache delle fonti, purtroppo,
non ne rimangono molte testimonianze,
se non il busto di Vincenzo Bellini oggi esposto
presso il Museo del Conservatorio San Pietro a
Majella a Napoli (1841) e i disegni dell’architetto
Emmanuele Palazzotto per i candelabri stradali
di fronte al Real Palazzo delle Finanze (1844-
45). La fonderia fu chiusa, infatti, intorno al 1849
lasciando campo libero all’Oretea.
Nella seconda metà del secolo e nei primi anni
del successivo, però, altre realtà industriali si
fecero decisamente avanti come le fonderie di
Francesco Panzera e di Eugenio Oliveri, entrambe
impegnate prevalentemente nella meccanica
anche navale di grande cabotaggio, e di Agostino
Simoncini.
Da ricordare anche la fonderia di Giuseppe Carraffa,
che ebbe un ruolo assai rilevante nel campo
dei supporti artistici di corpi illuminanti, pure
a fianco dell’architetto Ernesto Basile, all’interno
del Teatro Massimo, come nell’attuale Sala Basile
della palermitana Villa Igea.
Queste imprese si aggiunsero ad altre di più antica
costituzione, come la fonderia di Gaetano
Basile, che nel 1858 aveva eseguito su disegno
dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile la
recinzione della Fontana Pretoria di Palermo, o
come la fonderia di Vincenzo e poi di Giovanni Di
Maggio, fondata nel 1857, della quale rimangono
numerosi eleganti candelabri stradali in ghisa
nella stessa città (Fig. 1).
latter, at least since 1844 when it won an award
at a local exhibition for a hydraulic press and
again in 1845 for the first steam engine produced
on the island. That field was much more complex,
futuristic and onerous, yet symptomatic of the
exponential growth of a large industry that then
placed itself at the service of the shipping company
Navigazione Generale Italiana, run by the
Florio and the Rubattino families.
Unfortunately, the decline of the Florio family led
to the closure of Oretea in 1911 with the loss of
its very important archive. This is the reason why
today its urban decoration works remain in evidence,
from window grilles and balustrades to
the cast iron banisters of condominium stairs and
balcony railings, to the city’s street lights.
At the same time, however, there was and would
develop a network of metallurgical companies
and foundries linked, for example, to the typical
production of English-style metal alloy beds,
which would characterise bourgeois home living
in Sicily since the production of Giuseppe Naccari’s
company in Palermo in 1833.
Still in 1841, another iron foundry was created in
Palermo by the brothers Angelo and Luigi Gallo,
but it had a short, albeit glorious, life. Unfortunately,
besides accounts from the actual sources,
few testimonies remain, except the bust of
Vincenzo Bellini now on display at the Museum
of the Conservatory of San Pietro a Majella in
Naples (1841) and the drawings by the architect
Emmanuele Palazzotto for the street candelabra
in front of the Real Palazzo delle Finanze (1844-
45). The foundry was closed, in fact, around
1849, leaving the door open for Oretea.
In the second half of the century and in the early
years of the following one, however, other industrial
realities stepped forward, such as the foundries
of Francesco Panzera and Eugenio Oliveri,
both mainly engaged in mechanics, including
large cabotage ships, and of Agostino Simoncini.
Also worth mentioning is Giuseppe Carraffa’s
foundry, which played a very important role in
the field of artistic light fixtures, even alongside
the architect Ernesto Basile, inside the Teatro
Massimo, and in the current Basile Room in Villa
Igea in Palermo.
These companies joined other older ones, such
as Gaetano Basile’s foundry, which in 1858 built
the railings around the Pretoria fountain in Palermo
according to a design by the architect Giovan
Battista Filippo Basile, or the foundry of Vincenzo
and later Giovanni Di Maggio, founded in 1857, of
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