In Fonderia 6 2023

AMBIENTE E SICUREZZA
LE CONSEGUENZE PER LE FONDERIE
ITALIANE
Le fonderie italiane sono e saranno uno dei perni
del processo di transizione ecologica, perché
sono energivore, usano metalli che sono sempre
più richiesti a livello mondiale e realizzano prodotti
intermedi per quasi tutto il sistema produttivo
nazionale e internazionale.
La loro importanza nel processo di transizione
ecologica le porta d’altro canto a essere molto
esposte alle pressioni normative e alle richieste
dei clienti sull’assessment ESG. I clienti dell’automotive,
dell’impiantistica, dei trasporti e di molti
altri settori subiscono forti pressioni dai consumatori
sulla sostenibilità, e questo si traduce in
richieste di compilare programmi e stipulare accordi
dove la fonderia si impegna ad attuare un
processo misurabile di transizione ecologica.
Anche se l’obbligo normativo di inserire determinate
informazioni ambientali all’interno del
rendiconto annuale interesserà soltanto le fonderie
più grandi (nel 2025 saranno obbligate a
rendicontare sulla sostenibilità tutte le imprese
con più di 250 dipendenti, con primo rapporto
da presentare a inizio 2026), la particolare
posizione delle aziende del settore, crocevia di
numerose filiere, impone anche alle aziende
non obbligate di diventare attori consapevoli
del nuovo contesto, sviluppando sistemi di misurazione
e riduzione della propria impronta
ambientale per anticipare le richieste dei clienti
e guadagnare spazio in un mercato sempre più
attento a questi aspetti. Tutto ciò deve avvenire
in un quadro di riferimento che tenga conto
da un lato degli orientamenti internazionali sugli
assessment ESG (norme UE, target ONU, STBi,
CDP, ecc.) e dall’altro delle peculiarità del settore,
che richiedono strumenti e processi specifici.
IL RUOLO DI ASSOFOND E GLI STRUMENTI
GIÀ DISPONIBILI
L’associazione già da diversi anni ha posto il
tema della sostenibilità al centro della sua attività
e dei servizi offerti agli associati. In quest’ottica,
con il supporto di un team di consulenti di
primo piano che fa riferimento al gruppo di ricerca
della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
guidato da Fabio Iraldo, Marco Frey e Francesco
Testa (recentemente inseriti da Stanford
University nella “Top 2% World Scientists List”),
sono già stati elaborati alcuni strumenti che
possono validamente essere impiegati dalle imprese
associate, quali ad esempio:
• il tool di ecoprofile per le fonderie di ghisa
increasingly important and all companies will
soon be required to present sustainability reports
or in any case to develop tools that enable
them to meet customer requests regarding environmental
impact. These are often included in
complex questionnaires such as the CDP (Carbon
Disclosure Project) or Ecovadis. Responding
to these pressures in an organic, complete and
systemic way is not easy. There is a very high
risk of making impromptu and ineffective choices,
which do not take long-term changes into
account and, above all, lead to an unnecessary
waste of resources.
THE CONSEQUENCES FOR ITALIAN
FOUNDRIES
Italian foundries are and will be one of the cornerstones
of the ecological transition process
because they are energy intensive, they use
metals increasingly in demand worldwide, and
they produce intermediate articles for almost
the entire national and international production
system.
On the other hand, their importance in the ecological
transition process makes them highly
exposed to regulatory pressure and customer
requests on ESG assessment. Clients in the
automotive, plant engineering, transport and
many other sectors experience strong consumer
pressure regarding sustainability, and
this translates into requests to compile programmes
and enter into agreements where the
foundry commits to implementing a measurable
process of ecological transition .
The regulatory obligation to include certain environmental
information in the annual report will
only apply to the largest foundries (in 2025 all
companies with more than 250 employees will
be obliged to report on sustainability, with the
first report to be presented at the beginning of
2026). However, the unique position of companies
in this sector, at the crossroads of numerous
supply chains, also requires non-obligated
companies to become aware actors of the new
context, developing systems for measuring and
reducing their environmental footprint to anticipate
customer requests and gain a share of a
market increasingly attentive to these aspects.
All this must take place in a reference framework
that takes into account, on the one hand, the international
guidelines on ESG assessments (EU
standards, UN targets, STBi, CDP, etc.) and, on
the other, the peculiarities of this sector, which
require specific tools and processes .
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