Plinius, naturalis historia 35,98 - Lettere e filosofia
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Iamque propinquabam portis omnemque videbar 730<br />
evasisse viam, subito cum creber ad auris<br />
visus adesse pedum sonitus, genitorque per umbram<br />
prospiciens: 'Nate,' exclamat, 'fuge, nate; propinquant.<br />
Ardentis clipeos atque aera micantia cerno.'<br />
Hic mihi nescio quod trepido male numen amicum 7<strong>35</strong><br />
confusam eripuit mentem. Namque avia cursu<br />
dum sequor et nota excedo regione viarum,<br />
heu misero coniunx fatone erepta Creusa<br />
substitit, erravitne via seu lapsa resedit?<br />
incertum; nec post oculis est reddita nostris. 740<br />
Nec prius amissam respexi animumve reflexi<br />
quam tumulum antiquae Cereris sedemque sacratam<br />
venimus: hic demum collectis omnibus una<br />
defuit, et comites natumque virumque fefellit.<br />
Quem non incusavi amens hominumque deorumque,745<br />
aut quid in eversa vidi crudelius urbe?<br />
Ascanium Anchisenque patrem Teucrosque penatis<br />
commendo sociis et curva ualle recondo;<br />
ipse urbem repeto et cingor fulgentibus armis.<br />
Stat casus renovare omnis omnemque reverti 750<br />
per Troiam et rursus caput obiectare periclis.<br />
Principio muros obscuraque limina portae,<br />
qua gressum extuleram, repeto et vestigia retro<br />
observata sequor per noctem et lumine lustro.<br />
Horror ubique animo, simul ipsa silentia terrent. 755<br />
Inde domum, si forte pedem, si forte tulisset,<br />
me refero. Inruerant Danai et tectum omne tenebant.<br />
Ilicet ignis edax summa ad fastigia vento<br />
volvitur; exsuperant flammae, furit aestus ad auras.<br />
per chi mi sta a fianco e per chi sta sulle spalle.<br />
Ero già a due passi dalle porte della città e ormai<br />
mi sembrava di essere riuscito a compiere per<br />
intero quella via di fuga, quand’ecco che ebbi<br />
l’impressione di sentire dei passi: alle mie orecchie<br />
giungeva ripetutamente un rumore di piedi. Fu<br />
mio padre, allora, dopo aver scrutato attraverso il<br />
buio, a gridare: “Figlio, fuggi, figlio”: si<br />
avvicinano. Distinguo bene i lucenti scudi e i<br />
bronzi luccicanti dei nemici. A quel punto non so<br />
dire cosa mi successe in quella trepidazione:<br />
certamente un nume ci fu propizio, ma -<br />
maledizione!- mi fece perdere la concentrazione:<br />
la mente peraltro era già stordita e confusa. Infatti<br />
mentre seguo percorsi solitamente inaccessibili e<br />
mentre pratico strade che non fanno parte della<br />
zona a me nota, ahimé, Creusa, mia moglie, mi fu<br />
strappata: fu colpa di un destino infelice? Si<br />
smarrì lungo la via? Oppure stanca si accasciò da<br />
qualche parte? Non lo so; è un mistero. Non mi<br />
girai mai a guardarla se non quando l’ebbi persa,<br />
né feci attenzione a quello che mi stava<br />
succedendo. Me ne resi conto solo quando<br />
arrivammo a quel rialzo e a quel luogo sacro dove<br />
sorgeva l’antico tempio di Cerere. Fu qui che,<br />
quando finalmente ci fummo riuniti tutti, lei sola<br />
risultò assente, lasciando delusi i suoi compagni,<br />
suo figlio e suo marito.<br />
Come un pazzo incominciai ad accusare uomini e<br />
dei. A chi di loro non addossai la colpa? Che cosa<br />
atroce! Ci fu forse qualcosa di più crudele che mi<br />
toccò vedere nella città distrutta? A quel punto<br />
affido ai compagni sia Ascanio, sia il padre<br />
Anchise, sia i Penati di Troia; quindi dispongo che<br />
si tengano al riparo nella valle ricurva. Da solo<br />
riprendo la strada verso la città; nel frattempo ho<br />
indossato di nuovo le lucenti armi. Ormai sono<br />
obbligato a rischiare tutti gli accidenti di prima,<br />
sono obbligato a ripercorrere tutta la città di<br />
Troia, sono obbligato a esporre nuovamente la<br />
mia vita ai pericoli.<br />
All’inizio mi tocca riattraversare tutti i palazzi e le<br />
infide soglie della porta della città da dove ero<br />
riuscito a scappare; andando a ritroso sto attento<br />
a ripercorrere le mie stesse orme: è notte fonda e<br />
mi devo guardare in giro solo con l’aiuto dei miei<br />
occhi.<br />
Il cuore mi batte forte in ogni istante e in ogni<br />
dove; è il silenzio stesso ad atterrirmi.Quindi<br />
ritorno direttamente a casa: chissà, per caso,<br />
chissà! Poni, per caso, che Creusa sia tornata sui<br />
suoi passi proprio lì. Ma la casa è piena di Greci: