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Plinius, naturalis historia 35,98 - Lettere e filosofia

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limina tectorum et medium in penetralibus hostem,<br />

arma diu senior desueta trementibus aevo<br />

circumdat nequiquam umeris et inutile ferrum 510<br />

cingitur ac densos fertur moriturus in hostis.<br />

aedibus in mediis nudoque sub aetheris axe<br />

ingens ara fuit iuxtaque veterrima laurus,<br />

incumbens arae atque umbra complexa penates.<br />

hic Hecuba et natae nequiquam altaria circum, 515<br />

praecipites atra ceu tempestate columbae,<br />

condensae et divom amplexae simulacra sedebant.<br />

ipsum autem sumptis Priamum iuvenalibus armis<br />

ut vidit, 'quae mens tam dira, miserrime coniunx,<br />

impulit his cingi telis? aut quo ruis?' inquit. 520<br />

'non tali auxilio nec defensoribus istis<br />

tempus eget, non, si ipse meus nunc adforet Hector.<br />

huc tandem concede; haec ara tuebitur omnis,<br />

aut moriere simul'. sic ore effata recepit<br />

ad sese et sacra longaevom in sede locavit. 525<br />

Ecce autem elapsus Pyrrhi de caede Polites,<br />

unus natorum Priami, per tela, per hostis<br />

porticibus longis fugit et uacua atria lustrat<br />

saucius. illum ardens infesto uulnere Pyrrhus<br />

insequitur, iam iamque manu tenet et premit hasta. 530<br />

ut tandem ante oculos euasit et ora parentum,<br />

concidit ac multo uitam cum sanguine fudit.<br />

hic Priamus, quamquam in media iam morte tenetur,<br />

non tamen abstinuit nec uoci iraeque pepercit:<br />

'at tibi pro scelere,' exclamat, 'pro talibus ausis 5<strong>35</strong><br />

di, si qua est caelo pietas quae talia curet,<br />

persoluant grates dignas et praemia reddant<br />

debita, qui nati coram me cernere letum<br />

fecisti et patrios foedasti funere uultus.<br />

at non ille, satum quo te mentiris, Achilles 540<br />

talis in hoste fuit Priamo; sed iura fidemque<br />

supplicis erubuit corpusque exsangue sepulcro<br />

la sua città, appena vide sradicate la soglia di casa<br />

e il nemico già in mezzo alle parti più remote della<br />

reggia, proprio lui, ormai così anziano, si avvolge,<br />

di armi ormai da tempo desuete, le spalle -è così<br />

vecchio che gli tremano tutte-, indossa quindi il<br />

cinturone con la spada, destinata di fatto a non<br />

servire, e si porta, pronto a morire, nel più fitto<br />

della schiera nemica. In mezzo alla casa, a cielo<br />

aperto, si ergeva un altare, fiancheggiato da una<br />

pianta di alloro antichissima: essa si protendeva<br />

sull’altare e con la sua ombra avvolgeva i penati.<br />

Proprio qui Ecuba e le sue figlie -tutto vano- si<br />

erano radunate intorno agli altari; sembravano<br />

colombe scese rapidamente per l’approssimarsi di<br />

una fosca tempesta: si erano sedute lì e tenevano<br />

abbracciate le statue degli dèi. Fu lei che quando<br />

vide Priamo in persona con addosso quelle armi<br />

che sono tipiche dei giovani, lo apostrofò così:<br />

«quale tremenda follia ti ha sconvolto la mente,<br />

povero marito, spingendoti a cingerti di siffatta<br />

armatura? Oppure, rispondimi: ‘Dove pensi di<br />

accorrere?’. Una situazione come questa non ha<br />

bisogno di un simile aiuto né di simili difensori!<br />

No,proprio no! nemmeno se fosse qui ancora vivo<br />

il mio Ettore! Quest’altare qui ora ci proteggerà<br />

tutti! O altrimenti moriremo insieme nello stesso<br />

istante! Ora su, vieni qui definitivamente;<br />

nemmeno il tempo di dire queste parole, che lo<br />

attirò a sé e mise a sedere quel vegliardo nella<br />

zona protetta dagli dèi»<br />

Ma ecco in quel momento arrivare Polite, uno dei<br />

figli di Priamo. E’ appena sfuggito alla strage di<br />

Pirro; è ferito; è scampato fuggendo fra le frecce,<br />

fuggendo fra i nemici, percorrendo i lunghi<br />

porticati. Ora si guarda intorno: vuoti corridoi da<br />

un lato e dall’altro. Pirro però ora gli sta alle<br />

calcagna; brucvia dal desiderio di infliggergli una<br />

mortale ferita; e lì lì che lo afferra con la mano e<br />

gli fa sentire la punta dell’asta; al giovane sembra<br />

di aver trovato scampo arrivando davanti agli<br />

occhi e ai volti dei genitori; ma è proprio lì che si<br />

accascia; fu così che insieme a tanto sangue, perse<br />

anche la vita.<br />

A questo punto Priamo -eppure era anche lui<br />

chiaramente in balia del nemico e vicino a moriredecise<br />

comunque di reagire e non trattenne né la<br />

voce né l’ira. “Che gli dèi” -esclama- “assolvano<br />

completamente e degnamente al loro debito di<br />

gratitudine per un simile delitto e per simili<br />

imprese! Non è vero forse che in cielo la<br />

misercordia divina ha a cuore siffatti gesti?<br />

Ebbene, ti contraccambino con i premi promessi!<br />

Non mi hai forse permesso di vedere con i miei<br />

occhi morire mio figlio qui ora? Non hai forse<br />

osato macchiare lo sguardo di un padre con il

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