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Tutti i colori del noir - Cineforum del Circolo

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ica dei contenuti: Hana-Bi è allo stesso tempo un poliziesco d’azione, un noir, un film drammatico, malinconico,riflessivo ma aperto a squarci di sereno, un film complesso ed a registri molteplici. […]Paolo Boschi, ScannerNel film giapponese molto bello, Hana-Bi, premiato con il Leone d’oro all’ultima Mostra di Venezia, ilgenere poliziesco si trasforma in una riflessione esistenziale grazie allo stile alto, asciutto, nitido, dolorosoe insieme ricco di forza del regista cinquantenne Takeshi Kitano, che in Giappone è una famosissimastar multimediale: attore comico, romanziere, poeta, saggista, autore di fumetti, divo di talk show televisivi,fisicamente pare una versione asiatica di Harvey Keitel. Il gran talento dell’autore (anche protagonista,sotto lo pseudonimo Beat Takeshi) mette insieme eccentricità sorprendente (il film comincia con un ragazzogiapponese biondo platino, con la scritta «Crepa» vergata in rosso sull’asfalto della strada), calma, silenzio(la storia è quasi senza parole) e scatti violentissimi: pugni fulminei, bacchette da cibo infilate dentrol’occhio dell’avversario, calci in bocca sino a far vomitare sangue, risse improvvise, sopraffazioni, sparatorieletali, cumuli di cadaveri bucati e insanguinati. […]Lietta Tornabuoni, La StampaIL REGISTAPersonalità multiforme e dagli infiniti talenti, Takeshi Kitano è damolti considerato il maggior cineasta giapponese in attività. Eppurela sua carriera iniziò nei primi anni 70 come attore, nel duo comico-demenziale"The Two Beats", in coppia con "Beat" KyioshiKaneko. In Italia lo si ricorda poiché il duo era presente negli spezzonidi Mai dire Banzai della Gialappa's Band.Nel decennio successivo "Beat" Takeshi divenne uno dei personaggitelevisivi più noti in patria, nelle vesti di regista/attore di commediee conduttore dei più svariati show. Ebbe inoltre modo di recitarein diversi film: nel più celebre di questi, Furyo (1983) di NagisaOshima.Nel 1989 l'abbandono del regista designato permise a Kitano didirigere un film che in realtà doveva solamente interpretare: il risultatofu Violent Cop, un poliziesco anti-spettacolare e sui generis,girato con una ricchezza di idee e una consapevolezza stilisticaeccezionali per un esordiente. L'anno successivo arrivò l'operaseconda, Boiling Point, il film è meno teso e secco del primo, ilmontaggio più sperimentale e difficoltoso, ma continuano a delinearsii tratti distintivi di una poetica tanto originale quanto complessa.Il suo primo film non yakuza è anche il primo in cui non compare come attore: Il silenzio sul mare (1991),la storia di un ragazzo sordomuto che impara a surfare. Un capolavoro miracoloso tra tra dramma e commedia,e con una delicatezza di tocco rarissima.Nel 1993 ecco Sonatine, un'altra storia di yakuza. Questa volta l'adesione agli stilemi del film di generenon è neanche lontanamente presa in considerazione. Le geniali idee di cinema presenti nelle prime treopere si amalgamano qui in una costruzione narrativamente "eretica", ma proprio per questo ricchissimadi fascino.Seguono due episodi minori, il demenziale Getting Any? (1994) e il drammatico Kids Return (1996), duepellicole senza dubbio riuscite nel loro genere, ma forse "fuori fuoco" rispetto alla poetica più puramentekitaniana.Proprio dopo le riprese del primo dei due film Kitano, alla guida della sua motocicletta, fu coinvolto in unterribile incidente, nel quale sfiorò la morte e al quale seguì una convalescenza di diversi mesi. Nel frattempoebbe modo di iniziare a dipingere, anche qui con risultati sorprendenti.Quando nel 1997 si riaffacciò nelle sale, il suo volto era una maschera impassibile (in seguito alle operazionidi chirurgia plastica dovute all'incidente), ma ciò non gli impedì di prendere parte come attore prota-25

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