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Tutti i colori del noir - Cineforum del Circolo

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me a questo, Collateral è un thriller serrato, coinvolgente, un’opera capace di straordinarie accelerazionidi ritmo e di scene d’azione di rara efficacia. Quello che davvero sorprende è poi la perfetta fusione di unprogetto così lucido con una dose altrettanto compiuta di attenzione alle regole del genere, rispettate inogni particolare anche dalla magnifica sceneggiatura di Stuart Beattie.Rigoroso e sperimentale, sporco e sublime, Collateral ci accompagna per due ore nel più incredibile “tuttoin una notte” che si ricordi: Jamie Foxx e soprattutto Tom Cruise offrono il meglio delle loro capacità nelriempire due personaggi già di per sé pieni di sfaccettature, che esprimono la loro vita interiore in manieraistintiva, quasi animalesca, reagendo così alle leggi della giungla cittadina che vengono loro imposte.Michael Mann per certi versi ha davvero sfornato il suo capolavoro, trovando il punto più alto raggiungibileda ogni componente della macchina-cinema. La sua capacità di costruire l’opera in modo da elevarela tensione fino al climax viene riproposta in questo film al suo massimo; ed infatti gli ultimi venti minutidi Collateral rappresentano una sinfonia visiva, cromatica, sonora e soprattutto emozionale che davveronon verrà dimenticata.Adriano Ercolani http://www.offscreen.itIL REGISTAAll’interno del panorama del cinema contemporaneopochi registi possono vantare una filmografia coerente e diqualità come quella di Michael Mann, un regista che haattraversato gli ultimi trent’anni di storia del cinema americanoaffrontando un genere come il poliziesco e portandoloa livelli di raffinatezza visiva e di introspezione psicologicaassoluti.Michael Mann è nato a Chicago il 5 febbraio 1943. Dopoessersi laureato in letteratura inglese presso l’Universitàdel Wisconsin, Mann si innamora del cinema e della regiain particolare: abbandona così l’idea di una carriera accademicae nel 1964 parte per l’Inghilterra. Frequenta lelezioni della prestigiosa London International Film Schooldurante tutta la seconda metà degli anni Sessanta.Seguendo un trend inaugurato da alcuni registi attivi sul suolo inglese in quegli anni (ad esempio AlanParker e i fratelli Ridley e Tony Scott) anche Mann si dedicò alla pubblicità e al cortometraggio. Nel 1971Mann ritorna negli Stati Uniti, inizia a lavorare come produttore esecutivo per la 20th Century Fox, recitain alcune pellicole di secondo piano e soprattutto comincia a farsi notare con la scrittura di alcuni episodidella famosa serie televisiva Starsky e Hutch. Questo gli permise di lavorare nel 1978 sulla produzione diun’altra serie, Vegas, una delle più seguite dell’intera stagione televisiva. E così, di successo in successo,Mann riesce ad avvicinarsi sempre più al mondo del cinema: nel 1979 gira Jericho Mile, un film per la tvche verrà poi proiettato anche nei cinema. È il suo battesimo di fuoco sul grande schermo, fu nominato agliEmmy come miglior film drammatico e Mann vinse il premio per la migliore sceneggiatura mentre laDirector’s Guild of America gli assegnò il premio per la migliore regia.Nel 1981 si occupa della sua prima pellicola pensata specificamente per il cinema: supportato da un attorein stato di grazia, James Caan, realizza Strade violente, un noir metropolitano lento e sinuoso, ambientatonelle strade notturne e piovose di Chicago. Strade violente è il primo lavoro in cui Mann lascia trasparireil suo stile espressivo e fiammeggiante. Dopo la strana incursione nell’horror del 1983 con La fortezza, la televisione torna a bussare alla sua porta l’anno successivo. Dal 1984 fino al 1989 è stato il produttoreesecutivo e autentica mente di Miami Vice, successivamente Mann produsse dal 1986 al 1988 ancheCrime Story.Nel 1986, all’interno di questo dedalo di impegni televisivi, Mann riesce a ritagliarsi il tempo per dedicarsialla sceneggiatura e alla regia di un film tratto da «Red Dragon», un romanzo di Thomas Harris. L’esitodi questo lavoro sarà Manhunter - Frammenti di un omicidio, il suo primo capolavoro. Fa la sua comparsaufficiale sul grande schermo lo psicologo antropofago Hannibal «The cannibal» Lecter, reso poi celebre35

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