primi piani che scrutano nell’anima dei protagonisti.I confini di una Parigi e del suo cielo di piombo, sono le pareti di una scatola metallica contro le quali èdestinato a soffocare qualunque tentativo di evasione, almeno fino all’avvento di una qualche giustiziasuprema in grado di riportare gli eventi al loro corso naturale, ripristino tragico e violento dell’ordine dellecose.Andrea Olivieri, www.cinemadelsilenzio.itLa Francia torna a sfornare film di grande qualità. Premiato dal pubblico al recente «Noir in Festival» diCourmayeur, 36 Quai des orvefres, presenta assieme per la prima volta, tre nomi notissimi del cinema d’oltralpe:Depardieù, Auteil e Dussolier, invischiati in una sordida storia di tradimenti e vendette all’ombradella centrale di polizia con sede nella via da cui il film prende il suo titolo.I primi trenta minuti del film presentano le migliori sequenze «poliziottesche» degli ultimi vent’anni : dure,violente, ricche di suspance, pathos, originali nella forma e perfette nella realizzazione pratica ed interpretatealla grande non solo dai due giganti Auteil e Depardieu, che peraltro possono dare libero sfogo allaloro bravura durante il resto della pellicola, ma anche e sopratutto da un cast di seconde linee, assolutamentestrepitoso. Una volta esauritasi la forza dirompente dell’incipit, 36 cambia lentamente ed inesorabilmentefaccia, diventando qualcosa di simile ad una tragedia shakespeariana, con la lotta a distanza tra idue protagonisti che si fronteggiano e lottano a forza di colpi bassi entrando in una spirale di violenza emorte che lascerà ben pochi personaggi vivi sul campo di battaglia. Diretto alla grande e sceneggiato allastra-grande, 36 colpisce lo spettatore grazie alla freschezza e realismo della messa in scena, alla bravuradegli interpreti, alla eccezionale colonna sonora, evocativa ma mai ridondante, ad una serie di dialoghi che,se fossero inseriti in un film americano, probabilmente, sarebbero oggi già sulla bocca di tutti. Insomma,in una parola, imperdibile.Andrea Chirichelli, www.mymovies.itIL REGISTANasce a Talence, cittadina del dipartimento francese della Gironda nel1958. Entra in polizia con la qualifica di ispettore nel 1980, dove vieneintegrato nella sezione dell’antiterrorismo di Versailles.Contemporaneamente al suo lavoro di poliziotto studia recitazionepresso il conservatorio di Parigi. Questa sua passione lo porterà, nel1993, a lasciare la polizia per dedicarsi esclusivamente al cinema.Dapprima come attore, divenendo uno dei protagonisti della fortunataserie televisiva Police district, poi come sceneggiatore nella fictionCommissaire Moulin, dove mette a frutto la sua conoscenza diretta dell’ambientedella polizia.Il suo primo lungometraggio è Gangster, del 2002, film dove alla storiapiuttosto scontata, fanno da contrappunto dei dialoghi mai banali,una trama serrata e un notevole gioco di sfumature psicologiche chefanno presagire le potenzialità di questo regista.Il successo arriverà con l’opera successiva, 36 Quai des Orfèvres(2004), film di grande qualità, impreziosito dalla notevole interpretazionedi Daniel Auteuil e Gérard Depardieau.Del 2008 è, invece, L’ultima missione, ancora con protagonista Auteuilnella parte di un poliziotto alla deriva, a cui viene offerta un’ultimaoccasione per riscattarsi. Ambientato in una Marsiglia cupa e piovosa,il film vede nel personaggio di Auteuil il tipico antieroe così caro algenere noir. Il titolo originale, MR73, fa riferimento al modello di revolver in dotazione alla polizia francesenegli anni ‘70.Olivier Marchal, nel gennaio 2010, è stato nominato Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres.39
FILMOGRAFIAGangsters (2002)36 Quai des Orfèvres (2004)L’ultima missione (MR73) (2008)40