È uno scambio continuo e costante, in cui chi trascorreva giornate identiche lasciandole scivolare via passandotutto il tempo a rimpiangere e a cercare il coraggio per cambiare, finalmente trova quel po’ di coraggioe, anche se forse è tardi per stravolgersi, almeno può dire di averci provato e conservarne il ricordo.Così il gran giorno arriva insieme alla paura di non riuscire a superarlo, la rapina e l’operazione al cuoredi Manesquier; così come dall’inizio, nessuno si lascia andare, le parole rimangono contratte ma fin troppochiare e prendono vita negli occhi e nei gesti di ognuno per l’altro.La regia originale di Leconte sostiene e arricchisce la sceneggiatura di Claude Klotz, curatissima e pienadi spunti, che riapre di tanto in tanto durante la narrazione.Leconte alterna momenti più lenti, e sempre essenziali, in cui i brillanti dialoghi trovano il respiro chemeritano, considerando che quasi ogni battuta contiene temi e concetti su cui si potrebbe riflettere a lungo;gli interni sono gestiti proprio con questa consapevolezza, le conversazioni fra Milan e Manesquier sonoinserite in un contesto di tranquillità, tra luci soffuse e penombre nelle atmosfere placide e pacate dellacasa. I toni intimi risaltano, evidenziati anche dall’attenzione per i particolari e una macchina da presaquasi sempre stretta sui protagonisti. Il mondo fuori è più incostante, le inquadrature rimangono scarne e ipiani si allargano mostrando ambienti se non ostili quantomeno estranei, uno sfondo sul fuoco sempre presentesullo sviluppo del rapporto tra i personaggi.La fotografia segue la stessa logica e oscilla tra interni neutri e propri di Manesquier e i toni freddi, blu, diMilan. Entrambi assumono le caratteristiche dell’altro quando l’altro «conduce» nella propria esperienza,i colori di Milan diventano quelli di Manesquier se è il primo a guidare e viceversa.Le interpretazioni sono il giusto compenso per una grande storia, sia Rochefort che Hallyday riescono acentrare i caratteri aggiungendogli un fascino fondamentale con una recitazione matura.Se il tema è quanto si può mettere in gioco se stessi e potersi fidare di qualcuno, allora sia Milan (che nonha mai fallito) che Manesquier (uno che è abituato alle sconfitte), raggiungono il loro vero obiettivo nonostantegli eventi.Uno scambio reale che viaggia e, fino alla fine, si incontra per poi passare oltre, in direzioni opposte accomunateda quell’attimo condiviso tanto intenso e prezioso.Giulia Novelli, www.ondacinema.itAutore discontinuo e a volte un po’ inconsistente, Leconte si conferma un grande maestro nella commediadai toni lievi ed esilaranti. I suoi personaggi, coscientemente sempre sul filo dello stereotipo, sono dei brillanticonversatori, dei laconici umoristi, dei filosofi dell’assurdo, insomma, degli affascinanti paradossi.Ecco che la faccia lunga e un po’ triste di Jean Rochefort fa da contrappunto a quella granitica e manieristicadi Johnny Hallyday; ecco che la fanciullesca freschezza del vecchio verboso e abitudinario si confrontano,mescolandosi, alla calma nervosa e disincantata dell’avventuriero; ecco il cocktail sweet-n-sour,che si snoda attraverso situazioni brillanti e confronti retti soprattutto dai dialoghi di taglio teatrale e dall’irresistibileconfronto delle due personalità, sullo schermo e fuori da esso. Il film perde un po’ di tononell’ultimo quarto, quando la mano di Leconte si fa un po’ più pesante sulla vicenda e la dirige più forzatamenteverso il nucleo tematico del film, il rimpianto. I due uomini sono infatti modello l’uno per l’altro,anti-poli di attrazione; e l’ultimo soffio di vita nei loro corpi compie il miracolo dello scambio, l’opportunitàper entrambi di ricominciare prendendo in prestito la vita dell’altro, le sue abitudini, le sue manie oviceversa l’assenza di regole e di restrizioni. L’avventuriero e il professore, la strada e la poesia, il circo ela scuola. Due modi non solo di vivere, ma di essere, di esistere: attraverso il grugno rock-n-roll diHallyday, o il sorriso beffardo (“Ve l’ho fatta un’altra volta”) di uno splendido Rochefort.Alberto Zambenedetti, www.spietati.itIL REGISTAParigino, classe 1947, Patrice Leconte, dopo aver frequentato il prestigioso Idhec, inizia a girare una lungaserie di cortometraggi per arrivare a realizzare nel 1975 Il cadavere era già morto, suo primo lungometraggio,parodia del genere poliziesco francese. Il successo giungerà con Tandem (1987) e con il succesivoL'insolito caso di Mr. Hire (1989), uno dei migliori film tratti dai romanzio di Georges Simenon, che glivalse un buon riconoscimento da parte della critica al Festival del cinema di Cannes.47
In Italia acquista una grande notorietà con Il marito della parrucchiera(1990), film percorso da un leggero umorismo e interpretato da JeanRochefort, attore che lo accompagnerà in molti suoi film e Anna Galiena.Nel 1995 realizza Ridicule, con cui ottiene un grande successo e che gli varràquattro César, tra cui miglior film e miglior regia, il David di Donatello perla miglior regia, nonché la nomination all'Oscar come miglior film straniero.Nel 1999 Leconte ottiene un nuovo successo grazie a La ragazza sul ponte,con Daniel Auteuil che interpreta un lanciatore di coltelli che salva unaragazza, interpretata da Vanessa Paradis, che vuole suicidarsi gettandosi daun ponte sulla Senna.Nel 2002 è a Venezia con il suo L’uomo del treno che ottiene un grande successo,grazie anche anche alle interpretazioni superlative di Jean Rocheforte Johnny Halliday, notissimo cantante rock franco-belga, che ha intrapresoanche una discreta carriera come attore.Del 2006 è Il mio migliore amico, con Daniel Auteuil e Dany Boon, filmdelicato e leggero sull’amicizia che si instaura fra un antiquario di successo e un taxista un po’ naïf.FILMOGRAFIA ESSENZIALEIl cadavere era già morto (Les vécés étaient fermés de l'intérieur) (1975)Les Bronzés (1978)Les Bronzés font du ski (1979)Viens chez moi, j'habite chez une copine (1980)Ma femme s'appelle reviens (1981)Circulez y'a rien à voir (1983)Les spécialistes (1984)Moi vouloir toi (1985)Tandem (1987)L'insolito caso di Mr. Hire (Monsieur Hire) (1989)Il marito della parrucchiera (Le mari de la coiffeuse) (1990)Tango (1993)Il profumo di Yvonne (Le Parfum d'Yvonne) (1993)Ridicule (1995)I granduchi (Les Grands Ducs) (1996)Uno dei due (Une chance sur deux) (1998)La ragazza sul ponte (La fille sur le pont) (1999)L'amore che non muore (La Veuve de Saint-Pierre) (2000)Félix et Lola (2000)Rue des plaisirs (Rue des plaisirs) (2001)L'uomo del treno (L'homme du train) (2002)Tête de gondole (2003)Confidenze troppo intime (Confidences trop intimes) (2003)Dogora (Dogora - Ouvrons les yeux) (2004)Les bronzés 3: amis pour la vie (2006)Il mio migliore amico (Mon meilleur ami) (2006)La Guerre des miss (2009)Voir la mer (2011)48