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Previdenza - Enpam

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EditorialeSono stato proscioltodi Alberto Oliveti, Presidente della Fondazione EnpamTranquillizzare gli iscritti Enpam raccontando lecose come stanno nella realtà non è reato.Questa affermazione, malgrado l'apparenza,è tutt'altro che scontata. Per capire il perché bisognatornare indietro di due anni. Era il 2011, i giornaliscrivevano che l'Enpam aveva subìto un sospettodanno patrimoniale di oltre un miliardo di euro, l'allarmismoera diffuso. Tutto nasceva da un'analisirealizzata da una società, che aveva parlato di “perdite”definitivamente accertate “pari a 400 milioni dieuro e, potenziali, fino a circa 800 milioni di euro”.Convocammo una conferenza stampa, che condussinella mia qualità di vice presidente vicario. Spiegaiche le perdite non c'erano. Misi in discussione leconclusioni di quello studio (che, tra l'altro, era statodivulgato nonostante un vincolo di riservatezza) perchéle somme che venivano date "definitivamente"per perse in realtà erano a rischio. Una differenzasemantica non indifferente, tanto che gran parte diquelle perdite potenziali sono state poi recuperate.Tutto è bene quel che finisce bene? No. La società Sri,che aveva realizzato l'analisi, mi querelò per diffamazione,sostenendo di essere stata pesantementedenigrata dalle mie dichiarazioni.Il pubblico ministero avviò allora indagininei miei confronti ma, convincendosi chenon avevo fatto niente di male, chiese l'archiviazione.Non soddisfatta, la società sioppose alle conclusioni del Pm. Così il 30luglio scorso sul caso si è definitivamentepronunciato il Giudice per le indagini preliminari.Il magistrato mi ha prosciolto, stabilendoche le affermazioni da me pronunciatein occasione della conferenza stampa «non abbianoun contenuto diffamatorio bensì costituiscanoesercizio del diritto di critica, appalesandosi del tuttoconformi ai requisiti di veridicità del fatto, continenzaespositiva e interesse pubblico della notizia».Il Giudice ha inoltre riconosciuto che mi sono «limitatoad esprimere un giudizio di valore relativamente all’operatodella Sri (“un’analisi superficiale”), supportato dall’indicazionedi dati precisi, senza in alcun modo trascenderein espressioni colorite, eccessive o ultronee».Nelle motivazioni dell’ordinanza si legge che l’Enpam«aveva il dovere di controllare» ciò che la societàaveva scritto e «di contestare le risultanze della consulenza,ove ritenute erronee». Per l’appunto, «dalleaffermazioni di Oliveti – scrive il magistrato – trasparechiaramente non la volontà di denigrare la Sri, bensìla volontà di affermare l’erroneità delle analisi economicheda quest’ultima svolte».La morale della favola è che per aver fatto il mio doveresono rimasto oltre due anni sotto inchiesta penale.Ma non basta: la società in questione, oltre a querelarmi,mi ha fatto causa chiedendo un risarcimento di100 milioni di euro (!). Quindi, prima di poterdimenticare questa vicenda kafkiana,dovrò aspettare che sul caso si pronuncianche il tribunale civile.Infine un retroscena: sono stato proscioltoper dichiarazioni che non ho nemmenomai pronunciato. Il giornalista che le ha riportate,infatti, non era presente alla conferenzastampa e ascoltando la registrazioneaudio di quella giornata, le frasi chemi vengono attribuite non si trovano. nTranquillizzare gli iscritti Enpamraccontando le cose come stanno nella realtànon è reato5 – 2013 Il Giornale della Previdenza 5

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