Banalità, pag - Patrizio Marozzi
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e magari mentre fa questo esprime un suo pensiero, forse<br />
un desiderio, ciò può essere un atto di libertà<br />
intollerabile. E allora come dicevo, sono un poco stufo,<br />
come si fa fare conversazione, o stabilire una relazione,<br />
quando si parla con una moltitudine di ipotesi associabili,<br />
ridotti a due o tre frammenti, che non si vuole<br />
pronunciare, perché non sono neanche personali, per non<br />
perdere il controllo, e che tendono solo a distruggere ed<br />
ad affermare la propria superiorità per mezzo<br />
dell‟ignoranza, e della prevaricazione temporale del<br />
termine, senza significato né intimità!?<br />
Insomma non ha proprio realtà, che ne so il fatto per<br />
esempio, che non si riesce a parlare concretamente con<br />
qualcuno, anche una donna, perché sembra di parlare con<br />
conclusioni in “sulle loro ipotesi, allusiva e pre astratta, in<br />
una sorta di telapatizzazione in ragione di tre.”<br />
La medianità, ma!<br />
Del resto dove mi sono visto in giro, io, la prima volta,<br />
in occasione di una mostra del fondatore del movimento<br />
minollico. Avevo avuto notizia del movimento minollico<br />
da un fax giuntomi, a casa, poco tempo prima, esso<br />
riportava il manifesto del movimento minollico. Lo<br />
scrittore in questione si esprimeva come critico, sui<br />
contenuti e non sul prezzo, che all‟epoca era quantificato<br />
in, quante, <strong>pag</strong>ine scritte, o una sorta di presenza. Dissi a<br />
lui dato che nel mio intervento era scritto in un dialogo<br />
con il suo, ché non sarei stato fisicamente presente alla<br />
mostra; di dire agli artisti di avermi conosciuto per caso<br />
in estate, durante le mie nuotate in mare. Un piccolo caso<br />
strano di quella mostra, fu la decisione, di non parlarne<br />
alla Rai locale, perché il termine “Televisione Puttana?”,<br />
non era appropriato a tal proposito. Vi leggo la parte<br />
dello scritto che recensiva la mostra, scritta dal critico.<br />
Il punto interrogativo è lo spazio che circonda il dubbio,<br />
il vuoto presente, pieno della ricerca, l‟ipotesi, il gesto che<br />
insegue la risposta. Quel punto interrogativo a termine<br />
della parola “puttana” è l‟inizio di un‟azione convulsa e