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Banalità, pag - Patrizio Marozzi

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che interagiscono con altri individui attraverso la<br />

coscienza, per dare un significato alla conoscenza e al<br />

comunicare, un senso alle loro emozioni e relazioni.<br />

Come dicevo vediamo ammucchiarsi consensi emotivi su<br />

frustrazioni emotive, un calderone medianico, quanto<br />

mediatico, e ancor di più senza senso: potere e non<br />

rappresentazione, pensiero irrapresentabile, senza tempo,<br />

senza nessuna percezione di esso, senza né sacro né<br />

profano, un magma inscindibile nella relazione, magma<br />

di non rappresentatività del consenso. Un tempo<br />

impazzito che si sta riproducendo sino alla saturazione,<br />

fino ad una sorta di fibrillazione gassosa del tempo<br />

emotivo, ma ha più senso pensare sino allo spegnimento<br />

del discernimento di ogni senso e significato. Una specie<br />

di prostituzione quotidiana di se stessi, senza che il<br />

prostituirsi abbia un oggetto nel significato, ma in<br />

assenza dell‟astrazione stessa dell‟oggetto in quanto<br />

rappresentazione, un tutt‟uno con ciò che non esiste della<br />

non rappresentazione. L‟atto e la volontà, sono virtuali e<br />

privi di responsabilità, il soggetto è pura finzione<br />

emotiva ed intellettuale, la coscienza superflua e<br />

fastidiosa per l‟individuo, il suo vedersi riproducibile<br />

all‟infinito in un gioco di “mediatici irriproducibile”<br />

all‟infinito. Siamo già forse oltre l‟oltre, nonostante ci sia<br />

ancora un punto d‟osservazione che vede, ma che in<br />

definitiva non cambia i comportamenti, che parla ma non<br />

comunica con se stessa, che non si accorge e sottovaluta<br />

la propria debolezza, facendo finta di accorgersi. Credo<br />

appunto che questo essere con se stessa, non è una<br />

semplice espressione al femminile, ma una dimensione<br />

collettiva che vuole essere altro, ma che non sa essere<br />

diversa, che vuole essere se stessa, volendo solo essere<br />

diversa, per essere come tutti, ma ormai è un tutti che<br />

non riesce più a mediare con se stessi, perché è un tutto,<br />

solito irreversibile irrapresentabile. Un se stessi, cosi<br />

virtuale che non riesce più a scegliere, che non cerca più<br />

un se stesso, che non si accorge più di un suo senso e

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