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Banalità, pag - Patrizio Marozzi

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televisione ologramma. Se pensiamo ad un ologramma, la<br />

cosa dell‟oggetto che mi stupisce, è che se si prende una<br />

lastra impressa con questo sistema, e la si rompe il<br />

frammento di essa mostra ugualmente l‟intera immagine,<br />

e la percezione che sembra di sfocatura, più il frammento<br />

è piccolo dell‟immagine, a ben riflettere più che una<br />

sfocatura percettiva, assomiglia o forse è la mancanza<br />

stessa di ciò ch‟è sempre stato invisibile, anche prima che<br />

si rompesse la lastra, come se la summa delle infinite<br />

immagini impresse nella lastra, evidenziassero una<br />

frequenza altra della luce espressa dal laser e impressa, o<br />

incisa sulla lastra. La caratteristica della luce del laser è<br />

quella di essere controllata e di contenere nello spazio le<br />

frequenze che la compongono. Nella realizzazione<br />

dell‟ologramma la luce laser viene divisa e per mezzo di<br />

un progetto di riflessione il raggio diviso si incontra<br />

nuovamente, dopo che possiamo dire ha attraversato,<br />

l‟immagine che si vuole realizzare, ch‟è bidimensionale,<br />

nell‟espressione di tutte queste frequenze nella luce laser,<br />

che incrociandosi di nuovo in un raggio unico ha in sé le<br />

proprietà della luce per mezzo della luce laser dei colori<br />

dell‟immagine da riprodurre. E qui per me succede<br />

quello che io chiamo l‟infinito possibile della costruzione<br />

della forma per mezzo della rappresentazione della luce.<br />

Per me a ben vedere, le frequenze, tutte le frequenze<br />

generatesi, riproducono ognuna per proprio conto, una<br />

memoria dell‟immagine, che espressa per la sua infinità<br />

di volte, danno al tutto uno l‟aspetto della<br />

tridimensionalità, per mezzo delle frequenze della luce,<br />

che si riproducono oltre la visibilità. Di fatto la<br />

rappresentazione è tra l‟analogia tra l‟esistenza della luce<br />

e la sua visibilità. In questo momento se pensiamo che<br />

per un televisore ogni pixel dovrebbe essere e riesprimere<br />

tutto il punto di luce laser con tutto quel che vi è al suo<br />

interno, e questo per ogni punto dell‟immagine, è<br />

evidente che dovremmo usare processori digitali<br />

oltremodo potenti, e direi uno per ogni pixel. Ma se noi ci

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