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Banalità, pag - Patrizio Marozzi

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Monalisa<br />

Un‟‟altra censura? Stavolta quale specie di associazione<br />

mentale hanno seguito, o che mezzo di relazioni e<br />

conoscenze?<br />

Albert E.<br />

Credo che siamo veramente all‟interpretabile della<br />

futilità per l‟acclarazione o del conoscersi associativo, o<br />

non so che cosa! Leggi un po‟?<br />

Monalisa<br />

Norberto Bobbio: “Il problema della guerra e le vie<br />

della pace.”<br />

Verso il pacifismo attivo<br />

La guerra atomica ha fatto giustizia della maggior parte<br />

di queste teorie giustificatrici. Non occorre, credo, una<br />

dimostrazione punto per punto. Basti prendere una<br />

qualsiasi delle frasi citate nel paragrafo precedente,<br />

sostituirvi "guerra" con "guerra atomica" e si vedrà<br />

l'effetto ora paradossale ora addirittura grottesco (la frase<br />

di Cousin suonerebbe così: "La guerra non è altro che uno<br />

scambio sanguinoso di idee a colpi di missili<br />

intercontinentali con capsula atomica"). Per quel che<br />

riguarda il contributo della guerra al progresso morale,<br />

assume valore di simbolo il caso del maggiore Eatherly,<br />

quale è stato presentato e commentato da Gunther<br />

Adres: il protagonista della guerra atomica sa benissimo<br />

di non essere un eroe, perché gli si chiedono prestazioni<br />

che<br />

stanno tra quelle dell'automa e quelle del campione<br />

sportivo. Ma poi, dopo il fatto, scopre di essere un<br />

semplice ingranaggio, condizionato nelle sue reazioni<br />

sino all'irresponsabilità, di un'immane macchina di<br />

morte. E allora non soltanto sa di non essere un eroe, ma

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