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zarsi entro il 2015<br />

e Gazprom<br />

Il gasdotto South Stream, sviluppato<br />

dalla Gazprom russa, l’italiana<br />

Eni e la francese EDF, collega la città<br />

russa di Novorossiysk alla città bulgara<br />

di Varna sul Mar Nero, per poi di<br />

dividersi in due rami che attraversano<br />

i Balcani per raggiungere Italia e Austria.<br />

Il progetto Nabucco (tratta più<br />

lunga e più costosa) dovrebbe trasportare<br />

gas naturale dal Mar Caspio verso<br />

l’Europa bypassando la Russia. Con<br />

una capacità di 31 miliardi di metri<br />

cubi di gas all’anno, l’oleodotto attraverserà<br />

l’Azerbaigian, Georgia, Turchia,<br />

Bulgaria, Ungheria, Romania e<br />

Austria. Nell’ottica in cui la Romania<br />

sia anch’essa partner del South Stream,<br />

si viene così a creare un perfetto<br />

parallelismo delle due condutture, che<br />

confermano la tesi dell’Eni.<br />

L’idea di fondere i due percorsi è<br />

stata salutata come un’idea “interessante”<br />

anche dall’attaché dell’ambasciatore<br />

Richard Morningstar, inviato<br />

speciale degli Stati Uniti per l’energia.<br />

“È un’idea interessante che merita<br />

ulteriori discussioni e considerazioni<br />

ed è importante che tale questione<br />

abbia iniziato ad essere discussa”,<br />

ha detto Morningstar durante un<br />

incontro con i giornalisti alla Farnesina.<br />

Tale posizione ottimistica è stata<br />

espressa anche dal segretario generale<br />

del Ministero degli Esteri, l’ambasciatore<br />

Giampiero Massolo, il quale<br />

ha affermato che le parti hanno iniziato<br />

a discutere, anche se non c’è ancora<br />

una risposta. ●<br />

di Luca Dessardo<br />

Attualitá<br />

Riflessioni in cornice<br />

Di alluvioni e altre sponde<br />

Omosessualità. Un tema ricorrente, comodo per un discorso al bar come<br />

alla TV, e del quale si parla dai pulpiti delle chiese come dai palcoscenici<br />

della politica. Tra una generica chiacchierata sui cambiamenti climatici<br />

e la decadenza morale del secol nostro, in qualche modo si trova sempre<br />

il pretesto per metterci dentro anche le persone gay.<br />

Partiamo dal tempo, classico argomento sul quale si può ripiegare nei<br />

momenti di imbarazzante silenzio. La crescente libertà di dichiarare la propria<br />

sessualità senza il timore di venire lapidati mette agitazione nei circoli<br />

religiosi più radicali. Così, ciò che dovrebbe venire considerato come<br />

una libertà conquistata, è per alcuni un sintomo del degrado della società<br />

odierna, sempre più simile a quella sodomita (di Sodoma). E proprio qui si<br />

nasconde il perverso nesso con le calamità naturali, che diventano nientemeno<br />

che una punizione divina per i nostri comportamenti. Non a caso<br />

dopo le devastazioni provocate a New Orleans dall’uragano Katrina c’era<br />

anche chi ha apertamente individuato negli omosessuali la causa scatenante<br />

dell’ira di Dio. Lasciando in pace il Signore, arriviamo al Papa, accusato<br />

due settimane fa dallo scrittore Aldo Busi di essere un omofobo e,<br />

in quanto tale, un omosessuale represso. Se l’accusa di omofobia nei confronti<br />

della Chiesa potrebbe in un primo momento anche sembrare intelligente,<br />

visti i tempi da talk show che corrono, dire invece che il Santo Padre<br />

sia un omosessuale represso è una provocazione gratuita di dubbio gusto.<br />

Ritornando alla Chiesa in generale, bisogna notare che su certe questioni<br />

rimane tradizionalmente conservatrice, ma ciò non è necessariamente sbagliato.<br />

Dovrebbe forse la religione piegarsi sempre e comunque alla mania<br />

secolarizzante? Certamente è fastidioso per un omosessuale vedersi privato<br />

dei sacramenti che definiscono la sua fede, ma credendo la Chiesa santa<br />

cattolica ed apostolica sceglie anche questa privazione - purché rimanga<br />

sempre nell’ambito della confessione e non incida anche sulla vita civile.<br />

Una fede individuale piuttosto che una religione politica, è questa la vera<br />

conquista della secolarizzazione, non già la castrazione della religione che<br />

deve invece, insegna Kierkegaard, essere sempre scandalosa.<br />

Il vero problema si manifesta quando l’intolleranza religiosa diventa anche<br />

intolleranza civile. Utilizzare lo spauracchio dell’inferno (come quello<br />

dantesco, dove i “peccatori contro natura” sono tormentati da una continua<br />

pioggia di fuoco) per stigmatizzare gli omosessuali ovunque si trovino:<br />

è questo l’aspetto obsoleto e degradante della religione. Questo genere di<br />

indottrinamento è alla base, ad esempio, delle ridicole parole dell’ex comandante<br />

NATO John Sheehan, il quale ha individuato nei soldati gay delle<br />

truppe olandesi dell’ONU la ragione per il mancato impedimento del massacro<br />

di Srebrenica. Condannare pratiche omosessuali non è come condannare<br />

un aborto, che può essere visto anche come omicidio, o l’eutanasia.<br />

L’omosessualità non è una patologia dannosa al prossimo come la pedofilia,<br />

oppure un feticcio scelto perché di moda. Si tratta invece della caratteristica<br />

che definisce la sessualità di una persona, esattamente come l’eterosessualità:<br />

né norma né devianza. Biologicamente va notato che esiste pure<br />

negli animali: se poi l’uomo ha il pretesto di vedersi superiore, in tal caso<br />

va da sé che neppure la sua orientazione sessuale dovrebbe, come negli animali,<br />

essere definita dal mero bisogno di riprodursi. Se la nostra indole ci<br />

spinge a indirizzare quel qualcosa in più che chiamiamo amore verso una<br />

persona dello stesso sesso non mi sembra un problema, né civile né tantomeno<br />

etico. Perché allora continuare a guardarlo con biasimo? ●<br />

<strong>Panorama</strong> 11

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