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28 <strong>Panorama</strong><br />

Reportage<br />

Numero record di produttori presenti quest’anno a Crassiza ad Oleum Olivarum<br />

Sostenere l’autoctonia dell’olivo istriano<br />

testo e foto di Ardea Velikonja<br />

Un recente studio effettuato dal<br />

“Flois olei”, la guida dei migliori<br />

olii di oliva europei, afferma<br />

che l’Istria è al secondo posto<br />

in quanto a varietà di olio, preceduta<br />

solo dalla Toscana. Infatti in questa<br />

prestigiosa guida ci sono gli olii di 35<br />

paesi di cui ben 40 produttori istriani.<br />

Favorita dal microclima, la regione<br />

sta diventando meta di acquirenti da<br />

Spagna, Belgio e Germania che sono<br />

interessati ad acquistare terreni per la<br />

coltivazione dell’olivo. Attualmente<br />

conta 125 olivicoltori con oltre 500 alberi<br />

e sette “Strade dell’olio di oliva”,<br />

progetto portato con successo a termine<br />

da Denis Ivošević, assessore regionale<br />

al turismo.<br />

In Croazia annualmente si producono<br />

4500 tonnellate di olio di oliva, in<br />

Italia 612.000, in Spagna 1.100.000.<br />

Nonostante ciò l’Istria come regione,<br />

come già detto, con 1500 tonnellate di<br />

olio annue lavorate in 26 oleifici, è riuscita<br />

a piazzarsi al secondo posto, secondo<br />

il parere di esperti e giornalisti<br />

che hanno compilato la guida “Flois<br />

olei”, dopo la Toscana che ne produce<br />

16.600. L’Istria addirittura è riuscita a<br />

battere la California che in 30 oleifici<br />

produce 1000 tonnellate di olio.<br />

Le feste dell’olio di oliva stanno<br />

facendola conoscere, anche se timidamente,<br />

in tutta Europa. Una di queste<br />

è Oleum Olivarum, l’incontro dei<br />

produttori istriani che si svolge tradizionalmente<br />

a Crassiza nel mese di<br />

marzo e che quest’anno è giunto alla<br />

tredicesima edizione, ed a cui negli<br />

ultimi cinque anni si è aggiunta anche<br />

la Fiera vera e propria, con stand e<br />

degustazioni. La due giorni di Crassiza<br />

è stata anche occasione per sentire<br />

ai seminari tenuti dagli esperti come<br />

l’Istria e la Croazia si stiano preparando<br />

all’entrata nell’Unione europea<br />

e di conseguenza come procede<br />

l’adeguamento ai nuovi regolamenti<br />

di produzione di tutte le colture,<br />

quindi anche delle olive. Đanfranko<br />

Pribetić, esperto olivicultore, ha parlato<br />

sulle necessità di promuovere<br />

i cluster (un gruppo di unità simili)<br />

La piccola Crassiza ha ospitato centinaia di persone<br />

Il dott. Paolo Parmegiani<br />

dei produttori: “L’unità fa la forza e<br />

in futuro, se non ci raggrupperemo,<br />

non potremo fruire degli incentivi<br />

europei nell’ambito del programma<br />

per lo sviluppo dell’olivicoltura. Anche<br />

il Ministero all’agricoltura croato<br />

prevede sovvenzioni per tutti i cluster<br />

agricoli”. È seguito l’intervento<br />

dell’agronoma Marina Kocijanić,<br />

che ha parlato ai numerosi produttori<br />

d’olio presenti in sala del nuovo database<br />

ARKOD, “che altro non è che<br />

una specie di controllo di tutte le parcelle<br />

catastali in cui si svolge attività<br />

agricola, dati che saranno obbligatori<br />

una volta entrati nell’Ue”.<br />

Infine il dott. Paolo Parmegiani,<br />

esperto in olivicolture della regione<br />

Friuli Venezia Giulia, ha toccato<br />

il tema “La varietà di olivo autoctone<br />

dell’Istria, il loro valore e l’importanza”:<br />

“Da anni vengo qui in Istria e con<br />

piacere ho visto che di anno in anno<br />

c’è più voglia di fare. Qui, in questo<br />

territorio, ci sono tutti i presupposti<br />

per fare non bene ma benissimo. Comunque<br />

avete ancora parecchi percorsi<br />

da fare in prospettiva dell’entrata<br />

nell’Ue, primo fra tutti l’accatastamento<br />

delle particelle con gli olivi<br />

dato che nell’Unione europea ci sono<br />

regole precise per quanto riguarda<br />

l’agricoltura. In Istria ci sono circa 8-9<br />

mila ettari di terreno coltivati a olivo,<br />

con oltre un milione di piante e quindi<br />

qui c’è un grosso potenziale. Tanto<br />

per fare paragoni con il resto dell’Europa<br />

vi dirò che in Friuli Venezia Giulia<br />

ci sono 400 ettari di olivi, in Veneto<br />

circa 7000, in Toscana 90.000 ed in<br />

Puglia 350.000. Complessivamente in<br />

Italia ci sono circa un milione di ettari<br />

coltivati ad olivo. Il primo produttore<br />

in Europa comunque è la Spagna con<br />

2 milioni di ettari. Qui ormai l’olivicoltura<br />

è diventata un’industria e non<br />

un ramo dell’agricoltura. Voi quando<br />

entrerete in Europa dovrete scontrarvi<br />

con un grosso mercato e quindi dovrete<br />

lottare per la qualità.<br />

L’olio non è sempre olio, quello al<br />

supermercato non è nulla a confron-

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