Scuola secondaria di primo grado - Narrativa
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alza incontro. Lui s’immobilizza <strong>di</strong> nuovo, ma non<br />
ha più tutto quel sangue freddo. Il Leone gli giunge<br />
a un <strong>di</strong>to dal naso, che l’uomo ha grande e ricurvo<br />
come il becco <strong>di</strong> un’aquila e che perciò vien detto<br />
aquilino.<br />
Forse è questo il suo particolare fisico a scoraggiare<br />
il Leone, che se ne va con la coda penzoloni.<br />
L’uomo fa appena in tempo a tirare un altro sospiro<br />
<strong>di</strong> sollievo, che sbuca dai ciuffi d’erba una Lupa nera<br />
e magra, con gli occhi rossi e i dentacci <strong>di</strong>grignati<br />
sulla lingua guizzante come fiamma.<br />
L’uomo non ha più forze e non ha più nemmeno<br />
una goccia <strong>di</strong> sangue nelle vene. Si sente scivolare<br />
sulle guance qualcosa <strong>di</strong> umido. Piange.<br />
Slitta sul terreno che gli frana sotto i pie<strong>di</strong>. È la<br />
fine. Ma ecco che gli appare una Figura umana, trasparente<br />
e silenziosa.<br />
«Aiuto!!!» vorrebbe gridare il poeta. Ma per<br />
rendere più solenne il suo grido, invoca invece «Miserere<br />
<strong>di</strong> me!».<br />
L’uomo trasparente si ferma. «Perché torni in<strong>di</strong>etro?»<br />
domanda. «Perché piuttosto non sali sul<br />
colle?»<br />
Il poeta non ha più voce. In<strong>di</strong>ca la belva che si<br />
sta arrotando i denti, sempre più feroce.<br />
«Sono stato mandato qui per salvarti» sorride<br />
l’altro. «Io non appartengo più al tuo mondo, ma tu<br />
mi conosci. Sono il poeta che ha scritto l’Eneide,<br />
quando ancora regnava Augusto…».<br />
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