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Scuola secondaria di primo grado - Narrativa

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loro occhi. Li guardò uno a uno, rischiarati da<br />

sotto da quella luce tremula, mentre il denso profumo<br />

del mandarino si spandeva nella stanza.<br />

Non sarò mai più felice <strong>di</strong> così.<br />

Non era bravo con le parole, suo padre.<br />

Ma sapeva <strong>di</strong>segnare, aggiustare e costruire<br />

qualsiasi cosa.<br />

Le mani erano la sua voce e Feliks, fin dalla<br />

nascita, si era abituato a capire il loro linguaggio.<br />

Quella minuscola lanterna <strong>di</strong> buccia <strong>di</strong> mandarino<br />

la tradusse con le parole: «Hai sprecato<br />

la polpa eppure, guarda, persino la buccia ha il<br />

suo valore».<br />

Quando era piccolo, un cavallino <strong>di</strong> legno,<br />

una trottola, sapeva che significavano: «Ti voglio<br />

bene».<br />

A volte, però, suo padre lo prendeva sulle ginocchia<br />

e gli raccontava una storia. Feliks, allora,<br />

appoggiava l’orecchio sul suo petto e si abbandonava<br />

a quelle storie strane dove persone reali e<br />

personaggi <strong>di</strong> fantasia vivevano insieme. Dove<br />

c’erano, insieme, i loro vicini <strong>di</strong> casa, eroi della<br />

mitologia e personaggi <strong>di</strong> favole e fumetti.<br />

Ora che Feliks era cresciuto, lui e suo padre<br />

avevano sempre qualche progetto comune.<br />

– 20 –

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