Scuola secondaria di primo grado - Narrativa
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<strong>di</strong> cose obbligatorie: mangiare sempre tutto<br />
anche se non ti piace o non hai fame, in<br />
casa portare solo le pantofole, andare sempre<br />
a dormire dopo pranzo, andare a letto<br />
alle otto <strong>di</strong> sera, lavare i denti cinque volte<br />
al giorno, alzarsi alle prime luci dell’alba e<br />
andare a correre anche sotto la pioggia o la<br />
neve e... via <strong>di</strong>cendo. Tutto quello che non<br />
è obbligatorio è proibito!<br />
In questo modo, vogliono insegnare a<br />
noi «ragazzi <strong>di</strong>fficili» a rigare dritto. Io, veramente,<br />
non so cosa significhi essere un<br />
ragazzo «<strong>di</strong>fficile». Ognuno dei miei amici<br />
può vantarsi <strong>di</strong> aver fatto qualcosa <strong>di</strong> sensazionale,<br />
come rubare una barca e andarsene<br />
in giro sul fiume per giorni oppure<br />
scappare <strong>di</strong> casa e cercare <strong>di</strong> andare all’estero<br />
o ancora <strong>di</strong>pingere il cavallo della statua<br />
<strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> come una zebra e tante<br />
altre cose ancora. Io mi sento un po’ come<br />
una mosca bianca; non so perché sono<br />
«<strong>di</strong>fficile», come <strong>di</strong>cono i miei genitori. Io<br />
non ho fatto proprio niente <strong>di</strong> interessante!<br />
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