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Riassunto Penco - Appunti Unict

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Carnap suggerisce di parlare in proposito di postulati di significato, che impongano restrizioni<br />

ai mondi di cui è sensato parlare.<br />

Carnap distingue dunque nell’idea di enunciato analitico due aspetti:<br />

• enunciati logicamente veri, in virtù del significato delle costanti logiche in tutti i mondi<br />

possibili;<br />

• enunciati veri per i postulati di significato, dipendenti dal significato dei termini e veri<br />

in tutti i mondi compatibili con i postulati di significato.<br />

Consideriamo il principio di Sostitutività, in una riformulazione in termini di estensione<br />

(Frege avrebbe parlato di riferimento): due espressioni con la stessa estensione sono<br />

sostituibili, mantenendo la verità del tutto.<br />

Esempio:<br />

• necessariamente 9>7<br />

• il numero dei pianeti = 9<br />

• necessariamente il numero dei pianeti > 7.<br />

Che il numero dei pianeti sia 9 è un fatto contingente e non necessario: l’inferenza non si può<br />

fare. Mentre 9 si riferisce allo stesso numero in tutti i mondi possibili, il numero dei pianeti si<br />

può riferire a numeri differenti in differenti mondi possibili.<br />

Nei contesti modali sostituire espressioni coreferenziali (9 e il numero dei pianeti) non<br />

assicura il mantenimento del valore di verità dell’enunciato. I contesti modali sono<br />

intensionali; in essi un’espressione è sempre sostituibile salvo verità con un’altra che abbia la<br />

stessa intensione. Risolto il problema della Sostitutività nei contesti modali, Carnap affronta<br />

quello del discorso indiretto. I contesti doxastici (di credenza, dal greco doxa, opinione) ed<br />

epistemici (di conoscenza, dal greco episteme, conoscenza) sono controesempi della<br />

Sostitutività più gravi che non i contesti modali.<br />

Carnap rileva che in tali contesti due espressioni sono intersostituibili salva veritate se hanno<br />

la stessa struttura intensionale, cioè se hanno la stessa struttura sintattica e i costituenti che<br />

occupano posti corrispondenti hanno la stessa intensione. La semantica della logica modale<br />

abbozzata da Carnap sarà poi ridefinita in modi diversi da Hintikka, Kripke, Lewis e<br />

Montague.<br />

Mondi possibili e logica modale<br />

Nell'ambito della logica formale, si indica come logica modale una qualsiasi logica in cui è possibile esprimere il<br />

"modo" in cui una proposizione è vera o falsa. Generalmente la logica modale si occupa dei concetti di possibilità<br />

e necessità, ma può essere utilizzata anche per esprimere l'obbligo morale o la credenza. Esempi di proposizioni<br />

modali sono quindi "È possibile che piova" o "È necessario che Socrate sia mortale o non mortale", ma anche "È<br />

doveroso andare a votare" o "Socrate crede che piova".<br />

Gli operatori modali basilari sono per esprimere la necessità e la possibilità. Nella logica modale classica,<br />

ciascuno dei due operatori può essere espresso nei termini dell'altro e dell'operatore di negazione.<br />

Modalità aletiche<br />

Le modalità aletiche sono quelle relative al modo di essere vero di un enunciato, ovvero se esso è possibilmente<br />

vero, necessariamente vero o contingentemente vero. Si tratta delle modalità comunemente intese quando non<br />

diversamente specificato.<br />

Le modalità aletiche possono essere intese in diversi sensi.<br />

Possibilità logica<br />

È il senso più debole, in quanto pressoché qualsiasi cosa intelligibile è logicamente possibile: gli asini possono<br />

volare, Socrate può essere immortale e la teoria atomica della materia può essere falsa.<br />

Alla stessa maniera, pressoché nulla è logicamente impossibile: una cosa logicamente impossibile è chiamata<br />

contraddizione. È possibile che Socrate sia immortale, ma non è possibile che Socrate sia mortale e immortale.<br />

Molti logici ritengono che le verità matematiche siano logicamente necessarie (ad esempio è logicamente<br />

impossibile che 2+2 ≠ 4).

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