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Riassunto Penco - Appunti Unict

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OLISMO SEMANTICO (DAVIDSON) -­‐ “Frege disse che una parola ha significato solo nel<br />

contesto di un enunciato; nello stesso spirito avrebbe potuto aggiungere che un enunciato (e<br />

quindi una parola) ha significato solo nel contesto del linguaggio”.<br />

L’olismo semantico è solo un’estensione dell’olismo epistemologico di Quine, e prosegue la<br />

critica sulla dicotomia analitico/sintetico. La visione di Davidson non è priva di gravi<br />

problemi (puntualizzati da Dummett):<br />

1) con l’olismo i significati diventano privati e individuali. Il significato attribuito alle<br />

parole di ogni individuo, data la visione olista, sarà diverso da quello di qualsiasi altro.<br />

Se il significato di una parola dipende dalla totalità del linguaggio in cui è inserita, non<br />

è possibile che due parlanti condividano lo stesso significato delle parole.<br />

2) Con l’olismo la comunicazione diviene impossibile: tra i parlanti non ci sarà né accordo<br />

ne disaccordo (perché il disaccordo presuppone una qualche forma di accordo). La<br />

comunicazione diverrà quindi un mistero inspiegabile.<br />

Queste critiche non dimostrano che l’olismo semantico è sbagliato ma che ha delle<br />

conseguenze implausibili. Davidson risponde che queste critiche hanno valore solo se si<br />

intende la comunicazione come trasmissione di significati condivisi. Per lui abbiamo in<br />

comune solo lo stesso mondo e molte credenze fondamentali in esso.<br />

Quindi :”le credenze dell’interlocutore sono derivare dai significati che riteniamo egli dia alle<br />

parole, e i significati delle sue parole sono derivati da quelle che riteniamo siano le sue<br />

credenze”. Questo circolo non si può rompere del tutto e quindi non avremo mai la certezza di<br />

interpretare correttamente un’altra persona. Come in Quine, l’evidenza empirica non basta a<br />

chiarire il significato e trovare l’interpretazione corretta.<br />

Come uscire da questa impasse?<br />

Davidson sostiene che nella comunicazione avviene un continuo processo di aggiustamento e<br />

di convergenza verso significati condivisi. Il parlante adegua quindi la comunicazione in<br />

relazione all’interlocutore, creando al momento una teoria dell’interpretazione provvisoria.<br />

Questo dovrà avvenire ogni volta, ogni nuovo interlocutore sarà necessario un nuovo<br />

aggiustamento e una nuova teoria.<br />

Ma come si distingueranno i fraintendimenti dovuti a diversi significati e diverse credenze?<br />

Davidson usa il principio di carità e la triangolazione.<br />

Richiamandosi al principio di carità di Quine, l’interpretazione avviene massimizzando la<br />

razionalità dei proferimenti del parlante, tenendo conto della coerenza (non<br />

contraddittorietà) e corrispondenza ( somiglianza delle risposte a quelle del mondo).<br />

Esempio: “nel frigo ci sono quattro “bestie” arancioni, me ne fai una spremuta? “: il parlante si<br />

riferisce a dei frutti, o in maniera scherzosa o perché non conosce il significato della parola<br />

“bestie”. Solo in questo modo posso interpretare il suo comportamento come razionale,<br />

rivolto ad un fine.<br />

La triangolazione avviene quando i soggetti convergono nelle loro reazioni all’oggetto. Sono<br />

necessarie almeno tre persone... se uno dice: ”coniglio” e gli altri due guardano il coniglio si<br />

forma il significato “coniglio”.

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