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Riassunto Penco - Appunti Unict

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teoria, denominata “teoria del grappolo”: i nomi propri non sono abbreviazioni di descrizioni<br />

ma ganci a cui appendere descrizioni”. Nasce il descrittivismo: anche se un nome proprio non<br />

funziona come una descrizione (la sua funzione è riferirsi ad un individuo), è necessario che<br />

possegga la somma delle proprietà che vengono comunemente attribuite al suo portatore. Se<br />

un individuo non possedesse almeno alcune delle proprietà attribuite ad Aristotele, non<br />

potrebbe essere Aristotele. Questa teoria riceverà forti critiche, in particolare da Kripke.<br />

Una forte critica alla visione tradizionale parte da una distinzione data da Donnellan tra uso<br />

referenziale e uso attribuivo di una descrizione:<br />

• nell’uso attributivo il parlante si riferisce a qualsiasi oggetto che soddisfi la descrizione<br />

• nell’uso referenziale il parlante di riferisce ad uno specifico oggetto, usando una<br />

qualche descrizione, sia essa appropriata o no<br />

Analogamente Kripke distingue tra:<br />

• riferimento semantico: espressioni che denotano secondo l’uso standard della lingua<br />

• riferimento del parlante: ciò a cui il parlante intende riferirsi usando certe espressioni,<br />

siano esse appropriate o no.<br />

Si evince che l’uso della descrizione serve a fissare il riferimento, anche quando la descrizione<br />

è sbagliata, insistendo sul rapporto diretto tra uso di un’espressione e oggetto a cui si<br />

riferisce. Tra i diversi modi di pensare al problema dell’ambiguità del riferimento c’è sempre<br />

l’idea centrale che esista un modo diretto di riferirsi ad individui a prescindere dalla<br />

descrittività delle espressioni usate. Kripke rivolge una critica alla “teoria descrittivista del<br />

riferimento”, intesa come insieme di idee che accomunano Frege, Russell, secondo<br />

Wittgenstein e Searle. L’alternativa sta in Stuart Mill, che distingue connotazione e<br />

denotazione. I nomi non hanno connotazione ma solo denotazione.<br />

Sulla scia di Russell, Kripke afferma che i nomi proprio sono termini che designano<br />

rigidamente, ovvero uno e un solo oggetto in tutti i mondi possibili (a differenza delle<br />

descrizioni che possono designare svariati oggetti). E’ dunque errato pensare che i nomi<br />

abbiano un senso (come sostiene Frege) e che questo senso consista in una o più descrizioni<br />

definite (Russell e Searle).<br />

Gli argomenti di Kripke sono, sostanzialmente, raggruppabili in tre tipologie l’argomento<br />

modale, l’argomento semantico e quello epistemico.<br />

1) L’argomento modale: sia “il maestro di Alessandro Magno” la descrizione definita che<br />

un parlante associa al nome “Aristotele”. L’assunzione del descrittivismo `e che tale<br />

descrizione fornisca il significato del nome in questione. Gli enunciati che esplicitano<br />

nessi di significato sono detti enunciati analitici. Gli enunciati analitici sono<br />

necessariamente veri (ad esempio: `e necessario che uno scapolo sia un uomo non<br />

sposato, poiché l’enunciato “uno scapolo `e un uomo non sposato” esplicita il nesso di<br />

significato delle espressioni “scapolo” e “uomo non sposato”). L’enunciato “Aristotele `e<br />

il maestro di Alessandro Magno” `e per i descrittivisti un enunciato analitico e quindi<br />

necessario. Ma `e falso che sia necessario poiché non `e difficile immaginare una<br />

situazione possibile in cui Aristotele non sia il maestro di Alessandro Magno. Quindi `e<br />

falsa l’assunzione del descrittivismo secondo cui la descrizione associata ad un nome<br />

proprio ne fornisca il significato.<br />

2) L’argomento semantico: l’assunzione del descrittivismo `e che il riferimento di un<br />

nome proprio, usato da un certo parlante, sia determinato dal fatto che esso sia la<br />

denotazione di una descrizione definita (o di una serie di descrizioni definite) associate<br />

al nome. Ma non sono difficili da immaginare situazioni in cui, ad esempio, un certo<br />

parlante, non associ ad un certo nome una descrizione definita (ma solo, ad esempio,<br />

una descrizione indefinita) o che associ ad un nome una o più descrizioni definite vere<br />

di qualcun altro. Sia, ad esempio, “il logico che ha dimostrato l’incompletezza

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