Riassunto Penco - Appunti Unict

Quello che Frege cercava era una teoria semantica sistematica, in cui ogni espressione avesse
sia un senso che un riferimento. Come estendere la distinzione agli enunciati? Frege definisce
pensiero il senso di un enunciato e valore di verità il suo riferimento, egli arriva a due
definizioni con argomenti differenti:
1) se due enunciati possono essere ragionevolmente creduti l’uno vero e l’altro falso,
allora esprimono diversi pensieri (principio della differenza intuitiva di pensieri).
Esempio: una persona, nella sua ignoranza, crede che sia vero che “la stella del mattino
è un pianeta” ma falso che “la stella della sera è un pianeta”. I due enunciati esprimono
diversi pensieri, e l’unica differenza tra i due enunciati è il loro avere espressioni con
lo stesso riferimento e con diverso senso, è ragionevole identificare i pensieri con i
sensi degli enunciati.
2) Differenza tra poesia e scienza, ovvero verità di un enunciato. “Ulisse sbarcò a Itaca”.
Che differenza c’è se Ulisse è esistito davvero o no? Se studiamo dal punto di vista
poetico non siamo interessati alla verità, dal punto di vista scientifico lo siamo. Ci
interessa il senso nel primo caso e il riferimento nel secondo. Quindi possiamo
affermare che il riferimento di un enunciato è identificabile con il suo valore di verità.
Se l’enunciato contiene nomi che non hanno un riferimento non ha valore di verità.
Il senso di un enunciato è il pensiero che esso esprime; il riferimento di un enunciato è il suo
valore di verità.
Il principio di Frege, o principio di composizionalità è uno dei principi centrali della semantica:
“il significato di un enunciato è funzione del significato delle sue parti e delle sue regole di
composizione.”
Questo spiega come, con un repertorio finito di espressioni sensate, si possa costruire un
numero infiniti di enunciati significanti. La controparte sintattica di questo principio è quello
che Chomsky chiama “creatività linguistica”. Il principio richiede l’armonia tra sintassi e
semantica. Accanto a questo principio Frege usa la legge di sostitutività:
due espressioni coreferenziali sono sostituibili, lasciando inalterato il valore di verità.
Ad esempio sostituire stella della sera con stella del mattino non cambia il riferimento del
tutto ne il suo valore di verità. Nel discorso indiretto non vale il principio di sostitutività, in
quanto non si può prescindere dal contesto (nell’esempio del testo Pia non sa che la stella del
mattino e sera sono la stessa cosa).
Principio del contesto: una parola ha significato solo nel contesto di un enunciato
Un’espressione in un contesto indiretto assume come riferimento un riferimento
indiretto, che corrisponde al senso normale.
Nei discorsi indiretti ci riferiamo ai pensieri del parlante, senza chiederci se quello che il
parlante crede sia verità. Nel discorso indiretto ci riferiamo a pensieri e non a valori di verità.
Frege risponde al problema di come trattare quelli che Russell chiama “atteggiamenti
proposizionali”. Credere, pensare, sapere, sono atteggiamenti che riguardano proposizioni
(pensieri).
Il senso è il valore di conoscenza degli enunciati e il riferimento è il valore di verità. Senso e
riferimento sono collegati: il senso è ciò che è rilevante per la verità.
Le preoccupazioni di Frege sono volte alla realizzazione di un linguaggio formale capace di
esprimere il ragionamento matematico. nel linguaggio formale il senso deve essere sempre
determinato, perché da esso deriva il riferimento e le condizioni di verità.
Nel linguaggio naturale Frege individua due problemi: